Dopo 8 anni dal disastro di Fukushima inizia la rimozione del combustibile nucleare da parte della Tepco. I lavori dovrebbero finire nel 2021
Al via la rimozione del magma radioattivo all’interno del reattore numero 3. Uno dei tre reattori colpiti dalla fusione del nocciolo nel disastro di Fukushima del 2011. Un passaggio cruciale nello smantellamento dell’impianto.
E finalmente a 8 anni di distanza dal disastro nucleare sono iniziate le operazioni di rimozione da parte del gestore della centrale, la Tepco Tokyo Electric Power Company. A causare l’esplosione di idrogeno dei 3 reattori il terremoto di magnitudo 9 e il successivo tsunami dell’11 marzo 2011, con la conseguente dispersione delle radiazioni. I livelli di radiazione nell’aria, sono ancora oggi, altissimi: si parla infatti di 100 volte oltre il limite nonostante i numerosi interventi di decontaminazione.
Ma non solo con la scossa di magnitudo 9 il livello dell’acqua negli impianti scese drasticamente e venne così dichiarata l’emergenza nucleare. Si danneggiarono anche i sistemi di raffreddamento causando quindi un surriscaldamento fuori controllo. Ed in pochissimo tempo la centrale rilasciò una quantità di radiazione superiore a quella emessa nell’arco di un anno. Lo scoppiò aveva portato all’evacuazione di circa 110mila persone e ancora oggi i danni provocati dal disastro hanno rese le città vicino aree fantasma.
La Tepco
Ha iniziato i lavori, decontaminando il piano all’interno dell’impianto per via delle alte radiazione che non consentono il funzionamento meccanico delle attrezzature radio comandate. Gli ingegnerei puntano a sollevare 52 dei 514 elementi di materiale fissile esauriti all’interno della vasca di raffreddamento, per trasportarli in un altro contenitori tramite operazioni remote.
I lavori iniziano con quattro anni di ritardo ma adesso la società assicura di finire i lavori entro marzo 2021. I ritardi sono stati causati da una serie di guasti a dispositivi elettronici e robotici esposti ai livelli estremi di radiazioni presenti. Le altre due unità danneggiate, invece, dovrebbero essere smantellate a partire dal 2023.