Di Carlo Barbieri
Come sapete, la “Nuvola” è l’avveniristico centro congressi eretto all’EUR, chiamato così per la sua forma. È costato dai 250 ai 450 milioni (scusate l’imprecisione, ma non sono riuscito a capire quanto esattamente, sui giornali trovo cifre diverse; d’altro canto si tratta “solo” di soldi pubblici, che ci importa?).
L’enorme opera, che ha richiesto nove anni di lavori più nove di progettazione, è il capolavoro di Fuksas, il grandissimo architetto. Quanto grandissimo? Beh, come ve lo spiego… ci vorrebbe unità di misura adeguata… ecco, ho trovato: grande quanto i il compenso di 19,9 milioni di euro che ha ricevuto.
Purtroppo in questi giorni qualcuno si è accorto improvvisamente che la “Nuvola” non si trova esattamente dove era stata prevista dal progetto, ma due metri più in là.
Costernazione, incredulità, dita puntate su Fuksas che secondo alcuni avrebbe dovuto controllare l’esecuzione del progetto come facevano Michelangelo e Bernini che passavano le giornate in cantiere, dita puntate sui manager delle ditte che hanno eseguito i lavori, che forse punteranno il dito sui copomastri, che forse indicheranno il responsabile di tutto in Salvatore Esposito, operaio addetto alle carriole che quando fumava aveva l’abitudine di appoggiarsi alla struttura provocandone, una sigaretta dopo l’altra, lo spostamento.
Ma non è così.
Salvatore Esposito, a cui si dice verrebbe chiesto di risarcire i danni tramite cessione del quinto dello stipendio o con la sistemazione delle strade dell’intero Comune di Roma sampietrini inclusi, è innocente.
Lo so io so cosa è successo, e ve lo dico.
Nel creare il suo capolavoro, Fuksas ha compiuto il miracolo che non riuscì a Michelangelo con il suo Mosè: gli ha dato un’anima.
E la Nuvola si è talmente convinta di essere nuvola che, appena è arrivato un refolo di Ponentino…