Giorgio Gaber (all’anagrafe Giorgio Gaberscik) è stato uno dei più discussi pensatori ed intellettuali della storia italiana. Fu cantautore di talento ma anche attore teatrale di spicco. Un artista poliedrico che oggi avrebbe compiuto 80 anni.
Giorgio Gaber non ebbe un approccio canonico con la musica: infatti iniziò a suonare la chitarra a 15 anni per curare la paralisi ad un braccio. La sua avventura vera e propria nel mondo artistico iniziò nel piccolo locale milanese “Santa Tecla“, dove suonò per pagarsi gli studi e dove conobbe altri artisti di spicco della musica italiana: Enzo Jannacci, Adriano Celentano, ma soprattutto Mogol, che lo invitò alla casa “Ricordi” per un provino che lo porterà all’incisione del primo disco “Trani a gogo” nel 1962.
Inizia così una brillante carriera musicale che lo porterà a partecipare anche a 4 festival di Sanremo e a farsi notare anche come presentatore televisivo. Nel 1969 con la canzone “Com’è bella la città” Giorgio Gaber inizia a far vedere le caratteristiche della nuova fase della sua arte, fatta di denuncia, di ironia, di accurata visione della realtà e di libero pensiero.
In questo periodo Giorgio Gaber avrà la svolta della sua carriera: mentre si esibisce in tour teatrali con Mina riceve le insistenti richieste di Pietro Grassi affinché si esibisca al “Piccolo teatro di Milano” dove apparirà quello che sarà poi il vero Giorgio Gaber. Nel suo primo spettacolo, un recital dal titolo “Il signor G.”, racconta con l’ironia che lo contraddistingue la vita di una persona qualsiasi, fotografandolo dalla nascita alla morte, collegando tutto a denunce sociali e politiche nel quale lo spettatore si trova immerso grazie alla meravigliosa costruzione dei monologhi.
Col proseguire della sua carriera Giorgio Gaber si trova ad essere osannato per l’acutezza delle sue opere, ma allo stesso tempo criticato per la durezza e per la tagliente ironia con la quale racconta la società. Le sue opere sono un vero e proprio trionfo di intelligenza, di incitamento alla contestazione e di critica del conformismo. Giorgio Gaber morirà prematuramente il 1 gennaio 2003 a causa di una lunga malattia con la quale lottò per lungo tempo. Pochi giorni dopo, il 24 gennaio, verrà pubblicato postumo l’ultimo lavoro dell’artista: “Io non mi sento italiano”, un vero e proprio manifesto del Giorgio Gaber pensiero.
“Qui nacque il 25 gennaio 1939 Giorgio Gaber, inventore del Teatro – Canzone. La sua opera accompagna vecchie e nuove generazioni sulla strada della libertà di pensiero e dell’onestà intellettuale.”
Queste sono le parole che appariranno sulla targa preparata in suo onore che verrà posta sulla facciata del condominio di via Londonio 28 a Milano e creata per volontà degli stessi vicini di Giorgio Gaber. Per tale opera si è adoperata, finanziando la messa in opera, anche ovviamente la Fondazione “Giorgio Gaber” nata nel 2006 per continuare l’attività dell’omonima associazione culturale che, dall’indomani della morte dell’artista, si impegna per far conoscere le opere di Gaber a tutti, in special modo ai giovani. Alla cerimonia parteciperà ovviamente l’amata moglie Ombretta Colli, insieme ai figli Dalia, Lorenzo e Luca.