Gaza sta vivendo ore decisive. Israele e Hamas non sono mai stati così vicini dal trovare un accordo per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Le dichiarazioni ottimistiche di Joe Biden e del neo presidente Donald Trump alimentano le aspettative che un’intesa tra le due parti possa essere raggiunta nei prossimi giorni. Fonti autorevoli, come quelle riportate dal Jerusalem Post, affermano che un annuncio ufficiale potrebbe arrivare entro le prossime ore, segno che le trattative stanno per concludersi positivamente.
Gli incontri, che coinvolgono i mediatori internazionali quali Qatar, Egitto e Stati Uniti, stanno procedendo a ritmo serrato. I diplomatici stanno cercando di definire i dettagli di un accordo che metta fine alla violenza e favorisca un ritorno alla stabilità a Gaza.
Le dichiarazioni di Biden e Trump
Joe Biden ha dichiarato che l’accordo che sta per essere concluso corrisponde a quello che aveva proposto mesi fa, confermando il suo impegno per una risoluzione del conflitto. Secondo il presidente, l’intesa garantirà non solo la sicurezza di Israele, ma anche un aumento significativo dell’assistenza umanitaria per i palestinesi che hanno sofferto gravemente a causa della guerra. Biden ha precisato che la conclusione dei negoziati permetterà la liberazione degli ostaggi e la cessazione dei combattimenti, auspicando che l’accordo segni un passo importante per il ritorno alla pace nella regione.
Anche Donald Trump, in una recente intervista a Newsmax, ha espresso fiducia nella conclusione positiva dei negoziati. L’ex presidente ha affermato che le parti stanno «molto vicine» a un accordo, e che questo potrebbe essere raggiunto già entro la fine della settimana. Trump ha enfatizzato la necessità di una rapida risoluzione, avvertendo che eventuali ritardi potrebbero avere gravi conseguenze.
L’attesa per la risposta di Hamas
La palla passa ora nelle mani di Hamas, il movimento islamico che controlla la Striscia di Gaza. Israele e i mediatori hanno formulato una proposta che ora è in attesa di una risposta ufficiale da parte della fazione palestinese. Il Jerusalem Post riferisce che la decisione finale dipenderà dal capo dell’ala militare di Hamas, Mohammad Sinwar, fratello dell’ex leader Yahya Sinwar, ucciso recentemente durante il conflitto. Secondo alcune fonti israeliane, la risposta di Hamas dovrebbe arrivare entro 24 ore, dopo una valutazione interna della proposta ricevuta.
I negoziatori sperano che la flessibilità mostrata da Israele nelle ultime ore favorisca un esito positivo, ma l’attesa per la risposta di Hamas rimane l’elemento determinante per la riuscita dell’accordo.
Le principali disposizioni dell’accordo
Se le trattative dovessero concludersi favorevolmente, l’accordo che sembra delinearsi prevede una serie di passi significativi. Il rilascio immediato di ostaggi è uno dei punti centrali, con Hamas che dovrebbe liberare tre ostaggi già nel primo giorno di applicazione dell’intesa. Contestualmente, le forze israeliane dovrebbero avviare il ritiro dalle aree più densamente popolate di Gaza, un passo che potrebbe permettere a decine di migliaia di sfollati di tornare a casa, seppur con alcune limitazioni.
Il piano, secondo fonti palestinesi, includerebbe il rilascio progressivo di altri ostaggi nelle settimane successive, con una serie di scambi che si susseguiranno durante le diverse fasi del cessate il fuoco. Inoltre, una zona cuscinetto di 800 metri lungo i confini settentrionali e orientali di Gaza sarebbe istituita per garantire la sicurezza durante la prima fase dell’accordo, che durerebbe circa 42 giorni.
La mediazione internazionale
I mediatori internazionali, in particolare Qatar e Egitto, hanno avuto un ruolo determinante nel favorire il dialogo tra le due fazioni. Il Qatar, che ha tradizionalmente mantenuto una relazione stretta con Hamas, ha agito da canale principale per la comunicazione con il gruppo islamico, mentre l’Egitto ha utilizzato la sua posizione geografica e le sue buone relazioni con Israele per garantire che la tregua fosse accettata dalle autorità israeliane.
Anche gli Stati Uniti hanno giocato un ruolo importante nel sostenere i negoziati, esercitando pressioni su entrambe le parti per raggiungere un accordo che possa risolvere il conflitto e permettere la ricostruzione di Gaza, duramente danneggiata dalla guerra. Tuttavia, nonostante i passi avanti, la tensione rimane alta, e la risposta di Hamas sarà il fattore chiave per determinare se la pace potrà realmente prevalere.
Se l’accordo tra Israele e Hamas dovesse concretizzarsi, esso rappresenterebbe una vittoria importante per la diplomazia internazionale e un primo passo verso la stabilizzazione della Striscia di Gaza. Tuttavia, molte incognite restano, a partire dalla durabilità della tregua e dalla messa in atto delle disposizioni previste, come il rilascio degli ostaggi e il ritiro delle truppe. Le prossime ore saranno decisive per determinare se questo processo porterà a una vera e propria pace o se, al contrario, la violenza riprenderà.