Abbiamo ripetuto praticamente ogni volta che abbiamo parlato di Marte quando sia fondamentale per un’eventuale missione umana trovare una riserva d’acqua in loco, acqua che ovviamente sarà ghiacciata viste le temperature del pianeta rosso. Ora è giunta notizia dal JPL della NASA (il celeberrimo Jet Propulsion Laboratory con sede a Pasadena in California) che è stata realizzata una mappa di dove si ritiene di trovare ghiaccio su Marte appena sotto la superficie (fino a due centimetri e mezzo). La ricerca è stata pubblicata su Geophysical Research Letters.
La mappa è stata realizzata incrociando i dati forniti da due strumenti sensibili al calore posti sulle sonde MRO (Mars Reconnaissance Orbiter ) e Mars Odissey con i dati radar sulla presenza di depositi di ghiaccio o degli avvistamenti di ghiaccio dopo l’impatto di meteoriti.
Perché strumenti sensibili al calore? Perché la presenza di ghiaccio cambia la temperatura della superficie. Queste indagini hanno rivelato la presenza di ghiaccio ai poli e alle medie latitudini un po’ dappertutto ma la mappa si è concentrata su quelle particolarmente superficiali.
Del resto la missione della MRO è proprio quella di trovare un possibile punto di ammartaggio. Ecco un particolare che forse non ho sottolineato abbastanza in articoli precedenti, individuare il punto di ammartaggio (e dunque un punto dove ci sia una riserva di ghiaccio su Marte che sia facilmente accessibile) non è qualcosa da fare quando l’astronave che porterà l’equipaggio umano su Marte sarà già in viaggio, scegliere il punto di approdo è una delle primissime cose da fare, non è esagerato dire che la missione verrà costruita attorno. Ovviamente la presenza d’acqua non è l’unico criterio con cui scegliere, ad esempio si preferiscono le medie latitudini rispetto ai poli perché c’è più luce solare e temperature (relativamente) più miti, si preferisce l’emisfero nord perché mediamente le altitudini sono più basse, il che significa più atmosfera utile per rallentare la navicella durante la discesa, l’atmosfera marziana è molto molto rarefatta, ma come si suol dire meglio poco che nulla.
Il prossimo passo? Scoprire come cambia stagionalmente la dimensione di questi depositi di ghiaccio superficiali.
Roberto Todini