Giorgia Meloni, l’idea di un’Italia-Germania

Giorgia Meloni sul metadone www.ultimavoce.it

Giorgia Meloni palesa di essere cambiata. Dalle ultime fasi della campagna elettorale trascorsa, sta dando voce a dei pensieri più miti, per moderare il suo aspetto di fronte ai consenzienti e ai dissenzienti.

Ha in questo modo mantenuto a sé i piaceri dei destri, attratto quelli dei centristi, degli indecisi, dei rivoluzionari e conservato l’integrità dinnanzi ai rivali.

In particolare, il modo in cui esprime la sua visione dell’Italia nell’Ue si è diversificato. Da “donna britannica” ideata portavoce dell’ “italexit”, Meloni si è trasformata in “donna tedesca” idealizzabile come sostenitrice del coro: “Grande Italia, come grande Germania, in Europa!“.

Più accettabile il nuovo obbiettivo considerato. Sensato, ma ancora quasi un’utopia.



Le marce in più della Germania

Nell’Ue, la Germania agisce da potente, prospettandosi con autonomia e autorità. E ci sono cento motivi per cui è così. I due principali: la Germania è, ed è sempre stata, una Nazione all’avanguardia, ricca, solida, quindi riconoscibile maestra ; Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea,  è tedesca.

In conseguenza a quanto scritto, i tedeschi si direbbero meno assoggettati dai vincoli comunitari, nonostante nell’Unione ci stiano quanto noi.  La questione è poco di atteggiamento, di cultura, molto di mezzi, di disponibilità e anche di storia.

Bello e dignitoso sperare di diventare chi era Angela Merkel e guidare cos’era il suo Stato. Bello e dignitoso, tuttavia distante dalla verificabilità.

Meloni, a che può limitarsi l’Italia?

Risposta: l’Italia può fare poco, nondimeno alla leader di FdI si riconosce il merito di star facendo quel poco fattibile.

Senza squilibrarsi, minacciare l’uscita e l’estrema indipendenza, la papabile Premier incita a un cambio di mentalità.

Perché dentro tal apparato c’è chi primeggia e chi “secondeggia”? Come mai, nella pratica, differentemente che nella teoria, qualcuno conta più di noi? Per quale ragione dovremmo sottostare alle regole di un’istituzione scevra al rispetto di molti principii?

Da queste domande, retoriche, il desiderio nazionalista di condurci al privilegio. Legittimo, si riscrive, come amaramente fantastico. Almeno per il momento.

Grande Germania, un esempio attuale

Il fatto recente più eclatante che descrive la dimensione germanica in Europa risale alla fine di settembre.

Ben avviata la crisi economica ed energetica, la sovrastante Nazione si è permessa di pensare e agire per sé. Attirando critiche da tutto il mondo.

In accordo comune con poche personalità, nessuna significativa, la Germania ha prelevato dalle casse europee ben 200 miliardi, destinandoli ad un unico obbiettivo: sopperire alla propria crisi energetica.

Alla propria, senza cura per il resto. Fuor di morale, resta indubbio che chiunque al mondo, senza per obbligo riprenderne il comportamento, vorrebbe avere le facoltà della Germania.

Trattasi di libertà, sussistenza, dirigenza! Certamente vantaggi.

Gabriele Nostro

Exit mobile version