I gatti delle sabbie, sono molto difficili da scovare, in quanto il loro manto, di color sabbia, le zampette corte non permettono il facile avvistamento. Felini al quanto silenziosi, con passo felpato, vivono in zone aride e desertiche e sono in grado di sopravvivere a temperature che vanno dai 5° ai 52°.
Marocco, sono le due di notte, due ricercatori viaggiano insieme nel deserto, quando davanti ai fari della loro auto vedono degli occhietti che li fissano. Con grande stupore e molta gioia, constatano che si tratta di tre cuccioli di gatti delle sabbie.
La loro esistenza, fu scoperta nel 1858, dal militare Jean-Auguste Margueritte durante una spedizione, ed il naturalista Victor Loche ne descrisse per la prima volta la specie.
Questi felini, dotati di grande intelligenza, rifugiati durante il giorno in tane che li preservano dalle alte temperature, si muovono principalmente di notte, riuscendo a percorrere anche sino a 10 km. Di notte ricerca prede, come uccelli o serpenti, insetti che riesce a catturare grazie al suo straordinario olfatto. Con le zampette corte ma robuste, scava buche ove ripone le sue prede, che ricopre di sabbia, per poi nutrirsene successivamente.
Animale solitario, molto simile agli animali domestici nei comportamenti, nei periodi di accoppiamento mette da parte la solitudine, emettendo suoni simili a latrati, ad alto volume, alla spasmodica ricerca della dolce metà. Questo periodo dura cinque o sei giorni circa.
La specie ha numerosi nemici, tra cui ovviamente l’uomo, che li caccia per venderli come animali domestici. I nomadi della zona delle montagne Tibesti, li rispettano moltissimo, in quanto credono sia stato compagno di vita di Maometto. Fortunatamente, anche in Algeria vengono rispettati probabilmente per lo stesso motivo.
Tra gli esemplari nati in cattività, molti non sopravvivono per la mancanza di cure delle loro mamme. In alcuni zoo, ci sono stati esemplari che hanno vissuto sino a 13 anni.
Dopo aver letto tutto questo, invito gli amanti degli animali e soprattutto dei gatti, a non acquistare questa specie, preservandola così, dall’ennesima cattiveria dell’uomo.
Raffaella Presutto