Le brutte abitudini per la salute degli Italiani: Fumo, Alcol e Obesità

Le brutte abitudini per la salute degli Italiani1

Le brutte abitudini per la salute degli Italiani2

In sovrappeso un italiano su due. Sedentarietà diffusa soprattuto tra le donne. Fumo e alcol già da giovanissimi 

È quanto emerge dal rapporto Istat “Aspetti della vita quotidiana” che ogni anno raccoglie informazioni sulle brutte abitudini per la salute degli Italiani. L’indagine ha intervistato circa 19 800 famiglie per un totale di circa 45 mila 600 individui nel periodo compreso tra Marzo e Maggio 2021. Secondo i dati si fuma di meno rispetto al passato, ma cresce il numero degli obesi. Se la lotta alle sigarette sembra stia cominciando a produrre i primi effetti positivi, sul campo dell’alimentazione e dell’attività fisica c’è ancora tanto da fare. Poca attenzione alla salute anche per i giovanissimi, che iniziano a consumare alcol dall’età di 11 anni.

Si fuma sempre meno, ma chi incomincia lo fa da giovanissimo. Più fumatori tra la popolazione maschile

A fumare è il 19% della popolazione italiana sopra i 14 anni, mentre il 24% si dichiara ex fumatore e il 56% non ha mai fumato.

Tra i maschi si ha un maggior numero di fumatori (23%) rispetto alle femmine (15%). Le fasce d’età con il maggior numero di fumatori sono quelle dei 25-34enni e dei 35-44enni, dove si arriva rispettivamente al 26 e al 25%. Gli over 75, con il 5%, sono la fascia con il minor numero di fumatori, mentre se si guardano i dati su chi non ha mai fumato si vede che con il progredire dell’età questa percentuale cala.

I fumatori fumano in media 11 sigarette al giorno.  Il 27% fuma fino a cinque sigarette, il 36% tra le sei e le dieci, il 33% tra le 11 e le 20 e il 3% oltre venti. Tra i 35 e i 74 anni si fumano in media dodici sigarette al giorno, mentre nei 14-17enni sei.

Inoltre è stato riscontrato un progressivo calo della percentuale di fumatori nel nostro Paese: passati dal 23-24% dei primi anni duemila al 19% attuale. Il calo è maggiore tra gli uomini, che in 20 anni sono passati dal 31 al 23%, mentre tra le donne si è scesi dal 17 al 15%. A livello geografico si fuma di più nel Centro (22%) rispetto al Nord-Est (17%), al Nord-Ovest e al Mezzogiorno (19%). La regione con il maggior numero di fumatori è la Toscana, dove si arriva al 22%, mentre quella con il minore è il Veneto (15%).

In sovrappeso un Italiano su due, cresce la percentuale di obesità soprattutto al Sud 

In Italia circa il 46% della popolazione maggiorenne è in sovrappeso, di cui il 12% dichiarate obese. Ci sono più persone sovrappeso o obese tra gli uomini (55%) che tra le donne (38%). Sotto i 24 anni meno del 20% della popolazione pesa più del normale, mentre sopra i 55 anni la maggioranza è sovrappeso o obesa.

A differenza dei dati sul fumo, negli ultimi anni non si osserva un calo delle persone sovrappeso, anzi si registra una crescita degli obesi. Le persone normopeso sono passate dal 54% di vent’anni fa all’attuale 51%. A livello geografico si vede che nel Nord-Ovest ci sono più persone normopeso (54%) rispetto al Sud (45%). Al Sud le persone sovrappeso o obese arrivano al 52% della popolazione, mentre al Nord-Ovest si fermano al 42%.




Ad aggravare questa condizione, c’è un’altro elemento che incide sulle brutte abitudini per la salute degli Italiani: la sedentarietà. Il 33% della popolazione dichiara di non praticare né attività fisica né sport; tendenza più marcata tra le donne  36,9% contro il 30,3% degli uomini.

Si incomincia a bere da giovanissimi, ma è tra gli anziani che si beve di più e ogni giorno

Il 66,3% della popolazione dagli 11 anni in su ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno: il 54,4% beve vino, il 50,4% consuma birra e il 45,4% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori.

A consumare bevande alcoliche tutti i giorni è il 19% della popolazione, mentre il 47% beve occasionalmente e il 31% fuori pasto. A bere tutti i giorni è il 30% degli over 65, il 22% dei 45-64enni, il 14% dei 25-44enni e il 7% dei 18-24enni.

Si beve quotidianamente di più nell’Italia settentrionale e centrale (21%) rispetto al Sud (17%) e alle Isole (15%) e nei comuni piccoli fino a 2000 abitanti (23%) rispetto a quelli delle grandi aree metropolitane (18%).

 

Fabio Lovati

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