Poche le artiste nelle classifiche italiane. A certificarlo una ricerca presentata, alla Milano Music Week, da Spotify, condotta con GfK e il contributo di FIMI e PMI.
Che le donne abbiano un problema di rappresentanza, opportunità e salario, praticamente in ogni ambiente lavorativo è, ormai, più che noto. È, però, interessante osservare come anche in contesti più progressisti come quello della musica, il Gender Gap sia ancora molto evidente.
Qualche dato sul Gender Gap nella musica italiana
A dirlo è un report presentato da Spotify, in collaborazione con GfK, FIMI e PMI, alla Milano Music Week 2021. Il report è stato presentato, durante la manifestazione, in un panel dedicato, alla presenza di Federica Tremolada, Menaging Director Southern & Eastern Europe Spotify, Enzo Mazza per FIMI, Dario Giovannini per PMI e Annalisa, artista italiana, attualmente, fra le più quotate.
Dai dati risulta che le donne rappresentano il 14,1% di tutti gli artisti presenti nelle classifiche ufficiali della musica italiana. In proporzione, si parla di 1 donna ogni 4,1 uomini. Un po’ pochino, viste anche le lotte che lo stesso mondo della musica porta avanti negli ultimi anni a favore dell’empowerment femminile.
Il Gender Gap nella musica e la rivoluzione della Gen Z
Il motivo andrebbe ricercato nel retaggio culturale dei decenni precedenti che continua a influenzare l’economia e la cultura musicale anche nel presente. Il lato positivo sta nel fatto che la situazione sembra sia destinata a un miglioramento. Lo si evince dal fatto che, sempre osservando i dati, il Gap va riducendosi negli artisti under 30, segno che la generazione Z sta rivoluzionando la questione dei generi anche all’interno del mondo musicale. Quella fluidità della quale la generazione Z si sta facendo portavoce e bandiera si riflette inevitabilmente nella moltiplicazione e mescolanza dei generi musicali. Ciò influisce positivamente sull’abolizione di categorie più o meno avvantaggiate, anche in termini di sesso ed età, eliminando l’attribuzione di etichette inutili e stantie. È ciò che hanno sottolineato, più volte, le personalità sopra citate, presenti all’evento.
Le italiane che impiegano più tempo ad affermarsi
Altri dati significativi riguardano l’età media delle donne nelle classifiche italiane e la percentuale di collaborazioni musicali. Riguardo a quest’ultima si rileva che, tra i progetti di artisti uomini solo il 15% prevede una collaborazione femminile, mentre il 77% dei progetti femminili prevede collaborazioni con uomini.
Per tornare invece all’età, quella media delle artiste italiane presenti in classifica è di 37 anni, 8 in più rispetto a quelle delle artiste internazionali e 3 in più rispetto ai colleghi italiani uomini. Una spiegazione a ciò è ben espressa dalla parole di Annalisa che sa bene, per esperienza personale, quanto le donne debbano lavorare più a lungo per essere prese sul serio e affermarsi:
Più si parla di queste tematiche e più si fanno passi avanti per il futuro. (…) Il lavoro di un’artista donna è più difficile e laborioso. Ad esempio si viene spesso considerate cantautrici a fatica e soprattutto se ciò che scrivi parla di emozioni. Questo è uno degli aspetti su cui dobbiamo ancora lavorare.
Il futuro girl power nella musica
Un ultimo dato curioso è che gli ascolti delle artiste femminili sembrano raggiungere soglie più alte nel periodo natalizio e in quello sanremese. Questo è indicativo del fatto che il punto di vista femminile, nella musica come nell’arte, deve ancora trovare occasioni propizie per esprimersi.
L’espressione del femminile non è ancora qualcosa di completamente scontato e naturale. Questo perché, in passato, le donne erano troppo prese a occuparsi di altro che non prevedeva il dedicarsi all’espressione artistica. Cosa che, invece, hanno sempre potuto fare gli uomini. Esprimersi artisticamente era un di più, un qualcosa di accessorio rispetto ad altre esigenze considerate fondamentali. Ed è stato così molto più per le donne che per gli uomini.
Oggi, per fortuna, le donne hanno la possibilità di esprimere la propria urgenza espressiva molto più di ieri perché la società è cambiata e l’arte femminile non è più considerata un capriccio. Eppure gli strascichi di una tradizione musicale fondata, come tutto il resto, su una rappresentazione del maschile, continuano a essere evidenti.
Le aspettative per un futuro prossimo sono, comunque, positive e restano in mano alla rivoluzione dei generi e alla Gen Z.