Emergono presunti legami tra l’agenzia europea Frontex, incaricata al controllo e alla gestione delle frontiere UE, e alcuni esponenti della mafia libica. Nel mirino, giornalisti e attivisti
Due interrogazioni parlamentari sono state richieste dai deputati Pd Arturo Scotto e Paolo Ciani, con la segretaria Elly Schlein, e Nicola Fratoianni di Alleanza Verdi e Sinistra, per fare chiarezza sul rapporto tra l’agenzia Frontex e alcuni account social riferibili a esponenti della mafia libica.
Proprio da questi profili sono partite minacce e intimidazioni verso don Mattia Ferrari, impegnato nel salvataggio dei migranti, e l’inviato di Avvenire Nello Scavo, esperto di mafia libica e rotte migratorie.
Mafia libica su Twitter: minacce e intimidazioni
Come si legge nell’interrogazione dei deputati, uno dei principali account Twitter presi in osservazione è @rgowans, “Migrant Rescue Watch“.
Il profilo, attivo dal 2017, pubblica quotidianamente materiale delle milizie libiche, celebrandone l’operato e demonizzando quello delle ONG. In alcune occasioni, ha persino divulgato materiale top secret di apparati militari italiani ed europei, come riprese dei droni di Frontex e documenti della Guardia Costiera Italiana.
Proprio da @rgowans sono partite alcune delle intimidazioni e minacce rivolte a Nello Scavo e don Ferrari.
Nel 2020, Scavo, impegnato in un’inchiesta sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia a Malta, aveva già ricevuto minacce da Neville Gafà, (allora capo dello staff dell’ex premier laburista di Malta Joseph Muscat). Quest’ultimo fu processato, e assolto, per mancanza di prove. Inoltre, La Commissione d’inchiesta dei magistrati maltesi lo ha riconosciuto come autore della campagna denigratoria che precedette l’omicidio di Galizia.
Nell’agosto 2021, dopo alcuni articoli di Scavo nei quali criticava le diffide della Guardia Costiera libica alla Ong Sea Watch 3, sono tornate le minacce.
Ma questo volta, all’intervento di Gafà, è seguito quello del suddetto account @rgowans, definito da Scavo “portavoce della mafia libica, legato ai servizi segreti di diversi Paesi“.
Al momento, è stata intensificata la vigilanza generica radiocollegata a favore di Nello Scavo.
Lo stesso profilo Twitter è stato querelato da don Mattia Ferrari per minacce e diffamazioni aggravate.
Don Ferrari, impegnato nell’aiuto dei migranti e nel denunciare le infiltrazioni criminali che determinano il traffico di esseri umani, è anche coautore con Scavo del libro “Pescatori di Uomini“.
Per le preoccupanti minacce ricevute dalla mafia libica, il Gip ha deciso di porre don Ferrari sotto tutela.
Robert B: l’uomo dietro le minacce lavora per Frontex?
A dirigere l’inchiesta riguardante @rgowans è JLProject, team investigativo legato all’associazione Mediterranea Saving Humans.
Attraverso una mail inviata nel 2017 dal gestore di @rgowans a Frontex, il team ha potuto tracciare l’identità dell’individuo dietro il profilo Twitter.
Si chiama Robert B., e che è un ex vice capo della guardia costiera canadese, attualmente residente in Polonia.
Tra le amicizie su Facebook, ci sono decine di miliziani e guardiacoste libici. Di questi, la maggior parte sono membri degli equipaggi delle motovedette regalate dall’Italia alla Libia, e sono stati addestrati in Italia.
Oltre a tutto ciò, Robert B. è anche il nome di un funzionario Frontex incaricato di analizzare dati riservati, la cui sede si trova proprio in Polonia.
Sugli effettivi rapporti tra Frontex e la mafia libica proseguono le indagini.
Ma, come spiega Scavo, anche il Ministro della Giustizia Nordio ha riconosciuto la presenza della mafia dietro le minacce ricevute dal giornalista.
Il ministro della Giustizia Nordio ha riconosciuto che le minacce provengono da esponenti della mafia libica, che però sono anche interni alle istituzioni della Libia, Paese con cui l’Italia continua a negoziare.
Questi esponenti risultano coinvolti in inchieste sul traffico di esseri umani, armi, idrocarburi e stupefacenti in connessione con gruppi criminali maltesi e italiani.
Rimangono gli interrogativi sull’effettivo uso di alcuni account Twitter su cui si stanno svolgendo indagini, e che hanno avuto accesso a informazioni riservate di autorità italiane e europee, fra cui Frontex, che al momento non ha risposto alle richieste di chiarimento
Frontex è stata infatti interpellata da numerosi quotidiani, tra cui il Corriere della Sera, ma non ha rilasciato affermazioni o smentite.
Abbiamo appreso della vicenda relativa all’account Twitter “Migrant Rescue Watch”, cioè il blog di @rgowans. Stiamo cercando di approfondire la questione quindi non possiamo rilasciare commenti
Ma per proteggere l’Italia e l’Unione, secondo i deputati che hanno firmato le interrogazioni, è necessario e urgente l’intervento del Governo.
Chiediamo di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell’interno, per sapere:
- Se il Governo sia a conoscenza dei nuovi fatti denunciati e se non ritenga di dover adottare immediatamente iniziative idonee volte ad appurare la veridicità dei fatti.
- Quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per tutelare i cittadini minacciati dalla mafia libica, e nello specifico dal suddetto account. Nonché per tutelare l’integrità della Repubblica davanti al fatto che un account che pubblica quotidianamente materiale per conto delle milizie libiche divulghi documenti top secret di apparati militari italiani ed europei e minacci i cittadini italiani
Mentre le indagini proseguono, si attende la risposta del Governo alle interrogazioni.
Giulia Calvani