L’8 novembre, in una delle strade più trafficate della città di Fukuoka, capoluogo dell’omonima prefettura è successo qualcosa di inaspettato.
Il manto stradale, situato all’incrocio tra cinque strade, davanti alla stazione di Hakata, è crollato.
La voragine lunga 15 metri e larga più di 20, ha scoperto le fondamenta dei palazzi.
L’evento ha creato timori riguardo la possibilità di eventuali crolli e seri danni alla circolazione.
Il crollo ha causato anche interruzioni di corrente, oltre che delle forniture di gas e di acqua.
La cosa fondamentale, e più importante è che non ci siano stati feriti.
Le autorità di Fukuoka ipotizzano che il crollo sia stato causato dai lavori in corso per il prolungamento della linea metropolitana.
Ma si sa, i giapponesi non stanno con le mani in mano ad aspettare che qualcuno risolva la situazione.
Lo hanno dimostrato in diverse occasioni.
Oggi, martedì 15 novembre, a soli sette giorni di distanza, i media mostrano quella stessa strada, intatta.
In tempi da record la città di Fukuoka è tornata alla normalità.
Il cratere è stato riempito con 6.200 metri cubi di sabbia e cemento.
Le tubature danneggiate sono state riparate.
Velocità ed efficienza tipici del popolo giapponese.
Soichiro Takashima, l’attuale sindaco della città ha assicurato che il tratto il terreno ora è esponenzialmente più solido rispetto a prima.
E dire che appena le immagini della voragine sono diventate virali alcuni quotidiani hanno azzardato frasi del tipo “il Giappone sta affondando”.
Questa velocità ci riporta al marzo 2011.
Quando il Giappone si trovò a subire la rabbia del terremoto al largo delle coste della regione del Tōhoku.
I danni causati dal disastro e le strade rese inagibili a causa del terremoto vennero riparati grazie alla prontezza degli operai.
Grazie a loro le operazioni di soccorso vennero agevolate permettendo di salvare la vita dei superstiti.
La tecnica giapponese ci stupisce ancora una volta.
Jessica Tomatis