Fuga all’inglese
Al di là della stupenda canzone di Paolo Conte, questo titolo richiama un pregiudizievole e diffusissimo costume: quello di attribuire agli altri tutte le colpe.
Ma nonostante ciò non posso non notare che la Brexit ha provocato, e provoca, più panico in Europa e nel resto del mondo che nel Regno Unito. Non so voi ma, a memoria d’uomo, questo mi pare il primo caso in cui in una nave che affonda sono stati i sorci a far muro per non far scappare passeggeri ed equipaggio .
Bruxelles, sezione distaccata delle politiche economiche tedesche, ha fatto una catena di errori degna di mister Bean nei confronti del referendum che ieri ha portato fuori gli inglesi dalla Ue.
Inizialmente ha minimizzato prendendo sottogamba la situazione, in seguito ha contrattato con Cameron, ma era troppo tardi e, infine (amara ciliegina sulla torta) ha minacciato gli inglesi: se l’Inghilterra esce non tornerà più indietro, ci saranno catastrofi e pestilenze, la crisi la travolgerà e i prodotti inglesi si troveranno solo negli spacci del commercio equo e solidale accanto a quelli del Nicaragua. Costringeremo gli studenti del continente a fare l’Erasmus nel Lichtenstein, non esporteremo frutta marocchina e metteremo lassativi nei bibitoni che chiamano barbaramente caffè rendendoli da “estremamente tossici” a definitivamente “mortali”.
Male … molto male! Ecco cosa significa – e che peso ha – non conoscere la storia: è cosa risaputa che agli inglesi non sono mai piaciuti gli Aut Aut: ogniqualvolta che qualcuno ha lanciato minacce oltre la Manica è andata sempre a finire male. Ma l’Eu ha voluto strafare e adesso è paradossalmente lei a “sentirsi sola”.
Farage che dopo i primi sondaggi pensava di ritornare sul suo pianeta per la gioia di tutti noi, ora canta vittoria al grido: “oggi fuori dall’Europa domani dalla Galassia”, finge di non sapere che questo risultato è solo in parte merito della sua propaganda xenofoba. Il Kermit razzista ha cavalcato non solo lo storico sciovinismo anglosassone ma tutto il malcontento che scorre in un continente gestito in modo germano centrico ed esclusivamente su base burocratico-economica. Bei tempi quando la gente moriva di morte naturale e non quando i cinesi smettevano di investire.
Come non parlare anche dell’enorme imbarazzo di Cameron, non certo un vero uomo come la Tatcher, il quale ha potuto sperimentare quella terrificante arma dei suoi ex coloni chiamata boomerang: prima imbastisce tutta una campagna elettorale “alla Farage” promettendo il referendum per la Brexit, poi fa pace con gli euro burocrati e corregge il tiro abbracciando la causa continentale e al fin della fiera si ritrova ad essere colui che ha portato il Regno Unito al di fuori dell’Unione Europa. Non credo sia stata un’impresa trovare tra i tories uno più fesso di Tony Blair, ma questo dimostra che le teste di minchia – in Inghilterra come in Italia – sono una rovinosa e trasversale maggioranza .
Comunque nessuno si disperi, impariamo dal Coriolano di Shakespeare: “Preferirei dover rimettermi a curare le mie ferite piuttosto che sentir narrare come le ho ricevute”. Keep Calm and beccamose la Brexit … tanto prima o poi il Regno Unito ri-approderà in Europa: forse sulle spiagge del sud Italia e della Normandia come l’ultima volta … ma tornerà!
Fonte Foto The Public Life Magazine
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