Nonostante le proteste degli ambientalisti contro la caccia ai cetacei, un’azienda giapponese è riuscita a mettere in atto un meccanismo automatico per la vendita della carne di balena, utilizzando i distributori automatici.
La famosa azienda giapponese Kyodo Senpaku Co., attiva nel commercio marittimo e specializzata nella cattura di ricci di mare, tartarughe e cetacei sta facendo inorridire gli ambientalisti locali. Il motivo è la nuova modalità di vendita della carne di balena che ha recentemente adottato: renderla disponibile direttamente nei distributori automatici.
Secondo l’Associazione nazionale dei produttori del Giappone infatti, esistono più di 5.5 milioni di distributori in tutto il paese. Vendono soprattutto bevande, snack o specialità dolciarie. La scelta di rendere disponibile per l’acquisto anche la carne di balena è molto strategica. I distributori sono molto apprezzati e il loro utilizzo sta aumentando negli anni. La clientela è in forte crescita, insieme ai ricavi della compagnia.
I distributori, decorati di bianco con delle animazioni di cetacei in stile cartone animato, sono stipati all’interno di locali senza personale. Sono stati creati appositamente per contenere i numerosi clienti che lo affollano e forniscono loro decine di diverse tipologie di carne, lavorata e non. I prezzi oscillano tra i 1.000 e i 3.000 yen giapponesi, ovvero tra i 7 e i 21 euro.
Una strategia per ottenere clientela internazionale
Al momento i distributori si trovano nei negozi “Kujira Whale”, piccoli edifici in pieno centro a Tokyo e Yokohama. Sono posizionati nei grandi snodi ferroviari delle città. In questo modo riescono ad attrarre non solo clientela locale, ma anche internazionale. Il prossimo obiettivo della società sarà quello di realizzare circa 100 negozi in tutto il Giappone nei prossimi 5 anni.
Il fenomeno della caccia alle balene rischia di espandersi a dismisura, danneggiando ulteriormente il comparto dei cetacei ormai decimato: «Siamo rimasti sorpresi dalle forti vendite, hanno superato le aspettative – dichiara il capo della sezione vendite di Kyodo Senpaku – vogliamo dare l’opportunità di mangiare carne di balena a tutti coloro che intendono provarla ma non riescono a trovarla».
Tra le tradizioni locali e le proteste degli ambientalisti contro la carne di balena
I tradizionalisti giapponesi affermano che la carne di balena sia parte integrante della cultura gastronomica dell’isola, ma il pensiero degli ambientalisti si discosta notevolmente da questa idea. Secondo gli attivisti infatti, la carne dei cetacei non fa più parte della dieta quotidiana in Giappone, soprattutto per le generazioni più giovani che cercano altri gusti per il loro palato. Anche in Islanda, dove il fenomeno è molto diffuso, la caccia verrà interrotta dal 2024.
Negli anni 2000 in particolare, le organizzazioni ambientaliste hanno intrapreso azioni molto feroci contro le baleniere – imbarcazioni dei pescatori di cetacei – ma il pescatori non si sono mai fermati, nonostante negli ultimi anni il fenomeno sia molto regolamentato nel mondo.
Antonio Pellegrino