Invece di finire sotto processo per alto tradimento della patria, è stato promosso addirittura presidente del consiglio. E’ l’Italia che affonda sempre più. Per la cronaca. Il 21 marzo 2015, in gran segreto, vale a dire tenendo all’oscuro l’opinione pubblica italiana, l’allora ministro degli esteri Paolo Gentiloni, attuale inquilino di Palazzo Chigi al posto del trombato Matteo Renzi, ha donato ben 339,9 chilometri quadrati di mare italiano ad uno Stato straniero. In Francia questo omaggio è stato ratificato dal Parlamento, in Italia invece proprio no. L’11 marzo dello scorso anno si è dibattuto alla Camera sulla cessione delle acque territoriali fatta a favore della Francia, con accordo firmato appunto a Caen il giorno 21 marzo 2015. Il dibattito scaturito dall’interpellanza urgente numero 2/01308, presentata dal deputato sardo Mauro Pili di Unidos, riassume la vicenda. La risposta del sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, tale Antonello Giacomelli, è stata a dir poco vergognosa, anzi omertosa.
Nessuno in Italia è stato interpellato durante i negoziati. Nessuno ha chiesto almeno l’opinione dei pescatori o dei rappresentanti del popolo, ossia deputati e senatori. Quello di Caen doveva essere un accordo segreto che sarebbe venuto a galla solo a fatto compiuto. Ma la Francia ha rovinato i piani di Renzi e Gentiloni. Infatti, dopo che il parlamento francese ha ratificato il trattato, i transalpini l’hanno subito fatto valere, sequestrando il peschereccio “Mina”, il quale stava pescando come sempre nelle acque della cosiddetta “fossa del cimitero”, (così denominata perché una volta si identificava allineando la prua della barca alle croci del camposanto di Ospedaletti), dove da tempo immemorabile i liguri vanno a pescare i famosi gamberoni rossi di Sanremo. Dopo si è consumato l’episodio del peschereccio Cecilia in Sardegna.
Secondo il sottosegretario Giacomelli questo accordo è stato negoziato e firmato soltanto per definire “confini certi” tra i territori di competenza di Francia e Italia. Ma allora perché tanta segretezza? C’entrano forse qualcosa i giacimenti di idrocarburi scoperti dall’azienda norvegese TGS Nopec? I dati incredibilmente riservati del ministero dello Sviluppo Economico attestano in quelle aree la disponibilità di gas e petrolio. L’onorevole Pili non contento ha battuto la via giudiziaria, presentando un esposto alle Procure di Tempio e Sassari, di Roma e infine di Genova. Ecco le motivazioni del deputato Mauro Pili:
«E’ fin troppo evidente che dopo le risposte parlamentari alle interrogazioni emerge con grave rilievo l’assenza di qualsiasi vantaggio per l’interesse nazionale a fronte di un gravissimo danno (nocumento in base all’art.264 del Codice Penale) per la sovranità, l’economia e le ricadute sociali. Si tratta di un atto dovuto, così come è la prima volta che si richiama l’art.264 del codice penale per un accordo internazionale, proprio perché si è dinanzi ad un fatto inedito e inaudito di cessione di sovranità a fronte di un danno evidente all’interesse nazionale. Nell’esposto sono richiamati anche i possibili danni e interessi legati all’indeterminato utilizzo di possibili giacimenti di idrocarburi in mare che risulterebbero alla mercè della condizione più favorevole sul piano giuridico ed economico, considerato anche il prossimo referendum del 17 aprile».
Il 16 marzo 2016, la presentazione dell’esposto alla Procura di Roma. Ecco le parole di Pili:
«Stamane ho depositato, con protocollo n.82928, presso la Procura di Roma l’esposto denuncia sui gravissimi contenuti ed effetti dell’accordo bilaterale Italia – Francia del 21 marzo 2015 che ha profondamente modificato i confini a favore della Francia con grave danno per l’interesse nazionale e della Sardegna. Si tratta del primo passo obbligato per costringere il governo italiano a dichiarare le ragioni di tale accordo e a valutare in modo oggettivo e obiettivo il nocumento che ha generato rispetto all’interesse nazionale. E’ un atto dovuto considerata la gravità dell’atto compiuto e del fatto che mai dal dopoguerra ad oggi erano stati modificati i confini marittimi nazionali in modo così evidente e a danno dell’interesse nazionale. Per questo motivo, dopo le mancate risposte del governo, e le reiterate azioni tese a manipolare i fatti e lo stesso contenuto dei documenti, ho ritenuto doveroso presentare l’esposto denuncia che per ogni buon conto allego. Non appena i magistrati competenti riterranno di dover aprire un fascicolo mi impegno sin d’ora a costituire formalmente un pool di legali che voglia prendere a cuore tale causa».
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