I lavori per la costruzione della circonvallazione Caernarfon-Bontnewydd, nel nord-ovest del Galles, stanno riportando alla luce molte testimonianze archeologiche utili per la storia della regione.
Come afferma Jenny Emmett, direttrice del Gwynedd Archaeological Planning Service che gestisce le indagini archeologiche nel cantiere stradale:
Siamo felici sia per l’importanza delle scoperte che per il buon rapporto di lavoro che si è andato a creare tra tutti coloro che hanno permesso alle indagini di andare avanti senza problemi, e siamo tutti pronti ad andare avanti con il progredire del progetto.
La scoperta più importante finora è stata lo scavo del tratto di strada romano che collegava i due insediamenti di Segontium (Caernarfon) e Canovium (odierna Caerhun), il cui percorso era ancora poco noto, ma non mancano ritrovamenti più recenti, come un centro metallurgico di età altomedievale.
Ultimamente sono venuti alla luce degli altri reperti archeologici poco comuni: sono infatti tre abbeveratoi o mangiatoie di legno, ritrovate sotto un tumulo risalente ad almeno 3500 anni fa, ossia della seconda metà del II millennio avanti Cristo, quasi alla fine dell’Età del Bronzo europea. I tre manufatti presentano le cavità scavate direttamente dentro a tronchi di quercia, in un procedimento molto simile a quello praticato ancora oggi per costruire le canoe di legno.
Condizioni ambientali favorevoli
Già la peculiarità di essere manufatti di legno rende questi reperti delle testimonianze preziose, dato che il legno è uno dei materiali più deperibili e difficilmente si ritrova in buone condizioni negli scavi archeologici, se non grazie a particolarissime situazioni ambientali che ne permettono la conservazione sul lungo periodo. Se si aggiunge che il legno era uno dei materiali maggiormente utilizzati per creare oggetti in epoche passate, è evidente come questo genere di scoperte siano molto utili per l’archeologia.
Nel caso del Galles probabilmente il terreno entro cui si trovavano sepolti questi abbeveratoi ha impedito lo sviluppo dei microrganismi responsabili del deperimento del legno tramite un ambiente povero di ossigeno, le medesime condizioni ambientali alla base della formazione dei bog bodies, molto diffusi in ambienti acquitrinosi e paludosi come quelli delle Isole Britanniche. Lo stesso fenomeno permette la conservazione di materiali ancora più deperibili come il burro, come dimostra il blocco di burro da 5 chili rinvenuto in Irlanda del V secolo avanti Cristo e considerato un’offerta votiva.
L’imbarcazione più antica del Galles?
Questi abbeveratoi tuttavia hanno sollevato un’ipotesi che, se confermata dalle analisi di laboratorio, potrebbe rivelare un’eventualità molto comune in archeologia, ossia il riutilizzo di oggetti nati per uno scopo e usati poi per altro.
In questo caso particolare, i tre reperti sarebbero nati come un’unica imbarcazione in seguito “riciclata” per altre funzioni; se ciò fosse vero la canoa diverrebbe l’imbarcazione più antica del Galles nord-occidentale e quindi una delle prime testimonianze dirette della navigazione in questo territorio. Al momento il reperto è stato estratto dal terreno e portato in laboratorio per le analisi.
Altro particolare interessante è il tipo di legno usato, la quercia, da sempre un legno preferito nella carpenteria navale per la sua resistenza, in particolare nel Nord Europa, dove il mare richiede navi più resistenti che nel Mediterraneo.
Tuttavia, questo probabile relitto non è la barca più antica in assoluto, in quanto abbiamo le barche egizie di Abydos risalenti ad un’età compresa tra il 3.200 e il 2600 avanti Cristo, senza dimenticare la straordinaria e maestosa barca solare di Cheope del 2650 avanti Cristo. Ovviamente la navigazione era praticata anche in Mesopotamia ed in epoca più remota, ma di questa fase abbiamo solo testimonianze indirette (immagini, modellini e testi) e non veri e propri resti di navi.
Barbara Milano.