Di Andrea Umbrello
Giorgia Meloni la matrice è tutto, minimizzarla nascondendo le cause che hanno portato all’assalto della sede centrale della CGIL nasconde importanti significati.
In tutta sincerità mi aspetto continuamente strafalcioni e passi falsi da Giorgia Meloni. Solo che se si continua a seguire il ritmo di questi ultimi giorni probabilmente pochi riusciranno a starle dietro. Onestamente devo affermare che fatico a farlo. Anche perché, a seguito della lettura di certe affermazioni, ho bisogno di tempo per riacquistare la lucidità scomparsa a causa dell’imbarazzo che la leader di FdI provoca.
Succede che lo scorso sabato pomeriggio, a Roma, un gruppo di balordi esce dalle proprie fogne, spunta in Piazza del Popolo, attraversa Villa Borghese e quando intorno alle cinque e mezza arriva davanti alla sede centrale della CGIL su Corso Italia, mani e braccia ricoperte da inchiostro effigiante svastiche, omuncoli pelati e croci celtiche sfondano l’ingresso della sede del più antico sindacato d’Italia.
Immagino i sussulti eccitati da parte dei molti nostalgici che collegano l’accaduto al fenomeno dello squadrismo fascista degli anni venti.
“Libertà, libertà, libertà”, urlavano mentre uccidevano la democrazia. La stessa libertà che sarà e dovrà essere tolta alla dozzina di bestie fasciste arrestate.
Il resto è un susseguirsi di comunicati e dichiarazioni prevedibili che generano attesa per quelle che invece tardano ad arrivare. Tra queste, ovviamente, ci sono quelle di Giorgia Meloni. La patriota Meloni non ha speso una sola parola di solidarietà e vicinanza nei confronti dei lavoratori che ai lavoratori dedicano la loro applicazione.
Poi arrivano, e nello scantinato della fucina di castronerie targata Giorgia Meloni si aggiunge una dichiarazione che, a mio avviso, esprime compiutamente la pochezza politica che la caratterizza.
Le dichiarazioni di Giorgia Meloni sulla matrice dietro all’assalto alla CGIL.
Siamo alla convention nazionale di Vox, partito di estrema destra spagnolo, quando, riferendosi a quanto accaduto sabato pomeriggio a Roma, la leader di FdI asserisce:
“E’ sicuramente violenza e squadrismo poi la matrice non la conosco. Nel senso che non so quale fosse la matrice di questa manifestazione ieri, sarà fascista, non sarà fascista non è questo il punto”.
“Non è questo il punto” dice.
In altre parole, la leader di uno dei partiti politici più seguiti del nostro paese afferma che l’origine del problema non è importante, non è centrale.
È un po’ come se al vostro cardiologo non importasse un bel niente se i vostri problemi cardiovascolari derivino dalle 40 sigarette che fumate ogni giorno o ad una cardiopatia congenita.
Considerare marginale la causa di una vicenda sociale con uno spessore significavo così elevato lascia disorientati ma evidenzia una sostanziale certezza: un leader politico che non crede nella relazione tra causa ed effetto non può che essere considerato un semplice personaggio superficiale nelle scelte e nell’analisi della vita socio-politica del proprio paese.
Consolatevi pensando che fortunatamente Giorgia Meloni non è la vostra cardiologa, ma riflettete sul fatto che la Meloni ha portato al Campidoglio la nipote del Duce.
Forse il punto non è Giorgia Meloni che non conosce la matrice che ha generato lo squadrismo fascista davanti alle porte della sede della CGIL, ma è che tutti gli elementi più tristi emersi dalla vicenda, allo stesso tempo, si trovano in una causa generata anche dal partito che rappresenta.
La verità, è che forse la matrice riguardi Giorgia Meloni molto più di quanto si possa pensare.