2 milioni e 390 mila euro. A versarli tra il 2013 e 2014 è stato Elkhan Suleymanov, capo della lobby azera a Strasburgo e buon amico del presidente Aliyev. In sintesi il suo programma è concluso: giornalisti in prigione, una fortuna nascosta a Panama, repressione degli oppositori politici, guerra al confine, amichevoli rapporti con l’occidente. E governa un Paese con cui l’Italia fa affari da anni, in arrivo sulle coste del Salento (a Melendugno) con il gasdotto TAP. A proposito, c’entra qualcosa la Xylella e le autorizzazioni facili del ministero dell’Ambiente, non ancora concretamente impugnate dal presidente pro tempore della regione Puglia Michele Emiliano?
Ora il gip di Milano Giulio Fanales ha stabilito il «non luogo sa procedere, perché le posizioni politiche di uno Stato al Consiglio sono insindacabili e coperte da immunità». L’11 aprile comunque, l’ex deputato ‘ciellino’ Luca Volontè dell’Udc sarà processato per riciclaggio.
Il 23 gennaio 2013 viene bocciato il “rapporto Strasser” sui prigionieri politici in Azerbaigian. Il 28 giugno di 4 anni fa, la Commissione europea dà il via libera al gasdotto contestato, mentre l’11 agosto successivo l’allora primo ministro Enrico Letta va a Baku a ratificare l’accordo con il dittatore Aliyev. C’è qualche relazione tra questi fatti?
Almeno sulla carta il Consiglio d’Europa è quell’entità politico-amministrativa che promuove a chiacchiere i valori democratici e i diritti umani. In realtà è sensibile alle previsioni dei 30mila lobbysti attivi a Bruxelles e a Strasburgo. E qui entrano in gioco i rapporti affaristici tra Italia e Azerbaigian, ricco di idrocarburi e di caviale. 2 milioni e 390mila euro: la Procura di Milano aveva aperto un fascicolo per corruzione e riciclaggio a carico di Luca Volontè, ex deputato dell’Udc e presidente del Ppe nel Consiglio d’Europa. Quei soldi sono dell’Azerbaigian e secondo l’accusa sono stati incassati per votare contro il rapporto sui prigionieri politici azeri, che includono dissidenti e giornalisti. Un dossier stilato dal deputato tedesco Christoph Strasser e bocciato nel 2013 dal Consiglio d’Europa dopo l’”orientamento” del voto. E dopo quella cifra, che è stata così suddivisa: sempre secondo la Procura, 390mila euro sono andati alla società “Lgv” di Volontè, il resto alla sua fondazione, la “Novae Terrae” di Saronno.