Scrittore, poeta, politico, giornalista, esteta. Tutto questo, e molto altro, è stato Gabriele D’Annunzio, il Vate della letteratura italiana.
La figura di Gabriele D’Annunzio riesce a far parlare di sé e ad ispirare ancora adesso. I suoi eccessi, i suoi gusti impeccabili, le sue stravaganze, le sue amanti, i suoi pensieri lo hanno portato ad essere considerato un personaggio estroso, fuori dagli schemi, un vero e proprio genio creativo. Grande estimatore della bellezza, dell’esteriorità, del piacere. Piacere inteso in tutte le sue sfumature, ovviamente.
“Io sono un animale di lusso, il superfluo m’è necessario come il respiro”.
Il lusso, la bellezza, la ricerca della perfezione davano lui grande appagamento. La moda dava lui grande appagamento. Anche in questo settore il poeta esercitava tutto il suo estro, il suo genio. Un vero e proprio arbiter elegantiarum capace di influenzare ed ispirare il bel mondo, l’alta società.
“L’educazione estetica del mio spirito mi trascina irresistibilmente al desiderio e all’acquisto di cose belle”.
Tra le cose che D’Annunzio riteneva belle, ovviamente, spiccano anche e soprattutto gli abiti d’alta moda.
I suoi capi, ovviamente, erano realizzati su misura, erano abiti di grande manifattura, creati con costosissime stoffe e pregiati tessuti. Tra tutti, il Vate prediligeva la seta, il tessuto che, per eccellenza, richiama alla sensualità. Le più note e famose sartorie dell’epoca erano le “elette”. Solo ed esclusivamente presso di loro, D’Annunzio commissionava le proprie vesti. Tra le favorite, spiccavano nomi come i Lanutti di Roma, i Belloni di Milano, i De Nicola di Napoli, fino ad arrivare al più famoso e importante di tutti, l’atelier parigino Hermès. Oltre agli abiti, altra grande passione del poeta tanto da scegliere personalmente i modelli e i pellami con cui dovevano essere realizzate, erano le scarpe.
Tanto amava creare splendidi e pregiati abiti che decise di “firmarli” apponendo su ogni sua “opera d’arte” l’etichetta “Gabriel Nuntius Vestiarius fecit”.
Un grande estimatore e collezionista di tutto ciò che era lussuoso, questo era ciò che gli procurava grande piacere. D’altronde è stato proprio il Piacere e la sua incessante ricerca, il senso della vita di questo grande artista italiano.
Gabriele D’Annunzio e il suo “vivere inimitabile” hanno ispirato l’imprenditore e stilista italiano Stefano Ricci che proprio al Vittoriale, storica dimora del Vate e ora un museo in onore e in memoria del suo storico proprietario a Gardone Riviera, ha presentato in esclusiva alcuni capi della sua collezione primavera-estate 2017, ispirata proprio a lui, Gabriele D’Annunzio.
Secondo Stefano Ricci, infatti: “Gabriele D’Annunzio è stato definito Arbiter elegantiarum e le fotografie che lo ritraggono al Vittoriale sono un inno a uno stile che è pura fonte di ispirazione”.
L’evento è stato accolto dalla Fondazione Vittoriale degli Italiani, il cui presidente Giordano Bruno Guerri, in onore della serata, ha indossato il capo must della collezione per cui lo stilista si è lasciato completamente ispirare e influenzare dal poeta, reinterpretando in una versione moderna e contemporanea il famoso “tre pezzi” di D’Annunzio.
Questo abito che rappresenta in toto la collezione dello stilista, sarà esposto nel museo “D’Annunzio segreto”. Dallo stesso stilista, inoltre, sarà sostenuto anche il restauro della Sala del Mappamondo e i tessuti della Sala della Musica.
Giulia Simeone