Il report dell’ILO, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, avverte sui rischi che corre la cosiddetta generazione lockdown: più di un giovane ogni sei è rimasto senza lavoro a causa della pandemia da COVID-19
Il report “ILO Monitor: COVID-19 and the world of work” non ammette molte repliche: la diffusione capillare del virus e le scelte governative di imporre lockdown molto lunghi hanno avuto un impatto devastante sul tessuto economico e su chi ne fa parte.
I giovani non solo hanno nell’immediato perso posti di lavoro, ma hanno visto dissolversi programmi educativi e di formazione, il cui fermo è causato dalla necessità di molte aziende di ridurre al massimo le perdite.
Di fatto un’intera generazione si dovrà reiventare e, in molti casi, ricominciare da zero. Una situazione che, secondo il report, colpisce le donne della generazione lockdown più della controparte maschile.
“La crisi economica derivata dalla pandemia da COVID-19 sta colpendo i giovani, specialmente le donne, in maniera più forte e più velocemente di qualsiasi altro gruppo sociale. Se non prendiamo misure efficaci in tempi brevi per migliorare la loro situazione, gli effetti del virus potranno rimanere con noi per decenni. Se il loro talento o le loro energie vengono messe in secondo piano dalla mancanza di opportunità, tutto il nostro futuro risulterà essere danneggiato e sarà molto più difficile ricostruire un’economia post COVID-19 migliore” ha dichiarato il Direttore Generale ILO Guy Ryder.
Secondo l’ILO una misura efficace sarebbe implementare sia il numero di test eseguiti sia i servizi di tracciamento dell’epidemia: in paesi come l’Islanda o la Corea del Sud, il divario economico e la riduzione delle ore lavorative sarebbe circa la metà degli altri paesi ad alto e medio reddito.
Tali servizi potrebbero di fatto permettere norme di confinamento molto meno rigide e creare, sebbene temporaneamente, posti di lavoro e impieghi. Ma la gestione della mole di dati legati alla privacy, come quelli provenienti dalle app di tracciamento ad esempio, non può essere trascurata e necessita di un’attenta revisione nell’ottica di una valutazione costi-benefici.
Per la generazione lockdown in America ed Europa la situazione è davvero critica: rispetto ai primi quattro mesi del 2019, lo stesso periodo relativo al 2020 ha visto una perdita del 4.8% di ore lavorative che può essere paragonata a 135 milioni di posti di lavoro, ovvero una percentuale di ore perse del 12.9% per l’Europa.
“Penso che dobbiamo concentrare la nostra attenzione e le nostre menti a trovare risposte politiche giuste, ottenere la risposta sanitaria corretta e la risposta socio-economica più valida”
Guy Ryder
Chiara Nobis