I giochi di strada sono una pratica quasi dimenticata. E’ ormai evidente che i bambini ed i ragazzi delle nuove generazioni preferiscano intrattenersi con svaghi più all’avanguardia.
Eppure non sarebbe del tutto incomprensibile se questa quarantena portasse alla rinascita di alcune attività all’aria aperta. Chissà che dopo mesi di reclusione non torni la voglia di riscoprire i giochi dei nostri nonni.
La pratica di giocare per le strade, o nelle piazze nasce in tempi molto antichi, ed è continuata grosso modo fino agli anni ottanta. Certo, l’urbanistica di una volta si prestava di più alla vita all’aria aperta. C’erano meno auto e più spazi liberi. Ed i genitori erano più sereni nel lasciar giocare i propri figli per strada.
Per lo più si parla di giochi che non hanno necessità di materiale di supporto. La maggior parte dei bambini aveva poco e niente con cui giocare. Questo stimolava decisamente l’inventiva, ed i ragazzi si industriavano su come trovare dei passatempi di gruppo e non.
Calcetto e nascondino andavano per la maggiore, ma le varietà di intrattenimento all’aria aperta era ben più ampia.
Dunque quali sono i giochi di strada più celebri?
CAMPANA
Il gioco consiste nel disegnare per terra delle caselle (fino a 10) nelle quali saltare alternando uno o due piedi. Prima di iniziare il giocatore deve lanciare un sassolino nella prima casella. Secondo passo sarà saltare in ogni riquadro fino a quello finale. Dopo averlo raggiunto, deve ritornare indietro sempre toccando ogni casella disegnata, recuperare il sassolino e ripetere il lancio nella casella successiva (fino ad arrivare alla decima). L’attività si ripete per ogni partecipante fino a determinare il vincitore, ossia colui che per primo visiterà tutte le caselle e svolgerà tutto il percorso. Il gioco ha diversi nomi nei vari dialetti della penisola, essendo stato praticato dai nonni di tutta Italia.
I QUATTRO CANTONI
Utilizzando un qualsiasi oggetto si forma un quadrato di almeno 10 metri per lato (i 4 spigoli saranno appunto i cantoni). Dunque si procede alla conta per identificare la guardia che normalmente si piazza in mezzo al quadrato. Gli altri giocatori, posizionati agli angoli, devono scambiarsi il posto e raggiungerlo prima della guardia. Se questa arriva prima, chi perde il posto va in mezzo e così via per tutto il tempo del gioco.
LA CORDA
Il salto della corda ha moltissime varianti. Si può saltare singolarmente o in gruppo. Il numero minimo di giocatori è tre. Normalmente viene accompagnato da stornelli e filastrocche in vernacolo o in italiano che danno il ritmo ai giocatori.
MOSCA CIECA
Un giocatore scelto a sorte viene bendato e diventa quindi la “mosca cieca”. Deve riuscire a toccare gli altri che gli girano attorno tentando di sfuggirgli. Se la “mosca” tocca un giocatore, quest’ultimo prende il suo posto. Questo gioco non è praticato solo in Italia ma anche in molti paesi esteri.
UN DUE TRE STELLA (O STAI LA’)
A sorte si sceglie il giocatore che darà le spalle al gruppo posizionato ad una decina di metri di distanza. Il partecipante di spalle deve contare di volta in volta con la frase canonica “un..due..tre..stella” e di colpo voltarsi. Ogni giocatore deve tentare di avvicinarsi a lui mentre è di spalle e restare assolutamente immobile quando si gira. Se viene scoperto a muoversi deve tornare alla partenza. Vince chi per primo arriverà alla fine del percorso. Anche questo gioco è famoso in vari Paesi. In UK, per esempio, prende il nome di red light, green light.
Ed ancora la cavallina, palla avvelenata e acqua, fuoco, fuochino. Insomma giochi nati dalle menti ingegnose dei bambini di una volta. Di certo agli attuali non manca la possibilità di scegliere fra molti più passatempi. Ma negli ultimi mesi la scelta è stata decisamente ridotta a causa delle disposizioni anti Covid.
La reclusione da quarantena è particolarmente dura per i ragazzi. E’ comprensibile che, per quanto amino passare il tempo dietro uno schermo, sentano la necessità di stare per strada. Tornati alla normalità, potrebbe essere un’occasione per nonni e genitori: riscoprire gli svaghi di una volta ed insegnarli ai più piccoli.
E’ un dovere tramandare i giochi di strada alle future generazioni. Certo, un bambino del ventunesimo secolo sarebbe inizialmente diffidente nel sostituire il proprio videogiochi con una trottola di legno. Ma vale la pena tentare. Dopotutto, i tempi cambiano, ma il divertimento rimane lo stesso.
Maria Luisa Ancona