Oggi ricorre l’anniversario della nascita di Giorgio Vasari. Primo storico dell’arte, con il suo scritto “Vite” ha rivoluzionato il panorama artistico
Il mondo dell’arte oggi ricorda la nascita di Giorgio Vasari, primo storico dell’arte, ma anche pittore, scultore e architetto. Artista manierista, è ancora oggi considerato il precursore della critica artistica.
GLI INIZI E IL PERIODO BUIO
Vasari nasce ad Arezzo il 30 luglio 1511. Diventa allievo di Guglielmo da Marsiglia, un pittore conosciuto prevalentemente per la realizzazione di vetrate. Trasferitosi poi a Firenze per proseguire gli studi di pittura, entra nel gruppo di artisti di Andrea Del Sarto da cui viene immediatamente apprezzato per il suo talento artistico. Visita poi Roma e si ritrova a studiare in modo approfondito le opere di Michelangelo e Raffaello, i monumenti antichi e i grandi testi figurativi del manierismo. Nel 1527, muore il padre e questo evento scaturisce in lui un lunghissimo periodo buio, in cui si ritrova costretto a vivere, avendo anche molti problemi economici, a carico della madre e dei fratelli minori.
Ciò che alleggerisce quei momenti è senz’altro l’incontro con Rosso Fiorentino, da cui apprende la sua continua espressività tipica delle pitture manieriste. Solo dopo anni, la situazione familiare inizia a migliorare e Giorgio fa costruire una piccola casa, oggi utilizzata come museo, in cui realizza una serie di affreschi. Ma, per un susseguirsi di conflitti tra lui e la famiglia Medici di Firenze, decide di abbandonare la città e di rifugiarsi in un eremo fuori città, in cui inizia a dipingere per i monaci. Questa esperienza gli fa ricordare l’importanza della presenza spirituale, e ritrova così la fede perduta, grazie alla quale riesce a superare pienamente le difficoltà interiori e a concentrarsi sulla sua serenità.
LA SCRITTURA
Non volendo più ritornare a Firenze, nel 1538 si trasferisce a Roma per perfezionare la sua tecnica. Poi va a Napoli, Venezia, Rimini, Emilia e altre città che gli permettono di raccogliere informazioni sull’arte e inserirle tutte nell’opera “Le vite de’ più eccellenti pittori scultori e architettori”. Dopo aver viaggiato per anni, si trasferisce a Roma nel 1545 e diventa il protetto del Duca Alessandro Farnese per cui decora una sala del Palazzo della Cancelleria.
Questi anni sono per lui fonte di ispirazione e lo aiutano nella stesura di “Vite”, una raccolta di biografie di artisti tra il Trecento e il Cinquecento. Pubblicata nel 1550, l’opera è ancora oggi uno dei più importanti capolavori di storiografia artistica che ha aiutato migliaia di studiosi nell’interpretazione della vita e delle opere dei 160 artisti descritti. Ciascuna delle tre parti (pittura, scultura e architettura) è introdotta da un incipit, a cui si susseguono le descrizioni delle vite e delle opere degli artisti. Vasari sostiene che sono stati dunque loro a far rinascere l’arte dal buio del Medioevo.
Sicuramente è infatti ricordato per aver dato origine alla critica artistica e, dopo di lui, molti altri sono stati influenzati dal suo operato e hanno continuato nella pubblicazione di opere critiche. Giorgio Vasari è stato inoltre il precursore dell’enciclopedia e delle biografie artistiche, e ha coniato il termine “Rinascita” che ha dato vita al celebre Rinascimento.
L’AMICIZIA CON COSIMO DE’ MEDICI
Nello stesso anno della scrittura di “Vite”, nel 1547, Vasari ha una relazione con Maddalena Bacci con cui ha due figli illegittimi. Si sposa poi con la sorella di lei, appena undicenne, e decide di ritornare a Firenze. Proprio qui stringe un lungo rapporto di amicizia con Cosimo de’ Medici; per suo conto, inizia a lavorare come architetto, pittore e scenografo.
Nel 1563, Giorgio Vasari suggerisce a Cosimo di aprire la prima Accademia e Compagnia dell’Arte del Disegno. L’obiettivo è quello di favorire lo sviluppo della prima corporazione di artisti che si era costituita in quel periodo. Cosimo acconsente immediatamente e ne diventa il fondatore ufficiale. Per secoli, l’Accademia diventa così il più importante centro di aggregazione per gli artisti di Firenze, andando a evidenziare il rapporto tra scienza e arte.
Nel 1572 Cosimo gli commissiona inoltre un affresco in una parte della cupola del Duomo di Firenze, ma questo operato non sarà mai terminato. Cosimo de’ Medici muore ad aprile del 1574 e, nel mese di giugno dello stesso anno, va via anche Giorgio Vasari. Le sue ceneri si trovano in un’urna nel pavimento della chiesa di Santa Maria della Pieve di Arezzo, città in cui è nato.
COSA RICORDIAMO DI VASARI
Una vita lunghissima, dunque, fatta principalmente di arte. La storia di Vasari ci insegna che la passione e l’amore per un lavoro possono darci risultati eccezionali. Ma ci insegna soprattutto che l’arte è ovunque e che, in qualsiasi forma essa si presenti, ci fa stare bene. Come quella fede che aveva ritrovato e che lo aveva aiutato a dimenticare il buio.
L’arte, quella vera, è proprio come Dio: una luce nel buio che illumina strade indefinite.
Ricordiamo questo di Vasari: la sua arte incontrastata e la sua passione senza fine.
Stefania Meneghella