Gary Ridgeway: il Green River Killer

Gary Ridgeway

Clara Campi

Di Clara Campi


Negli anni ’80, la zona tra Seattle e Tacoma, nello stato di Washington, era terrorizzata da un killer di prostitute.
Dozzine di corpi venivano trovati sulle sponde del fiume mentre gli investigatori brancolavano nel buio, cercando indizi sul Green River Killer.
È il 1986 quando il detective Dave Reichert riceve una lettera con un’offerta d’aiuto.
La lettera era firmata Ted Bundy.
Bundy, l’uomo per cui fu coniato il termine “serial killer” era nel braccio della morte in una prigione in Florida e, offrendosi come investigatore, mirava a ritardare la sua condanna a morte, ad attirare nuovamente l’attenzione della stampa e, soprattutto, a fermare un possibile rivale, che lui ribattezza prontamente “the riverman”, nomignolo che riteneva svilente e che, soprattutto, non includeva la parola “killer”.
Bundy suggerì che l’omicida fosse necrofilo e che sarebbe stato utile appostarsi in zona quando si fosse trovato un cadavere fresco. Cosa che non accadde.

L’identità del mostro resta sconosciuta fino al 2001, quando le tecnologie per analizzare il DNA erano state perfezionate al punto da permettere ai detective di analizzare le prove raccolte nel ventennio precedente e a individuare l’ignoto 1 in Gary Ridgway, un uomo che era già stato interrogato due volte in relazione al caso e che aveva anche superato con successo il test della macchina della verità.

Quando viene arrestato, Judith, sua terza moglie e compagna di vita degli ultimi 16 anni, non può crederci: Gary è sempre stato un marito premuroso, un uomo buono e allegro, un cristiano devoto.

Gary Ridgway nasce nello Utah nel 1949, ma la famiglia si trasferisce poco dopo a Washington, nei pressi di Seattle.
Il padre lavora inizialmente come autista di autobus in una zona malfamata e, quando torna a casa, si lamenta costantemente con i figli delle prostitute che creavano disordini e schiamazzi, e che lui disprezzava con la veemenza tipica di chi disprezza ma compra.
Quando cambia lavoro e inizia a lavorare in obitorio, delizia i ragazzi con storie sui suoi colleghi necrofili.
Gary, ai tempi preadolescente, assorbe la rabbia e la frustrazione del padre, che in casa viene costantemente maltrattato e svilito dalla moglie, commessa in un grande magazzino.
Anche lui subisce i maltrattamenti della madre, dovuti soprattutto alla sua tendenza nel fare la pipì a letto, cosa per cui veniva colpevolizzato e svilito.
Anni dopo, in interrogatorio, Gary sosterrà che la madre lo molestasse fino ai tredici anni, con la scusa di fargli il bagno.

Finite, con grandi difficoltà, le scuole superiori, Gary si sposa ma parte subito dopo per il Vietnam.
Mentre è lì, si accompagna regolarmente con prostitute e finisce per prendersi la gonorrea, cosa che consoliderà in lui l’odio per la categoria infusagli dal padre.
Odio che, però, non lo porterà mai a smettere di frequentarle.

Tornato dalla guerra, scopre che la moglie l’aveva tradito e divorzia.
Poco tempo dopo, incontra Marcia, che diverrà la sua seconda moglie e madre del figlio Mattew, ma anche questa unione ha vita breve, concludendosi con un divorzio nel 1980.

Il 15 luglio 1982, viene ritrovato nel Green River il corpo di una giovane ragazza morta per strangolamento, che sarà solo il primo di una lunghissima lista.

Nel frattempo, Gary è diventato sempre più religioso, partecipa regolarmente alle funzioni battiste e pentecostali e inizia a predicare ad amici, familiari e colleghi di lavoro.

Nel 1984, dopo essere stato identificato da una collega di una vittima, viene interrogato, sottoposto alla macchina verità e rilasciato; la stessa cosa si ripete nel 1987.
A questo punto, Gary stava già frequentando Judith, alla quale spiega che la polizia l’ha interrogato soltanto perché il killer sembra avere un furgone simile al suo: si è trattato di un semplice scambio di persona.
Convinta che la polizia, per rilasciarlo, fosse certa della sua innocenza, lo sposa nel 1988 e vive felicemente con lui fino al giorno dell’arresto.

Gary si dichiara da subito innocente nonostante le prove schiaccianti, almeno fino al 2003, quando viene ricollegato ad altri omicidi e cede, confessando di aver ucciso oltre 70 donne.
La polizia ne verificherà 49, rendendolo il più prolifico serial killer americano, titolo che conserverà fino al 2018, quando passerà a Samuel Little, sospettato di oltre 90 omicidi, di cui circa 60 confermati.

Ridgway, condannato a quarantotto ergastoli, ora risiede nel carcere di Walla Walla.
Ogni tanto scrive ancora a Judith, ma lei non risponde più.

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