Giorgia Meloni alla Cop29 e la sua proposta pragmatica al cambiamento climatico

COP29 di Baku

Questa mattina la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è intervenuta alla Cop29, la Conferenza Internazionale sul Clima dell’Onu che quest’anno si tiene a Baku in Azerbaijan

Gli obiettivi della Cop29 consistono nell’accelerare la transizione climatica attraverso la cooperazione dei leader dei vari paesi per una nuova finanza climatica, è un appello per azioni urgenti.



La conferenza è un momento chiave per i paesi per presentare i piani nazionali aggiornati di azione per il clima previsti dall’accordo di Parigi per l’inizio del 2025. Se realizzati correttamente, questi piani limiterebbero il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

Con le temperature globali che raggiungono livelli record e gli eventi meteorologici estremi che colpiscono le persone in tutto il mondo, la COP29 riunisce i leader dei governi, delle imprese e della società civile per promuovere soluzioni concrete alla questione fondamentale del nostro tempo.

La sfida è enorme, si tratta di andare aldilà degli interessi economici dei più grandi gruppi finanziari e riuscire a cooperare tra diversi Stati, con un obiettivo comune: la salvezza del nostro Pianeta.

Simon Stiel, segretario esecutivo Onu per il cambiamento climatico ha affermato 

Questo è l’unico luogo che abbiamo a disposizione per affrontare la dilagante crisi climatica e per responsabilizzarci a vicenda in modo credibile per agire in merito.

Sappiamo che questo processo sta funzionando. Perché senza la Conferenza Internazionale sul clima l’umanità andrebbe verso un riscaldamento globale di cinque gradi.

Al centro del dibattito c’è un nuovo obiettivo di finanza climatica

Lasciamo da parte l’idea che la finanza per il clima sia beneficenza. Un nuovo ambizioso obiettivo di finanza climatica è interamente nell’interesse personale di ogni singola nazione, comprese quelle più grandi e ricche. Dobbiamo lavorare di più per riformare il sistema finanziario globale.

Il discorso di Giorgia Meloni

Il Presidente del Consiglio dichiara di voler contribuire a dare ulteriore impulso all’impegno per limitare l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5°C.

A Dubai ci siamo posti obiettivi ambiziosi: triplicare la capacità di generare energia rinnovabile nel mondo e raddoppiare il tasso globale di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030. Per raggiungere questi obiettivi è necessaria la collaborazione di tutti

Il suo discorso non accenna però ai disastri climatici che il nostro paese sta subendo, si occupa invece di sottolineare come la transizione debba essere sostenibile per i nostri sistemi produttivi e sociali

Destiniamo già gran parte degli oltre quattro miliardi di euro del Fondo per il Clima al Continente africano e continueremo a sostenere iniziative come il Green Climate Fund e il Loss and Damage Fund, oltre che a promuovere il coinvolgimento delle Banche multilaterali di sviluppo. Ma è altrettanto prioritario che il processo di decarbonizzazione prenda in considerazione la sostenibilità dei nostri sistemi produttivi e sociali. La natura va difesa con l’uomo al centro. Un approccio troppo ideologico e non pragmatico su questo tema rischia di portarci fuori strada verso il successo. La strada giusta è quella della neutralità tecnologica, perché attualmente non esiste un’unica alternativa all’approvvigionamento da fonti fossili.

L’approccio pragmatico proposto da Meloni deve dunque tenere conto che l’aumento della popolazione aumenterà il consumo di energia

Dobbiamo avere una visione globale realistica. La popolazione mondiale raggiungerà gli 8,5 miliardi entro il 2030 e il PIL globale raddoppierà nel prossimo decennio. Ciò aumenterà il consumo di energia, anche per il crescente fabbisogno richiesto dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Quindi la Presidente Meloni apre a una nuova prospettiva: il nucleare da fusione

Abbiamo bisogno di un mix energetico equilibrato per migliorare il processo di transizione. Dobbiamo utilizzare tutte le tecnologie a disposizione. Non solo rinnovabili, ma anche gas, biocarburanti, idrogeno, cattura della CO2 e, in futuro, il nucleare da fusione che potrebbe produrre energia pulita, sicura e illimitata. L’Italia è impegnata in prima linea sul nucleare da fusione. Nell’ambito della nostra Presidenza del G7, abbiamo organizzato la prima riunione del Gruppo mondiale per l’energia da fusione promosso dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica. Intendiamo rilanciare questa tecnologia che potrebbe cambiare la storia in quanto può trasformare l’energia da arma geopolitica a risorsa ampiamente accessibile.

L’interesse al nucleare è anche al centro del Piano Nazionale integrato energia e clima italiano 2024 che ha innescato le proteste delle associazioni ambientaliste come Greenpeace, Legambiente e WWF. Attraverso un comunicato stampa, hanno accusato il governo di non rispettare i target previsti dalla Comunità Europea. Inoltre la maggior parte degli scienziati concorda che, per quanto riguarda il nucleare, si è ancora molto indietro e per quanto riguarda la possibilità di vedere i risultati sperati si dovrà aspettare ancora molti anni.

Le reazioni al discorso di Giorgia Meloni

Chiara Campione, Direttore del Programma di Greenpeace Italia parla di propaganda fossile

L’intervento fatto oggi dalla premier Meloni alla COP29 è talmente intriso di propaganda fossile che sembra essere stato scritto a quattro mani con ENI. Le sue parole ricalcano infatti in tutto e per tutto la retorica ingannevole con cui il colosso italiano del gas e del petrolio cerca di bloccare ogni possibilità di cambiamento nel nostro Paese. Meloni mente sapendo di mentire quando sostiene che non ci siano alternative alle fonti fossili, ignorando deliberatamente le energie rinnovabili, già mature e disponibili, che potrebbero garantire una via d’uscita dalla crisi climatica

Il there is no single alternative pronunciato da Meloni rievoca la celebre frase di Margaret Thatcher pronunciata ai minatori nel 1984. Secondo il filosofo Mark Fisher può essere presa come data decisiva che ha dato via al realismo capitalista, una manipolazione in cui convincono le persone comuni che non ci siano alternative al capitalismo, appunto.

Eppure Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite nel suo discorso di apertura ha sottolineato che un sondaggio condotto dall’Università di Oxford e dal Programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha rilevato che l’80% delle persone in tutto il mondo vuole una maggiore azione per il clima. Inoltre

Scienziati, attivisti e giovani chiedono un cambiamento: devono essere ascoltati, non messi a tacere.

I ricchi causano il problema e i poveri pagano il prezzo più alto

Antonio Guterres ha aperto la conferenza con queste parole

Il suono che sentite è il ticchettio dell’orologio. Siamo nel conto alla rovescia finale per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius. E il tempo non è dalla nostra parte

Ancora una volta Guterres mette l’accento sullo stretto legame tra l’urgenza della lotta al cambiamento climatico e della lotta per l’uguaglianza

Questa è una storia di ingiustizia evitabile. I ricchi causano il problema e i poveri pagano il prezzo più alto

Guterres insiste anche sulla necessità di aumentare i finanziamenti per il clima, un’assicurazione contro l’inflazione globale

Gli impatti climatici stanno tagliando fino al 5% del PIL in molti Paesi, i disastri causati dal clima stanno facendo aumentare i costi per le famiglie e le imprese. Il peggioramento degli impatti climatici metterà sotto steroidi l’inflazione, a meno che ogni Paese non intraprenda azioni più coraggiose per il clima

Purtroppo il nostro paese non ha ancora preso impegni concreti, né proposto le azioni coraggiose invocate da Guterres, ma la Conferenza non è ancora conclusa.

Federica Sozzi

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