E’ appena uscito il singolo “I love you” del rapper Ghali che dichiara :
“è un pezzo d’amore ma non per una donna, è questa mia lettera d’amore verso un carcerato immaginario. Ho voluto usare questa frase così che può sembrare banale, riprenderla per mandare un messaggio più profondo in sè”
queste le sue parole rilasciate in un’intervista radiofonica.
Dopo poco più di 24 ore dalla messa in rete del videoclip sul canale Youtube sono già quasi mezzo milione le visualizzazioni, l’artista di origini tunisine ma cresciuto nel quartiere milanese di Baggio, sente forte quel background urbano che sospinge con forza per dare voce agli ultimi e che contraddistingue anche l’ultimo lavoro.
Ci aveva già provato in precedenza con il singolo “Cara Italia“, successo radiofonico e di vendite, dove “un messaggio alla nazione” e ai potenti aveva l’intento di aprire certe occluse mentalità nazionaliste.
Oggi Ghali ci riprova, la pressione è tanta per chi si fa portavoce di una generazione enorme, fatta di adolescenti, di melting pot razziale e culturale e da pioniere della trap italiana.
Ci riprova con una canzone che scinde dalla circoscrizioni di quei pochi minuti ma che diventa concept importantissimo di un progetto sociale a 360 gradi
“I love you” , nella sua retorica di utilizzo eccessivo, vuole raccontare un amore diverso, un sentimento che possa avere tante sfumature, come quello utopico e destabilizzante di un carcerato con una guardia (come si evince proprio dal videoclip), ma anche l’amore nel comunicare un senso di appartenenza diversa alla realtà o di quel senso perso di libertà.
Sono infatti le storie di Karim, Elisa, Veruska (che Ghali ha raccontato in alcuni video-reportage sempre su Youtube) e di tanti altri, anime del carcere milanese di San Vittore, dove l’artista è stato per promuovere l’uscita del suo nuovo brano, tra i tanti ragazzi della casa circondariale che si sentono rappresentati da chi si fa paladino di integrazione e riscatto e non solo musicale.
Nel corso della sua visita a San Vittore, la stesso carcere che che il Ghali bambino ha visitato da ospite quando la pena detentiva teneva il padre dietro una cella, ha visto annesso anche un altra parte del suo progetto.
L’artista con una selezione di detenuti ha realizzato un murales con su scritto “la musica libera tutti”. Una parte di questo murales è stato realizzato su una tela. L’artista ha deciso di portare a casa quel “pezzo” dell’opera per rivenderla in beneficenza, a favore dell’associazione giovani e donne della casa circondariale. Dichiara:
«Attorno a questo brano voglio far nascere un progetto che superi il concetto di una sola canzone, come l’idea di creare del merchandising, eventi e situazioni che fanno un po’ da accessorio al brano e che ne possano estendere e espandere il messaggio»
Il brano, che si avvale della collaborazione del produttore Zef, declina dalle logiche più peculiari dei pezzi trap, diventa pop, esotico e liberatorio. Caricato di forte senso simbolico che sembra voler creare quel canale immaginario in cui due mondi, generalmente opposti e antagonisti, riescono a comunicare fra di loro, puntando alla rottura di quei fantomatici muri, oggi non più e non soltanto di cemento, che rendono liberi.
Di seguito il videoclip del brano “I love you“:
Claudio Palumbo