‘’E’ stato Louis Lumière ad aver inventato un eccellente dispositivo per animare le fotografie chiamato Cinematografo. Ma è Georges Méliès ad aver creato il cinema. Termine con il quale non si intende solo l’abbreviazione per il brevetto, ma anche un nuovo tipo di spettacolo, del tutto basato sulla messa in scena.‘’ (George Sadoul)
28 dicembre 1895. Georges Méliès assiste alla prima proiezione pubblica di una decina di brevissimi film. Subito ne comprende le possibilità tecnico-espressive, e vorrebbe impiegarle per ottenere quegli effetti di illusione che già da tempo andava realizzando come prestigiatore sul palcoscenico del Teatro Robert-Houdin. E che col cinema, immagina Méliès, potrebbero essere ancor più sensazionali.
Il rifiuto di Lumière
Ma Antoine Lumière rifiuta di vendere a Georges Méliès gli apparecchi cinematografici. Questo perché il padre dei fratelli Auguste e Louis è convinto che la curiosità del pubblico verso questo nuovo mezzo di riproduzione della realtà durerà poco.
Quella del cinematografo è un’invenzione destinata a non avere alcun successo.
Sono le ultime parole famose di papà Antoine. Pertanto, dice, occorre sfruttare al massimo l’invenzione ottenendone i maggiori profitti. Dunque lasciar solamente noleggiare l’apparecchiatura, invece che venderla insieme ai suoi segreti.
Ma non è lo scetticismo verso il successo a lunga distanza del cinema a fermare Antoine Lumière, che sempre sostiene i figli nel perfezionare l’invenzione. Anzi è proprio a lui, affarista con fortune alterne, che si deve l’intuizione che farà del film un successo: la dimensione collettiva della fruizione.
E nemmeno Georges Méliès riesce a lasciar perdere. Nei mesi che seguono il rifiuto di Antoine, infatti, si affanna nella ricerca di un apparecchio simile. L’idea di fondo è sempre quella di realizzare spettacoli che arricchissero i programma del suo teatro. E, successivamente, sostituirsi agli stessi spettacoli teatrali.
Georges Méliès, il prestigiatore parigino
Figlio di un fabbricante di scarpe, Georges Méliès cede presto al fratello la quota dell’industria paterna. Con i soldi ricavati acquista il Teatro Robert-Houdin, di cui diventa direttore. Si tratta di una piccola sala specializzata in spettacoli di illusionismo; e lui, prestigiatore dilettante ma di grande talento, riporta in alto il nome del teatro.
I suoi spettacoli diventano nel giro di pochissimo una delle maggiori attrazioni parigine. Ogni anno inventa due o tre grandi trucchi, che ottengono un sempre maggior successo di pubblico.
Solo alcuni mesi dopo il rifiuto del loro padre Antoine, Georges Méliès comincia a costruire autonomamente un apparecchio per ”spettacoli di fotografie animate”. Nel 1897 costruisce a Montreuil un vero e proprio studio cinematografico, dove realizzare quei film ”a trucchi” che diventeranno la sua specialità.
A questo proposito, è importante tener conto che non è possibile separare nettamente l’attività teatrale di Méliès da quella cinematografica. Questa, infatti, non è altro che un ampliamento della prima.
Giochi di prestigio sul grande schermo
Alla base della poetica di Méliès ci sono l’illusione ottica, la meraviglia, il mistero non svelato. Tutte cose che sul suo palcoscenico scaturiscono da effetti scenici sempre più complicati, grazie al supporto del cinematografo, e trucchi sempre meglio studiati.
Ma cosa fa in pratica Georges Méliès? Quello che fa Méliès è applicare i trucchi di magia al cinematografo, sfruttandone le potenzialità. Fa uso di specchi riflettenti, che consentono apparizioni, trasformazioni o sparizioni. A volte realizza addirittura viaggi nello spazio, anticipando i film di fantascienza. Oppure decapitazioni tragicomiche, avventure fantastiche, personaggi strani. Tutto grazie a un uso alternativo ”illusionistico” del cinematografo.
Insomma, tutto un repertorio di situazioni spettacolari i cui trucchi sono così ben inseriti nella struttura scenica da stupire lo spettatore ottocentesco come mai prima. Ma soprattutto, quello di Méliès è anche il primo cinema propriamente dinamico. Laddove, invece, i fratelli Lumière usavano tenere più una scena fissa con cinecamera immobile.
Louis Lumière definì Georges Méliès ‘’il creatore dello spettacolo cinematografico’’. Ed è vero che fu il primo a dedicarsi con precisione alla ‘’messa in scena’’, nel senso letterale del termine. Gli schemi formali da lui usati costituiranno la maggior parte della successiva produzione di largo consumo. E, soprattutto, la base degli effetti speciali.
Noemi Eva Maria Filoni