Ultimo inverno: il peggiore per la salute dei ghiacciai
I ghiacciai dei poli terrestri, tra il 2015 e 2016 hanno subito l’inverno peggiore di tutti i tempi. Sia la NASA che il National Snow and Ice Data Center dell’Università hanno diffuso dei dati allarmanti: la calotta polare artica, infatti, si sta continuando a restringersi, ed è stata raggiunta l’estensione invernale dei ghiacci più ridotta per il secondo anno di seguito.
Il ciclo dei ghiacciai che ricoprono l’oceano Artico, infatti, consiste nel restringimento nel periodo estivo e in seguito recuperano terreno nell’inverno, fino a una massima estensione a marzo.
Walt Meier, lo studioso del Goddan Space Flight Center della NASA, comunica che stiamo andando incontro a sempre maggiori restringimenti delle superfici ghiacciate invernali, in quanto, oltre al riscaldamento atmosferico, anche gli oceani si stanno riscaldando e si riscaldano continuamente.
L’ente spaziale americano, visto il pericolo, per questo 2016 ha programmato alcune campagne di ricerca proprio al fine di studiare salute della nostra Terra.
La causa di questo inverno peggiore per i ghiacciai è del cambiamento climatico che sempre di più sta colpendo il nostro pianeta.
L’uomo ha una forte influenza sul clima, nonché sulla temperatura terrestre, con attività quali la combustione di combustibili fossili, aumento delle concentrazioni di gas a effetto serra, deforestazione, utilizzo di gas fluorurati di origini industriale. La temperatura media mondiale, rispetto ai livelli del diciannovesimo secolo, è più alta di 0.85˚C. Le prime rilevazioni sono state acquisite nel 1850: da allora si calcola che «ciascuno degli ultimi tre decenni è stato più caldo dei precedenti decenni» (ec.europa.eu).
Gli esperti di clima a livello mondiale ritengono che una delle cause principali dell’aumento delle temperature sia a causa delle attività dell’uomo. Gli scienziati considerano che un aumento di 2˚C rispetto alla temperatura dell’era preindustriale, sia la soglia oltre la quale c’è il rischio che si verifichino mutamenti ambientali catastrofici, per questo «la comunità internazionale ha riconosciuto la necessità di mantenere il riscaldamento sotto i 2˚C» (ec.europa.eu).
Lo scorso 22 Aprile è stata celebrata la giornata mondiale della Terra, l’Earth Day, e oggi, così come domani, dobbiamo continuare a renderci conto di come la nostra Terra soffre, se non prestiamo la giusta attenzione a ciò che ci ospita ogni giorno.
Vanessa Romani