Gibilterra taglia per prima il traguardo dei vaccini: tutti gli adulti hanno avuto almeno una dose

Gibilterra

Gibilterra è il primo paese ad aver somministrato almeno la prima dose di vaccino a tutti i suoi cittadini adulti. Nel piccolo territorio di costa spagnola che cade sotto il controllo del governo britannico i contagi da Covid-19 sono da giorni azzerati e le autorità stanno restituendo sempre più libertà agli abitanti.




Gli ultimi dati relativi ai contagi disponibili sono quelli risalenti al 27 Marzo. A questa data erano state somministrate 58.756 unità di vaccino, tra cui 27.662 seconde dosi.

Lo Stato di Gibilterra ha un’estensione molto limitata e possiede la caratteristica di essere densamente popolato.

Queste peculiarità hanno fatto sì che il virus si diffondesse molto e velocemente tra i cittadini: sono stati 4mila i contagiati su un totale di 34mila abitanti.

Gli stessi motivi che hanno favorito il contagio, però, hanno reso più agevole la distribuzione dei vaccini.

Il successo della campagna di immunizzazione, intitolata per volere delle autorità locali “Operazione libertà” è stato reso possibile dall’appoggio del governo inglese che ha fornito un gran numero di vaccini Pfizer-BioNTech e AstraZeneca.

L’“Operazione libertà” ha avuto inizio a pochi giorni dall’arrivo del 2021, il 10 Gennaio, ed ha raggiunto adesso un punto talmente avanzato da spingere il ministro della salute britannico, Matt Hancock, ad annunciare che Gibilterra è la “prima Nazione al mondo ad aver completato il suo programma di vaccinazione”.

Poco importa se la realtà è un po’ meno esaltante, se Gibilterra non è una Nazione autonoma e se la vaccinazione non è effettivamente completa dal momento che alcune persone stanno ancora aspettando la seconda dose.

La situazione in cui si trova Gibilterra rappresenta la prospettiva che tutti gli Stati stanno lavorando per realizzare.

Da giorni, sul territorio controllato dal Regno Unito, non si rilevano nuovi casi di positività al covid, le scuole sono riaperte, le persone sono tornate a sedersi ai ristoranti, a comprare nei negozi, a socializzare per le strade.

Il coprifuoco, il cui inizio era stato in un primo momento posticipato a mezzanotte, a partire dal 25 Marzo è stato ritirato.

L’obbligo di mascherina, infine, è stato eliminato per coloro che si trovano in zone poco popolate e all’aperto. Il governo locale ha anche deciso di emettere certificati vaccinali.

Per gli Stati facenti parte dell’Unione Europea la via dell’immunità al covid-19 è sicuramente ancora lunga e faticosa.

I dati relativi a questi paesi sono abbastanza omogenei e indicano in generale che sono state somministrate circa 15 dosi di vaccino per 100 abitanti.

Ben lontani dall’obiettivo dell’immunità di gregge, quindi, ci troviamo probabilmente a vivere il momento peggiore della pandemia. Il virus ha ripreso forza, l’insofferenza nei confronti delle necessarie prescrizioni del governo è comprensibilmente sempre più acuta, i vaccini tardano ad arrivare e la paura è forse più padrona delle nostre vite oggi rispetto ad un anno fa.

Il divario socioeconomico non cessa di acuirsi, nuove ingiustizie si innestano su vecchie condizioni di disuguaglianza, con conseguenze tragiche sulle vite delle persone. I processi di esclusione originati dalla didattica a distanza, per esempio, avranno effetti con cui dovremo avere a che fare a lungo termine.

Superata in Italia da tempo la fase delle dirette, dei cartelli appesi ai balconi, dei quartieri risuonanti di canzoni nazionalpopolari, ci troviamo oggi tutti a vivere davvero, in un modo mai provato prima, il nostro isolamento. Uno schermo, surrogato di incontri e di vita, non ci basta più.

É ora, quando la fine della pandemia è più vicina, che ci sembra più lontana.

Ma una cosa può darci speranza: nonostante gli editoriali, i titoli pensati per attirare visualizzazioni, le opinioni contrastanti degli scienziati nei talkshow date in pasto alle persone già molto provate da un anno di indicazioni sempre diverse, il vaccino è davvero la soluzione. Lo dimostra il caso di Gibilterra, ma anche quello dell’Inghilterra dove più dell’80 per cento della popolazione di età superiore agli 80 anni ha ricevuto la prima dose di vaccino. Nello Stato governato da Boris Johnson, che aveva gestito molto male la prima fase della pandemia, ieri è stato il primo giorno senza morti per Covid.

La soluzione, quindi, c’è. Magari speravamo venisse messa in atto con più efficienza o celerità, ma l’unica cosa che possiamo fare in qualità di cittadini è aspettare il nostro turno e, quando questo arriverà, avere fiducia.

Silvia Andreozzi

 

Exit mobile version