Galla Placidia (Costantinopoli 388 – 392/Roma 450) nacque dalle seconde nozze di Teodosio il Grande, fu nipote, figlia, sorella di imperatori, imperatrice lei stessa, reggente per il figlio di minore età, fu anche regina dei Barbari.
Nel 410, i Barbari entrano in Roma e la saccheggiano. Galla Placidia, riparatasi in una chiesa, viene catturata e portata al cospetto di Alarico I, re dei Visigoti. Pare proprio che Alarico fosse molto colpito dalla sua avvenenza, tanto da farne la sua amante. Alarico la voleva tutta per sé, ma il consiglio dei capi decise che Galla Placidia doveva andare in sposa ad Ataulfo, giovane e valoroso ufficiale dei Visigoti, fratello della moglie di Alarico.
Alarico, nei pressi di Cosenza, si ammalò improvvisamente e morì. Secondo la leggenda venne seppellito con i suoi tesori nel letto del fiume Busento a Cosenza. Gli schiavi, che avevano lavorato alla temporanea deviazione del corso del fiume, furono uccisi perché fosse mantenuto il segreto sul luogo della sepoltura.
Il tesoro di Alarico, che proveniva dalle razzie, del sacco, che aveva fatto a Roma nel 410, ha dato origine a leggende legate alla cerca del graal.
La “valorizzazione della leggenda di Alarico” era una delle idee guida del programma elettorale del 2016 del sindaco di Cosenza, si favoleggiava di 25 tonnellate di oro e di 150 tonnellate di argento conservate sotto al Busento assieme al corpo di Alarico. Questo è impossibile perché fra i barbari il bottino si divideva fra i vari capi, ad Alarico andava solo una parte e neanche la più consistente, che spettava al capo più eroico.
Ad Alarico succedette il cognato Ataulfo, e così Galla Placidia divenne regina dei Barbari.
Ataulfo e Galla Placidia vissero un amore all’ultimo respiro.
Ataulfo aveva giurato di distruggere l’impero romano, ma fu talmente conquistato da Galla Placidia, che finì con l’esserne il paladino.
I giorni più belli per Galla Placidia furono quelli passati con Ataulfo.
Si sposarono due volte, la prima volta a Forlì poi con grande fasto a Narbona, nel 414.S
Ataulfo donò alla sposa, dicono le fonti, il tesoro razziato a Roma.
Quel famoso tesoro, legato alla cerca del graal, che alcuni pensano si trovi a Cosenza.
Altri nella montagna di Alarico, vicino a Carcassonne, altri sotto il monte Bugarach.
Il Bugarach si trova vicino a quel piccolo paese di Rennes le Chateau.
Luogo chiacchierato e misterioso oltre misura dopo l’uscita del libro di Dan Brown: “Il codice da Vinci”.
Galla Placidia era riuscita nell’impresa di plasmare idealmente Ataulfo.
Di inserirlo “nell’humanitas romana”.
Forse la lotta fra barbari e romani poteva finire, forse l’Impero romano poteva continuare a esistere, surrogato dalla nuova linfa vitale del sangue barbaro, che come valore e coraggio era vicino alla Roma repubblicana.
L’impero di Roma, ormai sfinito, unito allo spirito guerresco dei Barbari, una svolta nel corso della storia?
Ma questo matrimonio non piaceva alla Chiesa.
Chiesa che pensava che sposare uno straniero fosse motivo di libidine e discordia.
Non piaceva neanche a Costantinopoli.
Galla Placidia era per caso diventata ariana?
E non piaceva neppure ai Visigoti che erano sospettosi.
Ataulfo non era diventato troppo romano?
Non aveva perso la testa per quella altezzosa Romana?
Paola Tassinari
Salve,
Potrei comprendere il senso di questo articolo in un giornale online di cronaca, politica, cultura e attualità?
Per altro la “copia di mille riassunti”.
In quali punti desta interesse e curiosità e offre spunti di riflessione?
Un articolo a puntate?
Appunto anche di cultura. Amo raccontare a puntate, lo hanno fatto tanti scrittori, non è una novitá.La riflessione è quello che io chiamo graal cioé come in varie epoche si sia tentato di evitare la guerra con l’unione degli opposti, in questo caso fra barbarie e civiltá.Grazie per il commento.
Paola