Il 6 agosto 1945, la bomba nucleare Little Boy viene sganciata sopra la città di Hiroshima distruggendo l’ 80% della città e 80.000 persone, a cui si aggiungeranno altre 60.000 vittime del fallout nucleare. Mai era accaduto che un’arma sterminasse così tante persone nello stesso momento e mai che potesse distruggere una città in solo colpo. Da allora il mondo non è più stato lo stesso.
Io non ho mai vissuto la paura della bomba, una sindrome da guerra finale che ha attanagliato la generazione dei miei genitori, generando capolavori artistici come “Watchmen” di Alan Moore e “Corporale” di Volponi; ma credo che adesso la Bomba giaccia sotterranea, la si pronuncia a fatica. La capacità di estinguerci è rimasta lì, sotto terra, probabilmente sotto il nostro stesso paese e noi possiamo solo sperare che nessun leader mondiale sarà mai così stupido da realizzarlo, l’irrealizzabile. Gli Stati Uniti si sono resi colpevoli, a mio parere, del più grave crimine di guerra della storia dopo i campi di sterminio e si attende ancora che le colpe di quel gesto siano attribuite con giustizia.
Per cercare di ripercorrere quel giorno e l’esperienza del popolo giapponese, l’opera d’arte che ho trovato più evocativa e che mi ha reso più vicino all’orrore dell’olocausto nucleare è stata Gen di Hiroshima, il fumetto-mondo di Keiji Nakazawa (Hiroshima, 1939 – Hiroshima, 2012).
La storia è struggente. Nakazawa ha vissuto sulla propria pelle la tragedia perdendo il 6 agosto il padre, un vero attivista, il fratellino e la sorella e assistendo alla morte della madre nel 1966 per le conseguenze della radiazione nucleare. Lui stesso ha sofferto di leucemia per tutta la vita.
Gen di Hiroshima viene considerato, giustamente, uno dei capolavori mondiali dell’arte giapponese e del fumetto in particolare. Vi assicuro che è impossibile leggerlo senza ridere di gioia per le bravate dei bambini in una città bombardata e, allo stesso tempo, piangere per il trattamento che subiscono in quanto figli di di un “traditore”. Neanche un altra opera toccante e dal tema simile come Una Tomba per le Lucciole di Takahata riesce, così bene, a far toccare con mano le sofferenze di chi c’era.
I 10 volumi di Gen, una lettura che dovrebbe essere integrata nei programmi scolastici, vengono pubblicati in Italia da Hikari Edizioni.
Alessandro Benassi