Il sexting è un’attività riscoperta tantissimo nell’ultimo anno e mezzo, ma in un modo o nell’altro esiste da sempre, perché offre moltissimi benefici in chi lo pratica, soprattutto alla propria fantasia e alla capacità di immaginare scenari sessuali allettanti. Grazie al sexting, infatti, è possibile mantenere viva l’attività sessuale di una coppia, non per forza a chilometri di distanza, ma anche in case diverse o semplicemente dentro un locale dove non è possibile avere contatto fisico.
Sul sexting, oggi, c’è grandissima disinformazione. Per questo è necessario ribadire che il sexting non è un sostituto del sesso dal vivo, come comunemente si pensa, ma può essere complementare e migliorare davvero la vita sessuale, se fatto nel modo giusto e consapevole. Tutto quello che viene fatto con consenso, sicurezza e fiducia resta nel gioco della coppia, invece tutto ciò che non rientra in queste parole d’ordine deve essere assolutamente escluso. Inoltre, è importante ricordarsi sempre che i video e le foto devono essere contenuti strettamente personali.
Come si fa il sexting?
Se fare sesso non è uguale per tutti, lo stesso accade attraverso uno schermo.Per fare sexting in modo sano e consapevole bisogna sapere le regole fondamentali.
1. Il consenso è il primo preliminare
In chat, come dal vivo, prima di dare il via a qualsiasi scambio intimo, sarebbe prima il caso di verificare che vada a entrambi. Non bisogna forzare la situazione quando l’altra persona non ha dato nessuna approvazione. Ricevere foto indesiderate ed esplicite fuori contesto, magari da sconosciuti, si chiama molestia.
2. Attendere il momento giusto
Nel sexting , come anche dal vivo, non bisogna essere precipitosi. L’altra persona potrebbe avere voglia di scaldare l’atmosfera. Quindi sì ai contenuti espliciti, ma al momento giusto. Perché anche qui i preliminari sono importanti.
3.Safety first
Se state facendo sexting con una persona sconosciuta potrebbe essere utile usare app di messagistica che permettono di inviare foto a scadenza o che contengono l’anonimato (Dust, Confide, Wickr). Inoltre è consigliabile non mostrare il viso e altri tratti distintivi come i tatuaggi.
4.Il sexting è un linguaggio che varia da persona a persona
Per alcune persone il sexting può essere immediato, per altre no. Per molte persone può essere una conversazione qualunque che gradualmente assume toni e colori sempre più eccitanti e caldi. Non c’è un metodo migliore dell’altro, l’importante è riconoscere chi avete davanti e trovare una lingua comprensibile per entrambi. Inoltre non c’è nulla di male provare imbarazzo inizialmente, soprattutto se non si è abituati. Ricordatevi sempre di non essere obbligati a fare ciò che non volete fare. Sentitevi liberi.
5.Rispetto ed empatia
Valgono le parolacce e il dirty tallking. Valgono le narrazioni al limite della fantascienza. Ma è importante ricordarsi sempre che dietro lo schermo c’è una persona, che prova emozioni e desideri veri. Quindi evitate giudizi e prediche fuori luogo. Ma soprattutto rispettate sempre ciò che volete e ciò che vuole l’altra persona, senza manipolare o costringere.
6. Non interrompere la comunicazione
La comunicazione in campo sessuale è sempre importante, anche nel sexting. Mai interrompere la comunicazione senza motivo. Visualizzare e non rispondere o bloccare senza alcun preavviso non è solo da maleducati, ma diventa una vera e propria forma di violenza, soprattutto quando si stanno scambiando foto e video personali.
Esiste anche un modo irragionevole di fare sexting
Una delle problematiche principali del sexting è perdere il controllo del materiale che inviamo e questo può accadere in mille modi. Un’attività come questa che dovrebbe avere il semplice scopo di stimolare e ravvivare l’attività sessuale, può diventare anche molto predatoria soprattutto quando si viola il consenso e il rispetto. Tra questi comportamenti rientrano:
1) l’invio di foto contenente l’immagine dei genitali, senza che questa sia stata richiesta e senza alcun preavviso, come il caso del dick pick;
2) quando qualcuno cerca di prevaricare e invadere il nostro spazio, manipolandoci o costringendoci a fare qualcosa contro la nostra volontà;
3) se l’altra persona conserva le immagini e i video ricevuti senza il nostro consenso;
4) se l’altra persona registra una rapporto sessuale senza consenso e, peggio ancora, inviandolo a terzi;
5) se si riprendono i rapporti sessuali di altre persone e inviandole a terzi, ovviamente tutto questo di nascosto dai protagonisti;
6) sovrapporre su immagini e video pornografici il viso di una persona per poi umiliarla e diffamarla pubblicamente.
Anche se molti di questi atteggiamenti sono punibili penalmente, purtroppo ciò non è sufficiente per colmare il danno psicologico subito dalla vittima. Si tratta infatti di una vera e propria violenza psicologica che ha come colpevole sia il soggetto attivo che diffonde i contenuti sia chi nell’indifferenza legittima questa condotta, contribuendo ad alimentare nella vittima il senso di colpa e di vergogna.
Alla base di questi comportamenti illeciti, spesso si cela la mancanza di un’educazione sessuale affettiva in grado di eliminare gli stereotipi del sesso visto come qualcosa di negativo, del possesso e dell’idea patriarcale che la donna non possa avere una vita sessuale libera e appagante.
In Italia abbiamo un serio problema con la colpevolizzazione della vittima
Il sexting è l’inevitabile evoluzione della pratica sessuale umana. Pensare che la pratica virtuale sia un’esistenza fittizia o separata da essa significa vivere nella più totale ignoranza. In Italia, complice la mancanza di un’educazione sessuale e affettiva, abbiamo un grave problema con la colpevolizzazione della vittima e la normalizzazione di un comportamento, collettivo e individuale, che non ha nulla di sano e tantomeno di civile. Nel nostro Paese vige ancora oggi un clima bigotto fatto di ricatti e violenze che biasima e insinua in continuazione alla vittima che “la colpa un po’ se la sia cercata”
Per questo è importante lavorare sui pregiudizi che vedono come vittime per la maggior parte le donne. Bisogna eliminare la concezione ormai ridicola che le donne non possano parlare di sesso, non possano andarne fiere o che non debbano pensare al proprio piacere. Per questo dobbiamo tutti continuare a fare sexting senza rivolgere a noi e a gli altri victim blaming e ricordandoci sempre che calpestare il consenso ha delle conseguenze e chi sbaglia deve essere punito, senza sconti. Dobbiamo proseguire questa lotta per Tiziana Cantone, per la maestra di Torino e per tutte quelle persone che non hanno fatto nulla di male, se non fare ciò che si sentivano di fare.
Roberta Lobascio