Forse d’ora in poi ci penserà due volte il vicepreside della scuola media “L. Murialdo” di Foggia prima di riprendere uno studente indisciplinato, nel timore che un altro padre inferocito si avventi su di lui. C’è da augurarsi di no. C’è da augurarsi che questa atmosfera, spesso difficile, in cui gli insegnanti di oggi sono costretti a lavorare non riesca a distoglierli dalla loro missione. Una missione che se dovesse venir meno, svuoterebbe completamente di significato il ruolo educativo della scuola, relegandola a mera dispensatrice di nozioni.
I fatti
La notizia è stata diffusa dai giornali locali domenica 11 febbraio e ripresa poi dalla stampa nazionale. Venerdì 9 febbraio, Pasquale Diana avrebbe rimproverato uno studente perché spingeva le sue compagne di scuola al momento dell’uscita e lo avrebbe preso per un braccio per allontanarlo dalla fila. La mattina successiva il padre del ragazzo si è presentato a scuola, all’ora di entrata delle classi, ed è andato direttamente alla ricerca del vicepreside. Non per chiedere un chiarimento, ma per avventarsi su di lui con una scarica di pugni, tra gli inutili tentavi di bloccarlo dei collaboratori scolastici e degli altri docenti. Il vicepreside ha riportato contusioni al volto e all’addome e la lesione del setto nasale.
(Non ho reagito) perché avevo gli occhi del figlio di chi mi stava aggredendo e dei miei ragazzi addosso. Noi abbiamo fatto tante lezioni sul rispetto delle regole e sul linguaggio non violento, reagendo avrei annullato tutto quello che avevo cercato di insegnare loro e non me lo sarei mai perdonato.
I precedenti
Non è certo la prima volta che un genitore cerca di risolvere le incomprensioni scolastiche a suon di botte. Lo scorso ottobre, nella scuola media San Giovanni Bosco di Bari, una donna ha schiaffeggiato e addirittura minacciato di morte l’insegnante della figlia, colpevole di aver preteso silenzio mentre spiegava. Sempre a ottobre, ma a Paola (CS), un’altra madre ha fatto irruzione in classe e ha aggredito fisicamente e verbalmente la docente della figlia sedicenne.
Nel 2016 in un liceo scientifico di Matera, un padre ha lussato la spalla al professore di matematica, dopo aver appreso che la figlia aveva un rendimento basso nella sua materia. Gli esempi sono davvero troppi e tra essi non mancano le aggressioni di coppia. A Paese (TV), lo scorso dicembre, i genitori di un ragazzo che era stato rimproverato perché indisciplinato hanno chiesto un colloquio con il professore, che se l’è cavata con qualche spintone e un ceffone.
La scuola come pilastro educativo
Vien da chiedersi quale sia il destino della scuola arrivati a questo punto e quanto possano ancora collaborare quelli che fino a ora sono stati i due poli educativi per eccellenza: scuola e famiglia. Gli episodi di violenza, per fortuna rari, sono infatti solo la più grave delle manifestazioni di mancanza di fiducia che i genitori arrivano a riservare alla scuola.
Discussioni per un brutto voto, bocciature contestate, ingerenze nei programmi e nelle attività didattiche sono ormai sempre più frequenti. E il rischio è quello di una de-responsabilizzazione dei ragazzi. Se quando sbagliano non glielo si può dire, come potranno acquisire quel senso della misura e del rispetto degli altri che sono elementi fondamentali del vivere in una società aperta e giusta?
Il decalogo
Il Preside del Liceo Scientifico Fermi di Bologna ha inaugurato l’anno scolastico in corso con una lettera ironica indirizzata alle famiglie (Fonte: Repubblica.it.Bologna), con i dieci punti da mettere in atto per affondare definitivamente la scuola. Una sorta di decalogo alla rovescia:
1) Evitate di parlare con i docenti;
2) Sostituitevi ai vostri figli: cercate di eliminare tutte le esperienze che possano metterli in difficoltà;
3) Non controllate mai il registro elettronico;
4) Credete loro anche contro l’evidenza;
5) Date sempre la colpa alla scuola;
6) Giustificateli sempre e comunque;
7) Non sosteneteli nel loro impegno quotidiano;
8) Non premiate mai il loro sforzo;
9) Date assoluta importanza più al voto che alle cose che imparano ed alla loro crescita;
10) Non ascoltateli quando vi parlano di sé e dei loro problemi extrascolastici.
Verrebbe da suggerirgli un undicesimo punto: “Se necessario, lavate il loro onore con il sangue. Del professore.”
Michela Alfano