Gilet Gialli di nuovo nelle strade di Parigi. La capitale francese di nuovo alle prese con un incendio, quello della rivolta sociale.
Alcune frange dei Gilet gialli contrari anche alla raccolta fondi per Notre Dame: “prima i poveri”
Per il ventitreesimo sabato consecutivo i Gilet Gialli sono scesi nelle strade di Parigi e del resto della Francia. Il resoconto della giornata nella capitale francese è allarmante: 5 mila agenti di polizia schierati, 14 mila i controlli preventivi effettuati. Circa 200 i fermati.
Per l’ennesima volta, infatti, la protesta dei Gilet Gialli è stata caratterizzata da scontri con le forze dell’ordine, incendi, e atti di vandalismo. Numerose le auto, gli scooter, e i cassonetti dati alle fiamme. Alcune vetrine sono state distrutte e i negozi sono stati svaligiati.
A Place de la Republique numerose squadre di agenti sono intervenute a ripetizione utilizzando anche degli idranti con liquido colorante per identificare successivamente i Gilet Gialli coinvolti nei disordini. 198 sono i “manifestanti” fermati. Un numero molto alto se paragonato alla ventina di fermati della settimana precedente.
Per la seconda volta nella stessa settimana, quindi, Parigi ha dovuto fronteggiare un incendio. Il 15 aprile scorso era toccato alla Cattedrale di Notre Dame, oggi è stata la volta della rabbia sociale che, una volta infiammata, non ha risparmiato neanche qualche stoccata contro uno dei monumenti più rappresentativi della capitale francese.
Alcuni Gilet Gialli, infatti, hanno esposto dei cartelli contro la raccolta fondi per la ricostruzione della Cattedrale: “Milioni per Notre Dame, e i poveri?”, e ancora “Notre Dame non siamo noi”. Il messaggio è chiarissimo: l’incendio di Notre Dame è stato una tragedia, ma le autorità francesi non devono dimenticare i problemi che i manifestanti denunciano da ben 23 settimane: povertà, disoccupazione ed emarginazione sociale.
Viene da chiedersi quale dei due problemi l’Eliseo voglia risolvere prima. Terminerà prima la ristrutturazione di Notre Dame, che Macron ha promesso in 5 anni, o la rabbia sociale dei Gilet Gialli, che va avanti ormai da 6 mesi?
Matteo Taraborelli