Frontex, abusi verso i migranti al confine con la Grecia

Aumento dei flussi migratori verso l'Europa Frontex, abusi verso i migranti al confine con la Grecia

Frontex, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera è di nuovo al centro delle discussioni. Si discute del ruolo dell’agenzia europea divisa tra i diritti dei migranti, la politica dei paesi di confine e le pratiche illegali di respingimento.

Secondo i documenti riservati esaminati dal New York Times, il responsabile dell’ufficio per i diritti umani di Frontex, Jonas Grimheden, avrebbe raccomandato la sospensione delle operazioni in Grecia. Come riporta il giornale, Grimheden pubblica relazioni trimestrali sulle condizioni e gli abusi alle frontiere dell’Ue. Sono coinvolti anche paesi come Italia, Ungheria e Grecia.

Sono stati raccolti rapporti credibili sui respingimenti sistematici dei migranti alle frontiere marittime e a quelle terrestri negando loro l’accesso alla procedura di asilo. Oltre a queste violazioni, sono presenti rapporti su maltrattamenti e separazioni di bambini dai genitori.

La documentazione è stata scritta da uno degli alti funzionari dell’agenzia europea. Questa rende più significativa la questione della legalità delle pratiche in materia di immigrazione, soprattutto in Grecia. Frontex evidenzia, però, che la raccomandazione dell’ufficiale di sospendere le operazioni in Grecia non è vincolante. L’agenzia ha aggiunto che, insieme alle autorità greche, si stanno ottenendo “progressi”.

I respingimenti al confine greco continuano da anni

Dopo il 2015, anno della cosiddetta crisi dei rifugiati in Europa, la Grecia come paese di confine dell’Unione europea, ha ricoperto un ruolo significativo per la protezione delle frontiere. Tenere sotto controllo il numero dei nuovi ingressi è ancora oggi una priorità.




Per anni sono stati registrati respingimenti illegali senza che venisse preso nessun provvedimento effettivo. Nel 2020, un’inchiesta di Bellingcat, Lighthouse Reports, Der Spiegel, ARD e TV Asahi ha rivelato i respingimenti illegali dalla Grecia esponendo la brutalità di quegli atti. L’inchiesta evidenziava anche la complicità di Frontex per tali pratiche.

Recentemente il governo greco ha affermato di rispettare il diritto Ue e quello internazionale aggiungendo di aver approvato un piano d’azione, insieme all’Ue, per il monitoraggio. In Europa, il caso dell’immigrazione in Grecia resta uno dei più significativi.

Come paese europeo, la Grecia ha l’obbligo di permettere a chiunque voglia richiedere asilo su quel territorio di farlo liberamente come stabilito dall’articolo 3 del Codice frontiere Schengen:

Il presente regolamento si applica a chiunque attraversi le frontiere interne o esterne di uno Stato membro, senza pregiudizi.

Frontex, protezione dei diritti e articolo 46

Il ruolo di Frontex è quello di aiutare i paesi dell’area Schengen a proteggere i propri confini nel rispetto delle norme del diritto dell’Ue e della dignità delle persone.

Lo scorso anno, anche l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) ha accusato Frontex di aver coperto respingimenti ed alcune violazioni dei diritti umani avvenute contro i migranti sempre in Grecia.

Nonostante la rivelazione del New York Times sulla raccomandazione del responsabile dell’ufficio per i diritti umani di Frontex di sospendere le operazioni in Grecia, questo evento è avvenuto solo nel caso dell’Ungheria per respingimenti illegali al confine con la Serbia (2021).

L’unico che ha il potere di sospendere o terminare le operazioni in cui si verificano violazioni dei diritti fondamentali in uno Stato membro è il direttore esecutivo di Frontex. Questo avviene facendo scattare una norma interna nota come articolo 46.

Frontex dovrebbe essere più o meno presente? Forse questo non è il problema

Nel 2022, lo stesso Jonas Grimheden aveva proposto di rivedere l’articolo 46 proponendo un “articolo 46 invertito”. Frontex sosterrebbe gli agenti impegnati al confine aumentando il loro numero nello stato dell’Ue dove si verificano violazioni dei diritti fondamentali. L’attuale norma, invece, prevede il ritiro o la sospensione delle operazioni. Questo ovviamente al fine di offrire un servizio migliore e limitare il numero degli abusi.

Probabilmente, non è il numero degli agenti impiegati a poter garantire un giusto trattamento per gli immigrati. Ci vorrebbe un ente indipendente ed efficace che si occupi del controllo delle attività degli stati.

Nazlican Cebeci

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