24 giugno, Los Angeles. Il gotha Nba è schierato al gran completo per gli Nba Awards 2019 . In Italia è notte fonda quando il commissioner Nba Adam Silver consegna nelle mani di Giannis Antetokounmpo il premio di Mvp della stagione Nba 2019.
Il Premio Mvp lo attende, ma Giannis sale sul palco esordendo con un “Ok, sono nervoso” e scoppia in lacrime mentre pronuncia il suo discorso di accettazione del Maurice Podoloff Trophy (dal nome del primo commissioner Nba della storia).
Ringrazia la squadra, la città di Milwaukee ed i suoi due Paesi, la Nigeria e la Grecia.
Le parole più dolci le riserva alla sua famiglia, in particolare a mamma Veronica, sono le parole di un ragazzo che, nonostante il successo, non dimentica un’infanzia contrassegnata da incertezza e povertà.
“voglio ringraziare la mia splendida madre: lei è la mia eroina. Quando sei bambino, tu non vedi un futuro. Ma se hai dei bravi genitori, sono loro a vederlo per te. Lei ha sempre visto il futuro che avevamo davanti a noi, ci ha sempre creduto e c’è sempre stata. È lei la fondazione di questa famiglia, sei la mia vera eroina”.
L’infanzia in Grecia
E’ il 1992 quando Charles e Veronica Adetokunbo (il cognome sarà poi grecizzato) sbarcano in Grecia, dopo essere fuggiti dal loro Paese natale, la Nigeria.
Ad attenderli ci sono 20 anni di clandestinità ed una terra non troppo disposta ad accoglierli.
La clandestinità rende loro la vita assai difficile, nessuna stabilità economica o lavorativa e tanti figli da sfamare.
Nel 1994 a Sepolia (peirferia di Atene) nasce Giannis, il secondo di cinque figli.
Le strade della periferia ateniese non sono il luogo più sicuro per cinque ragazzini senza alcun riconoscimento giuridico, specie se costretti ad adattarsi a lavori di qualunque tipo pur di portare il pane a tavola.
Babysitter occasionali, manovali e soprattutto venditori ambulanti di griffe contraffate, col rischio costante di essere sorpresi dalla Polizia greca, col rischio del rimpatrio forzato in Nigeria.
L’ epilogo della storia era allora inimmaginabile per il giovane Giannis.
L’incontro con la pallacanestro
L’occasione di riscatto per due dei cinque dei fratelli si concretizza sul campo da basket.
Giannis e suo fratello maggiore Thanasis sono molto più alti dei loro coetanei, vengono perciò spinti a mettersi alla prova in una delle palestre del quartiere.
Appare evidente fin da subito che i due sono dotati di un atletismo fuori dal comune, c’è però un piccolo problema: la famiglia Antetokounmpo è così povera da non potersi permettere di comprare due paia di scarpe da basket, per questo i due fratelli (costretti a dividersi un paio di scarpe) non potranno mai giocare insieme.
Inconvenienti a parte, il ragazzo dimostra da subito grande attitudine per il gioco ed una spiccata etica del lavoro che gli permettono di migliorarsi giorno dopo giorno, partita dopo partita, aggiungendo nuove skills al suo repertorio.
L’esplosione dei due fratelli desta grandi attenzioni anche da parte di club professionistici, vengono ingaggiati infatti dal Filathlitikos e nella stagione 2012-2013 fanno il loro esordio nella serie A2 greca, ottengono la tanto desiderata cittadinanza per meriti sportivi. Si aprono così le porte della nazionale greca.
I riflettori sono ormai accesi sul ragazzo, tanto che arriva la firma di un pre-contratto con Saragozza (A1 spagnola), ma il suo destino è altrove. Nel 2013 si dichiara eleggibile al draft Nba e si aprono per lui le porte della Lega dei sogni.
The “Greek Freak” atterra sul Pianeta Nba
Antetokounmpo viene selezionato al numero 15 del draft dai Milwaukee Bucks, la povertà è ormai un ricordo lontano e Giannis ha l’occasione di misurarsi con i migliori cestisti al mondo.
Nel suo anno da matricola conferma le caratteristiche che avevano colpito gli scout europei ed americani; appare tuttavia troppo esile e grezzo dal punto di vista tecnico e soprattutto molto distante culturalmente dal mondo americano, rendendosi protagonista di singolari siparietti con i suoi compagni.
Un giorno in spogliatoio vede il suo allora compagno di squadra Jimmy Butler intento a buttare un paio di scarpe usate.
“Ma cosa fai? Dalle a me, sono ancora buone!” esclama il greco, memore di un’adolescenza passata a diviedersi un paio di scarpe con il fratello.
Oppure quella volta in cui il compagno di squadra Larry Sanders gli regalò un paio di scarpe di Gucci, “No Larry, non sta bene spendere così tanto… vabbè dai, apprezzo il gesto, ma ti prometto che le indosserò solo per le occasioni importanti”.
Le caratteristiche tecniche insolite ed il suo essere completamente alieno al panorama Nba gli varranno il soprannome di “The Greek Freak”
I Bucks hanno un nuovo idolo
La sua semplicità ed innata spontaneità lo rendono il beniamino di tifosi e compagni e la città di Milwaukee lo adotta ben volentieri, sì perché nel frattempo li ripaga sul campo con prestazioni sempre più convincenti.
Le sue statistiche progrediscono di stagione in stagione (passa dai 6,8 punti a partita della prima stagione ai 16,9 della terza) e il suo gioco si amplia. Il duro lavoro a cui si sottopone amplia il suo gioco in entrambe le metà campo e migliora la sua visione di gioco e la capacità di migliorare i compagni.
Anche il suo fisico subisce una sensibile mutazione, le massacranti sedute in palestra gli permettono di mettere su 20 chili di massa muscolare, senza perdere agilità e velocità. Col talento naturale a sua disposizione e protetto dalla sua nuova “corazza” Giannis è pronto a prendersi la Nba.
La stagione da Mvp
Durante l’estate 2018 Antetokounmpo è deciso a fare un ulteriore salto di qualità. mentre compagni ed avversari si sfidano nei vari tornei estivi che sono soliti organizzare i pro, il greco declina gli inviti e si chiude in palestra a lavorare con un maestro di eccezione: l’ex stella dei Los Angeles Lakers, Kobe Bryant. Lo stesso che, dopo il suo ritiro nella stagione 2016, gli aveva affidato una missione piuttosto ardua: “Conquista l’Mvp”.
Bryant lavora sul ragazzo sia dal punto di vista tecnico sia mentale, convinto che per eccellere in una Lega competitiva come l’Nba, Giannis dovrà acquisire una maggiore consapevolezza delle sue straordinarie doti.
Il lavoro svolto è sotto gli occhi di tutti fin dall’esordio stagionale. E’ la sera del 17 ottobre 2018, siamo allo Spectrum Center di Charlotte, North Carolina dove i Bucks sfidano gli Hornets nel loro esordio stagionale, sotto gli occhi di Sua Maestà Michael Jordan (proprietario e plenipotenziario dei Calabroni).
Vittoria di 1 in trasferta condita da 25 punti, 18 rimbalzi e 8 assist, una prestazione che dimostra quanto abbia lavorato duro sul suo gioco.
La stagione si rivela essere estremamente positiva sia per il futuro Mvp, sia per la sua squadra che chiuderà la regular season come testa di serie numero uno nella Eastern Conference.
Le statistiche di Giannis sono da stella assoluta: 27,7 punti a partita, conditi da 12,5 rimbalzi e 5,9 assist, numeri che indicano quanto, nel corso degli anni, sia diventato un autentico all around player.
Al Fiserv Forum di Milwaukee, c’è la fila per vedere le giocate sensazionali di The Greek Freak che ogni sera non manca di prodursi in schiacciate spettacolari e giocate che dimostrano che siamo davanti ad un atleta di un’altra dimensione.
Prima del suo arrivo in Nba non si era mai visto un atleta di 2 metri e undici centimetri capace di muoversi con la velocità e l’agilità di un piccolo, mantenendo la potenza di un lungo; per trovare un atleta con una simile versatilità dobbiamo “scomodare” Il Prescelto, Lebron James.
Playoff da protagonista
Durante i Playoff le prestazioni del greco restano all’altezza di quanto visto nella regular season, anzi, la pressione sembra tirar fuori il meglio da lui.
Diventato ormai il leader indiscusso della squadra, Giannis non esita a trascinare i compagni nei momenti chiave della partita e quando la palla scotta, spesso è lui a risolvere la situazione, sia in attacco, sia in difesa.
Purtroppo la marcia dei Bucks si ferma davanti all’ostacolo Toronto Raptors (poi campioni Nba) nelle finali della Western Conference, in una serie più combattuta di quanto dica il 4-2 finale. Ma ormai gli avversari sono consapevoli del fatto che, negli anni a venire, per arrivare al Titolo dovranno vedersela con la franchigia di Milwaukee.
Durante la cerimonia di Los Angeles, Giannis è stato chiaro: “Adesso voglio il Titolo”.
Avversari avvisati…
Luca Carnevale