Quella del 27 ottobre è stata “la notte più mortale” dall’attacco di Hamas a Gaza. Una notte resa ancora più terrificante dalla mancanza di contatti con il mondo esterno.
E la luce è ancora lontana
Gaza, del tutto isolata, è sotto un feroce attacco. Così, raccontano alcuni cittadini intervistati dal quotidiano israeliano Haaretz.
Quella appena trascorsa è stata la peggior notte di massacro dall’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre. Israele ha infatti intensificato gli attacchi, colpendo in una sola notte oltre 100 obiettivi nella parte orientale della città. Spingendosi poi verso l’area centrale e raggiungendo persino il nord della Striscia.
I dati riguardanti morti, feriti e dispersi, però non sono disponibili a causa del taglio di Internet e della conseguente interruzione delle comunicazioni.
Tutte le organizzazioni umanitarie e giornalistiche hanno perso i contatti con i loro colleghi, intrappolati in un campo di guerra.
Gaza isolata e sotto attacco: “il cielo si illumina, ma nessuno sa cosa stia succedendo”
Come Israele aveva annunciato lo scorso venerdì, gli attacchi a Gaza e nella zona sud della Striscia si sono intensificati, con l’ampliamento delle attività di terra.
Questa notte, i bombardamenti si sono susseguiti senza sosta per tutta l’area, dal campo profughi di Jabaliya a Bet Lahiya e Bet Hanun.
Secondo il Ministro della Difesa israeliano, l’operazione ha colpito circa 150 obiettivi.
Siamo passati a una nuova fase della guerra. Stanotte la terra a Gaza ha tremato. Abbiamo attaccato sopra e sotto terra, abbiamo attaccato agenti terroristici a tutti i livelli, in tutti i luoghi
Nel frattempo, le condizioni dei civili sono sempre più critiche e, soprattutto, sempre più difficili da monitorare.
Dal 7 al 27 ottobre, sono almeno 29 i giornalisti di entrambe le parti uccisi (24 palestinesi, 4 israeliani, 1 libanese) durante i bombardamenti.
Inoltre, il loro lavoro è reso quasi impossibile dall’assenza di connessione Internet.
Un corrispondente palestinese è riuscito a contattare un giornalista rifugiato in un ospedale di Gaza, il quale ha descritto condizioni terrificanti.
Siamo nell’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa. Non abbiamo idea di cosa stia succedendo. Non c’è connessione, né Wi-Fi, né giornalisti. Siamo tagliati fuori da tutto. La gente non può chiamare le ambulanze o la protezione civile.
Il cielo intorno a noi si illumina e nessuno sa cosa stia succedendo. Non si riesce a raggiungere nessuno, anche se si trova a soli 500 metri di distanza.
Le ambulanze e i medici implorano i giornalisti di far loro sapere quali strade sono state bombardate per andare a soccorrere le vittime, ma i giornalisti stessi non sanno dove sta accadendo qualcosa.
Stiamo cercando di riportare le notizie, ma non abbiamo idea di cosa stia succedendo
Amnesty, Unicef, MSF: “persi i contatti con i colleghi”
Organizzazioni umanitarie da tutto il mondo, tra cui Medici Senza Frontiere, Unicef e Amnesty International sono attivi su vari fronti nella Gaza isolata e sotto attacco.
Il loro obiettivo è quello di proteggere e sostenere i civili, rimasti totalmente a corto di acqua, cibo, elettricità e carburante.
Ma, sempre a causa della mancanza di connessione, i team hanno dichiarato di aver perso i contatti con gran parte dei loro colleghi.
Ad Amnesty International abbiamo perso i contatti con i nostri colleghi di Gaza, e altre organizzazioni per i diritti umani hanno trovato sempre più difficile documentare le violazioni a causa dell’intensità degli attacchi israeliani e delle restrizioni alle comunicazioni
Anche Medici Senza Frontiere non riesce più a raggiungere i corrispondenti, ed è “estremamente preoccupata per la situazione a Gaza”.
L’acqua potabile non è più disponibile, e persino quella non potabile non viene più pompata. Il cibo sta finendo, e non c’è più elettricità.
I medicinali sono in esaurimento, e gli ospedali funzionano a malapena. In più, senza carburante, è quasi impossibile raggiungere le strutture sanitarie.
Per questo, MSF ha lanciato un appello perché la protezione delle strutture sanitarie rimanga una priorità.
Siamo estremamente preoccupati per i pazienti, il personale medico e le migliaia di famiglie rifugiate in strutture sanitarie.
CHIEDIAMO LA PROTEZIONE DI TUTTE LE STRUTTURE MEDICHE, DEL PERSONALE E DEI CIVILI NELLA STRISCIA DI GAZA
Unicef, allo stesso modo, ha dichiarato di non avere più contatti con i colleghi presenti nell’area, e si dice estremamente preoccupata dopo “l’ennesima notte di indicibile orrore per oltre un milione di bambini a Gaza“.
Il tempo sta per scadere. I bambini muoiono a un ritmo allarmante, e vengono privati dei loro diritti fondamentali. Anche le guerre hanno delle regole. I civili devono essere protetti, in particolare i bambini, e devono essere fatti tutti gli sforzi per risparmiarli in ogni circostanza
Secondo le dichiarazioni di Jason Lee, direttore di Save The Children, sono oltre 2900 i bambini morti dal 7 ottobre scorso. Anche se i numeri, dopo questa notte, sono sicuramente molto più alti.
Inoltre, sono circa 5500 le donne incinta che dovrebbero partire entro il prossimo mese, e che rischiano di non trovare sostegno in un ospedale.
Nel frattempo, Gaza rimane isolata e sotto attacco, e la situazione sembra destinata a protrarsi.
Come hanno dichiarato le forze militari israeliane, “è iniziata la svolta“.
Quella della notte passata era la “manifestazione dell’ira di Israele nei confronti di Hamas“, e l’assedio proseguirà “fino a nuovi ordini“.
Giulia Calvani