La cattedrale di San Lorenzo a Genova è molto antica: le sua storia inizia nell’anno 1000 all’incirca. Chissà i nostri lontanissimi antenati come immaginavano che sarebbero stati gli anni 2000. Forse pensavano che l’uomo avrebbe così tanto sviluppato la sua intelligenza da realizzare opere e compiere gesta grandiose.
E invece non è esattamente andata così, almeno per certi versi. Nei giorni scorsi, qualcuno si è arrampicato sul Duomo di Genova per farsi un selfie, danneggiandone un elemento. Viene da pensare che forse l’uomo non è l’essere più intelligente su questo Pianeta.
Il danno alla cattedrale di Genova
Qualche giorno fa qualcuno si è arrampicato sull’antico portale della cattedrale di San Lorenzo a Genova e ha danneggiato un rilievo scultoreo realizzato nel 1225 circa. Si è staccata la testa e una mano di un Re Magio. I primi ad accorgersi del danno sarebbero stati le guide turistiche. Queste hanno rinvenuto a terra frammenti dell’opera danneggiata e quindi avvertito la Curia. Da qui è scattata la segnalazione alla sovrintendenza e una denuncia ai carabinieri, che hanno avviato un’indagine.
Ad indagare sono i carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale che hanno acquisito le immagini delle telecamere che sorvegliano la cattedrale. Secondo una prima ipotesi, l’arrampicatore si è innalzato sul portale, magari sostenuto da un altra persona. Probabilmente ha messo i piedi o si è tenuto con le mani a una delle figure del rilievo scultoreo ‘Le storie dell’infanzia di Cristo’ del Maestro dell’Arca del Battista.
Le pessime condizioni del monumento a Piersanti Mattarella a Trapani
Piersanti Mattarella, fratello del nostro presidente della Repubblica, era un politico. Fu assassinato a Palermo da Cosa Nostra il 6 febbraio 1980, durante il mandato di presidente della Regione Sicilia.
Nella villa comunale Margherita di Trapani è collocato un busto che lo raffigura. Da pochi giorni, amministratori e cittadini, durante un sopralluogo, si sono accorti che manca qualcosa. Nella stele che sorregge il busto son sparite della parole, in particolare la frase “ucciso dalla mafia”. Si troverebbe in cattivo stato anche la stele dell’ex segretario regionale del Partito comunista Pio La Torre, anche lui assassinato dalla mafia, che si trova poco distante.
Il problema probabilmente sta nel fatto che all’interno del giardino comunale nessuno si preoccupa di ripulire i busti dagli escrementi dei piccioni. L’ex procuratore di Palermo Francesco Messineo ha detto: “Ripristineremo immediatamente ciò che era stato scritto sulla stele a memoria di Piersanti Mattarella. Non è certo però che le lettere siano state asportate, potrebbero essersi staccate per fattori di vario genere. Comunque sia avvenuto il fatto, è doveroso rimetterle subito a posto”.
E ancora: a Venezia sparisce una pietra d’inciampo
Le pietre d’inciampo sono dei sampietrini di ottone che l’artista Gunter Demnig, da più di vent’anni, colloca in tutta Europa in ricordo delle vittime del nazismo.
In un sestiere di Venezia, Cannaregio, al civico 1771, sempre qualche giorno fa è stata divelta e rubata la pietra d’inciampo dedicata a Gustavo Corinaldi, apposta il 22 gennaio scorso. Il Comune di Venezia, la Comunità ebraica, il Centro tedesco di Studi veneziani e l’Iveser condannano fermamente questo atto di vandalismo e inciviltà, auspicando che venga fatta chiarezza sulle responsabilità.
Dov’è finito il buon senso?
Questi episodi sono sicuramente diversi tra loro, per oggetto e modalità del danneggiamento. Ma hanno un denominatore comune: la mancanza di buon senso.
Partendo da quanto successo a Genova, è assurdo pensare che, per una foto, qualcuno arrivi ad arrampicarsi sulla facciata di una cattedrale. Forse bisogna dare ragione a chi rimpiange i tempi de-smartphonizzati, in cui l’importante era godere delle bellezze del mondo e non fotografarle (o fotografarsi).
Passiamo poi per Trapani, dove c’è un busto in onore di un uomo ucciso dalla mafia. Quel monumento dovrebbe avere un’importanza grandissima e invece è maltrattato o trascurato. Viene a cancellarsi proprio quella frase: “ucciso dalla mafia“. Cosa tristemente ironica, se si pensa che la mafia spesso si è difesa negando la sua stessa esistenza.
E infine concludiamo questo breve viaggio alla ricerca del buon senso a Venezia. E neanche qui lo troviamo. Qualcuno ha avuto il coraggio balordo di togliere via un simbolo, piccolo ma potente. Rimuoverlo è come cancellare la storia di un uomo. E se non ricordiamo coloro che sono stati deportati ingiustamente dal nazismo, è come se dimenticassimo il nazismo stesso.
Tutto ciò intristisce molto ed è sintomo di una perdita diffusa di valori sacrosanti, come il rispetto, la cura per il nostro patrimonio artistico, per il ricordo di persone che sono state la nostra storia.
Rossella Micaletto