La natura ha sempre ispirato l’arte, a partire dalle grotte decorate con gli animali cacciati dai nostri antenati, fino ai grandi paesaggi del Settecento e dell’Ottocento, agli oggetti quotidiani dalle linee sinuose dello stile Liberty.
Con lo sviluppo del sapere scientifico, questa tendenza a rendere la natura sia oggetto che soggetto dell’indagine artistica, sia nella grandiosa spettacolarità dei paesaggi selvaggi che negli alieni scenari del mondo microscopico, ha preso sempre più piede: basti pensare alle illustrazioni naturalistiche dell’olandese Maria Sibylla Merian, vere e proprie opere d’arte nate da un intento documentaristico e divulgativo. Talvolta sono gli stessi elementi naturali a comporre le opere artistiche, come nel caso di Klaus Kemp, le cui composizioni di diatomee (un tipo di arte molto in voga in età vittoriana e poi caduta nel dimenticatoio) sono microscopici capolavori di geometrie e colori invisibili ad occhio nudo.
Il medesimo intento ha spinto il duo TTOZOI, formato da Stefano Forgione e Giuseppe Rossi, con il patrocinio del MiBACT e la guida di Gianluca Marziani, a dare alla luce una serie di opere sulla cui superficie è stato indotto lo sviluppo di muffe, la cui proliferazione è stata tuttavia monitorata. Escluso questo intervento nel processo naturale e l’aggiunta dall’esterno dei materiali organici necessari (farine, acqua e pigmenti naturali) per la nascita dei microrganismi, tutto il resto è stato lasciato al corso della Natura, sfruttando le condizioni climatiche degli ambienti scelti. Il concetto di base del progetto è infatti catturare l'”anima” di un determinato luogo, da qui il nome della mostra Genius Loci. I luoghi scelti per questo progetto artistico non sono casuali, ma anzi sono pregni di cultura e fortemente legati all’arte, alla storia e alla memoria: la Reggia di Caserta, la relativa necropoli sannita del IV secolo a.C. e l’anfiteatro di Pompei. Le 20 tele di iuta, messe in teche di vetro, sono state lasciate nei posti suddetti per 40 giorni perché venissero colonizzate dalle muffe.
Talvolta, più che arte concettuale o astratta sembra che le colonie delle muffe imprigionate su questi supporti mostrino dei paesaggi naturali di ampio respiro, dai contorni vaghi, dove le macchie di colore dominano, quasi si volessero ispirare ai grandi paesaggi indefiniti e romantici di William Turner.
Le opere sono esposte fino al 20 agosto alla Reggia di Caserta ed in seguito saranno in mostra a Roma; è inoltre prevista la pubblicazione di un catalogo.
Barbara Milano