Frontex sotto accusa per i respingimenti illegali: una famiglia siriana fa causa all’agenzia europea

Frontex sotto accusa

Con una mossa senza precedenti, uno studio legale olandese che assiste una famiglia siriana, denuncia Frontex alla Corte di giustizia europea. Frontex è sotto accusa per aver partecipato ai respingimenti illegali avvenuti in Grecia cinque anni fa.

“Frontex ha riconosciuto che ci sono state delle violazioni dei diritti umani” ha affermato Lisa-Marie Komp, uno degli avvocati dello studio Prakken d’Oliveira. Sostiene che l’Agenzia europea abbia accettato il fatto che “i rifugiati non abbiano avuto la possibilità di veder esaminata la loro richiesta di asilo”. Per questo, conclude l’avvocato, Frontex deve rendere conto delle sue azioni, in virtù anche dell’ampio mandato del quale è incaricata.

I respingimenti illegali in Grecia

Teatro della vicenda è la Grecia, zona calda del confine orientale. Qui, le forze di polizia locali e la stessa Frontex sono già finite nel mirino per la pratica dei respingimenti illegali e violenti. Più di un’inchiesta internazionale ha dimostrato la connivenza delle forze di frontiera europee con quelle locali, partecipando attivamente o coprendo l’agire degli agenti greci.

Proprio in Grecia, cinque anni fa, la famiglia siriana rappresentata dallo studio legale olandese, fu caricata su un volo e rispedita in Grecia, senza che la loro richiesta di asilo potesse essere esaminata.

“Non immaginavamo di essere diretti in Turchia” afferma il padre. “Un poliziotto ci ha detto “lascia qui la cena e tutto il resto e seguimi: ti portiamo al posto di polizia per stanotte e domani mattina sarai ad Atene”




Sul volo ci finì l’intera famiglia e – a quanto riportano le testimonianze – il trattamento ricevuto dai minori non fa che aggravare l’operato dell’agenzia. Frontex, dal canto suo, non ha negato i fatti, ma ha scaricato la responsabilità sulle autorità nazionali. L’agenzia afferma di essersi occupata, all’epoca, solamente di fornire mezzi e assistenza alle forze dell’ordine locali.

Da dove arriva Frontex

L’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera ha sede a Varsavia. Nasce nel 2016, sotto la spinta della cosiddetta “crisi europea dei migranti”, iniziata nel 2013. La Commissione europea ritenne urgente garantire la “sicurezza dei confini europei”, stabilendo che la nuova agenzia rispondeva alle direttive dei trattati europei. L’agenzia precedente, abbreviata anch’essa Frontex, si riteneva non disponesse di mezzi e fondi sufficienti a far fronte all’emergenza. Lo scopo della nuova Frontex sarebbe stato quello di assicurare non solo la sicurezza dei confini, ma anche il rispetto dei diritti umani e la libera circolazione nell’area Schengen, nonché  lo sviluppo di un sistema integrato di gestione dei confini e dei flussi migratori. I fatti dimostrano che, fino ad oggi, Frontex ha fallito.

Frontex sotto accusa

La denuncia presentata dalla famiglia siriana è solo l’ultimo tassello di un quadro che ritrae Frontex nel pieno delle sue violazioni e del suo insuccesso. Un’inchiesta giornalistica, portata avanti dal collettivo Lighthouse Reports, in collaborazione con ARD, Der Spiegel e Libération, ha portato alla luce le numerose violazioni dei diritti umani lungo la cosiddetta rotta balcanica, già da tempo teatro di violenze. Immagini di violenze e torture che hanno scioccato gli osservatori internazionali e provocato dure reazioni dei media e non solo.

Il fatto che queste operazioni – che comprendono torture e violenze anche su minori – siano finanziate con fondi europei, ha finalmente smosso anche il Parlamento europeo. Di fronte a quelle immagini terribili che non lasciano spazio a interpretazioni o dinieghi, i parlamentari europei hanno deciso di congelare buona parte dei fondi destinati a Frontex – già nel mirino per il loro utilizzo – in attesa di chiarire le vicende e le responsabilità.

Cinque anni di violenze e illegalità

Intanto sono passati – come minimo – cinque anni. Anni nei quali Frontex e le forze di polizia locali hanno perpetrato ogni sorta di violenze su migranti inermi, lungo la rotta balcanica e non solo. Famiglie, come quella denunciante, respinte illegalmente in barba ai diritti umani e alle più basilari leggi sull’accoglienza.

Come riportato dallo studio legale olandese, Frontex è accusata di aver “attivamente distrutto” i valori fondamentali sui quali è costruita l’Unione Europea.

L’auspicio è che la causa intentata dalla famiglia siriana porti alla luce ulteriori particolari e faccia emergere le responsabilità di questo violento e terribile scempio dei diritti umani. Perpetrato mentre in tanti – troppi – ai piani alti voltavano la testa in un’altra direzione. Dopo la recente sentenza che riguarda il fronte del Mediterraneo, potrebbe essere un altro passo importante per riaffermare come punto cardine dell’accoglienza il rispetto dei diritti umani.

Simone Sciutteri

Exit mobile version