Gioco d’azzardo: casi…nò o si?

San Pellegrino Terme: nulla osta per la riapertura del casinò. Decisione che stona con la lotta alle slot machine oppure un modo per combatterle?

 

Il gioco d’azzardo è da sempre una tematica controversa e spinosa e di tanto in tanto torna a far parlare di sé. A fare da scenario, questa volta, è la Val Brembana nota ,non solo per il simpatico e bonariamente derisorio sketch di Totò con il vigile nel film “Totò, Peppino e la malafemmina”, ma soprattutto per gli impianti sciistici e gli affascinanti paesaggi montuosi.

Proprio uno di questi paesaggi è protagonista di una vicenda che sta facendo discutere, in queste settimane, gli abitanti. Si tratta di San Pellegrino Terme, paese termale conosciuto nel resto d’Italia e del mondo per l’acqua in bottiglia e per un passato di forte attrattiva tanto da convincere l’allenatore Helenio Herrera a portarci nei ritiri estivi la sua fortunata Inter.

Proprio una di queste attrattive del passato sta per rinascere come fenice dalle sue cenere. E’ infatti notizia di attualità la nota positiva rilasciata dal ministero dei Beni culturali e del Turismo alla possibile riapertura del Casinò. «Nessuna opposizione al rilascio dell’autorizzazione per la riapertura della casa da gioco» è stata infatti la nota rilasciata dal ministero. Alla base di questa autorizzazione ci sarebbe la volontà della regolamentazione del gioco d’azzardo, favorendo quello controllato e combattendo così il proliferare delle slot.

Una notizia che superficialmente può sembrare positiva ed essere la svolta attesa per risanare le sorti, non solo di San Pellegrino Terme, ma dell’intera valle che ha avuto negli ultimi anni un tracollo turistico e che ha accusato in particolar modo la crisi economica che ha colpito l’Italia.

Se doveste però trovarvi a passare per quelle zone scoprireste che non è propriamente così. Vi troverete infatti ad incontrare, oltre a gente dallo sguardo smarrito intenta a chiedersi, ricitando Totò, “per andare dove dobbiamo andare per dove dobbiamo andare?”, persone impegnate in una discussione tra i favorevoli e i contrari alla riapertura del casinò.

I vantaggi che tale riapertura può portare sono notevoli e di facile individuazione. Un aumento del turismo, un ceto alto più presente e quindi maggior giro di denaro e maggior attrattiva mediatica. In breve un rilancio dell’economia di cui si sente il bisogno.

Dall’altra troviamo quelli mossi da una coscienza morale. Ci sono, infatti, coloro che ritengono che il gioco d’azzardo non sia e non possa essere la soluzione, che ritengono questo strumento un modo immorale di lucrare sui vizi delle persone e che ritengono il “vecchio” casinò, si una risorsa, ma che debba essere utilizzato con finalità diverse come a esempio un polo museale.

Ci sono poi quelli che stanno nel mezzo. Che si dicono contrari al gioco d’azzardo ma che non se la sentono di voltare le spalle a un’occasione del genere e allora si dicono favorevoli alla riapertura ma con severe regole. Sarebbe sicuramente lo scenario migliore, ma è davvero possibile regolamentare qualcosa che in realtà ricade nella materia del libero arbitrio, ovvero il come utilizzare il proprio denaro? E’ davvero questo il modo migliore per combattere le “maledette” slot machine?

Ci sarà tempo per sedersi al tavolo e cercare una soluzione che faccia contenti tutti. La riapertura del casinò, per quanto avviata, sembra non essere imminente.

Alla fine, questo, potrebbe essere il nuovo metodo che l’esecutivo ha deciso di attuare per abbattere le differenze tra classi sociali. Se non si può avvicinare le classi più basse a quelle più alte, si può provare il contrario.

Christian Gusmeroli

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