Parlare di gender equality nel contesto accademico significa porsi l’obbiettivo di un cambiamento responsabile dove non soltanto si parli di uguaglianza di genere, ma si pongano a fianco del dialogo dati, obbiettivi e strategie capaci di accompagnarci verso un contesto sempre più inclusivo e flessibile. Prendendo in considerazione l’ambiente accademico, si rilevano ancora variazioni importanti fra un genere e l’altro. Parallelamente, però, arrivano segnali incoraggianti.
Il contesto accademico è un ambiente composito e variegato dove si mescono molteplici campi di studio e da ciò deriva la prima importante divisione nella distribuzione fra uomini e donne all’interno dei vari settori. Tuttavia, se valutassimo un contesto come quello universitario, potremmo notare che assieme alle micro-differenze di genere legate ai singoli dipartimenti, sussistono anche delle macro-differenze per quanto concerne il percorso che porta al raggiungimento di determinati ruoli. Un esempio di gender equality nel contesto accademico ricade nel campo della ricerca, dove ancora oggi si rilevano battute d’arresto; oppure, l’assegnazione dei ruoli di Professore Ordinario dove il divario continua ad essere consistente, specialmente per quanto concerne gli insegnamenti a indirizzo scientifico.
A proposito delle stime sul personale docente e ricercatore, dell’affluenza ai corsi e della cooperazione internazionale, è interessante consultare il Gender Equality Plan del 2023 promosso dall’Università degli Studi di Torino dove, assieme a una puntuale analisi dei dati, si analizzano strategie e programmi volti a supportare il progresso riguardo alla gender equality nel contesto accademico.
Al suo interno vengono analizzati concetti importanti per la comprensione dei fenomeni che comportano queste disuguaglianze, come ad esempio la leaky pipeline, altresì traducibile in “rubinetto che perde”, per la quale si intende l’abbandono della carriera e dunque la dispersione delle risorse appartenenti al genere femminile. Assieme a questo caso se ne individuano altri due: la glass door e il glass ceiling. Letteralmente, porta e cielo di cristallo, metafore che vogliono intendere degli ostacoli invisibili ma concreti che comportano il rallentamento delle donne nell’accesso a posizioni stabili o a ruoli in posizioni apicali.
Il GEP per il gender equality nel contesto accademico include una prima parte in cui si pongono a confronto i vari dipartimenti dell’Ateneo nel contesto dell’accesso ai ruoli di istruzione, ricerca e amministrazione. Nella seconda parte si punta a promuovere l’equilibrio vita-lavoro e il benessere nell’organizzazione.
Quest’obiettivo si sviluppa attraverso cinque step fondamentali:
- Telelavoro e lavoro agile, attraverso la pubblicazione di bandi appositi
- Servizi per la cura e la conciliazione in Piemonte, grazie alla creazione di una pagina on line sul portale di Ateneo sui servizi per la cura nella città di Torino e zone limitrofe
- Convenzioni per asili nido
- Convenzioni per campi e/o centri estivi
Anche il ruolo della cultura è fondamentale, poiché essa è capace di veicolare stili di vita e concezioni del vivere differenti, riuscendo a influenzare nettamente il cambiamento. Al tal proposito, sono stati vagliati ulteriori interventi a sostegno di obbiettivi di sviluppo socioculturale come la promozione della cultura dell’uguaglianza e della lotta agli stereotipi, l’incoraggiamento a una organizzazione family-friendly per gli equilibri famiglia-lavoro e l’incoraggiamento alla paternità coinvolta.
In un periodo in cui il femminismo si trova ancora dinanzi a una sfida importante nell’affermazione dei diritti e dell’uguaglianza di genere, pensare a nuove strade utili a sviluppare un contesto lavorativo inclusivo significa impattare concretamente su libertà e autoaffermazione.
Stefania Barbera