Secondo le fonti storiche più antiche sono stati gli Egizi i primi a divinizzare i gatti. I primi segni risalgono a circa 4.500-4.000 anni fa. Siamo nell’era Antico Regno e i gatti vengono descritti all’interno del “Libro dei Morti”. In questo manoscritto il gatto prende le sembianze di un leone e salva il mondo combattendo contro Apophis, che per gli egizi è simbolo delle forze maligne. Grazie ad un’attenta analisi da parte di Francesca Fuochi è possibile ripercorrere le tappe fondamentali della storia di questo fantastico felino.
Gatti venerati, le credenze
I gatti, anche se erano associati a svariate divinità dell’Antico Egitto, venivano per lo più identificati nella dea Bastet. Bastet era la divinità protettrice dei gatti e di tutti quelli che sene prendevano cura. Era conosciuta come una dea piuttosto forte associata anche alla magia, alla sensibilità e alla femminilità. Oltre a proteggere i gatti aveva anche un altro compito. Proteggeva le nascite, la famiglia, la casa l’amore e la fertilità. Bastet veniva rappresentata come una donna con la testa di gatto.
Perchè erano considerati così sacri?
Il gatto era stato divinizzato a causa delle molteplici caratteristiche che ancora oggi possiede. Gli antichi avevano la capacità di percepire, vedere e considerare le forze invisibili (ma esistenti) di tutti gli esseri viventi. Forse è questo il motivo per cui onorarono il gatto ed oggi invece viene considerato un semplice animale domestico da compagnia. Insomma, le caratteristiche interessanti che possidere il gatto sono molteplici e affascinanti.
La sua pupilla ha la capacità di subire variazioni che venivano associate alle fasi della Luna. Il gatto veniva anche associato alla sfinge per il suo fascino e per la sua natura misteriosa. I gatti inoltre hanno una grande sensibilità al magnetismo e all’elettricità. La tipica posizione che assume il gatto, ovvero quella raggomitolata, e la capacità di dormire per moltissime ore, veniva considerata simbolicamente come la meditazione e l’iniziazione rituale. Inoltre pare che il gatto sia capace di prevedere la morte del proprio padrone, di avere la capacità della veggenza per quanto riguarda l’arrivo di agenti atmosferici e l’arrivo dei terremoti.
Altre tradizioni
I gatti non sono solamente presenti all’interno delle tradizioni egizie, bensì sono presenti in quasi tutte le tradizioni dei popoli antichi. Per esempio all’interno della mitologia nordica, Freya, la dea dell’amore e della bellezza aveva come animale totemico il gatto. Lei, secondo la tradizione, possedeva due gatti alati che trainavano il suo carro. Gli Etruschi e i Romani consideravano il gatto un animale molto meno divino anche se lo conoscevano piuttosto bene. Solitamente lo utilizzavano sia come animale da compagnia che come arma per debellare i topi dalle abitazioni. Una leggenda legata agli déi inoltre narra che la dea latina Diana, per riuscire a sedurre il fratello Apollo, si trasformò in un gatto.
Il periodo buio
Un periodo molto sfavorevole per questi animali fu il Medioevo. Durante il periodo buio questi poveri felini dovettero subire torture di ogni genere. Questo atteggiamento avverso ai gatti iniziò nel X sec. ma l’ultimo massacro di gatti avvenne in Inghilterra nel 1712. I gatti neri erano quelli più soggetti alle sevizie e oltretutto Papa Gregorio IX dichiarà all’interno della sua bolla papale del 1233, che i gatti neri erano al servizio di Satana. Grazie a questa dichiarazione del papa purtroppo iniziò un’ondata che portò morte e dolore per migliaia e migliaia di gatti innocenti.
Rebecca Romano