Frontex: nel 2017 diminuiti del 60% gli attraversamenti illegali delle frontiere europee

Frontex, Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera che aiuta i paesi dell’UE e gli stati associati alla zona Schengen a gestire le loro frontiere esterne, ha pubblicato oggi 5 gennaio 2018, un resoconto statistico delle rilevazioni del 2017 di valichi di frontiera irregolari ai confini esterni dell’Unione Europea.

Flussi migratori in Europa 2017. Fonte: worldview.stratfor.com

Secondo i dati provvisori pubblicati da Frontex, nel 2017 sono stati 204 300 i rilevamenti di attraversamenti illegali di frontiera in Europa, cioè il 60% in meno rispetto all’anno precedente.

Sia in Italia sia in Grecia sono notevolmente diminuiti gli attraversamenti illegali, mentre in Spagna il numero di migranti irregolari individuati ai confini del Mediterraneo occidentale è più del doppio rispetto ai primi dati raccolti da Frontex nel 2009.

 




Mediterraneo centrale:

In Italia sono stati circa 119 mila i migranti arrivati illegalmente secondo Frontex: questo dato rispecchia una diminuzione del 34% rispetto all’anno precedente, in cui ne erano stati registrati 181.126, e rimanda alle statistiche anteriori all’anno 2014.

L’improvviso crollo del numero di migranti irregolari che raggiungono l’Italia risale al luglio 2017 ed è stato probabilmente il dato più significativo dall’attuazione della dichiarazione UE-Turchia nel marzo 2016.

I nigeriani hanno rappresentato il maggior numero di arrivi sulla rotta del Mediterraneo centrale, rappresentando circa uno su sette migranti, seguiti da cittadini della Guinea e della Costa d’Avorio.

Mediterraneo orientale:

Anche alle frontiere esterne dell’Europa con la Turchia i flussi migratori illegali nel 2017 sono diminuiti rispetto all’anno precedente.

In Grecia, secondo i dati di Frontex, ci sono stati circa 41.700 rilevamenti di attraversamenti illegali di frontiera, sia in mare sia nei confini terrestri; vi è stato però un picco di arrivi dopo la seconda metà dell’anno, a dimostrazione del continuo tentativo dei gruppi di contrabbando di eludere la sorveglianza alle frontiere turche.

Le due nazionalità più presenti l’anno scorso sulla rotta del Mediterraneo orientale sono state quella siriana e quella irachena.

Mediterraneo occidentale:

Nel 2017 il numero di migranti illegali rilevati da Frontex che hanno raggiunto la Spagna dall’Africa settentrionale ha toccato il nuovo massimo storico di quasi 22.900: più del doppio del precedente record stabilito nel 2016.

La situazione nella regione del Rif del Marocco, il principale paese di transito per i migranti diretti in Spagna, ha creato un’opportunità per ulteriori partenze dalla costa occidentale nella seconda metà dell’anno. Ciò è stato accompagnato da un crescente uso di imbarcazioni ad alta capacità in grado di trasportare un gran numero di migranti.

La maggior parte dei migranti rimasti su questa rotta proveniva dall’Africa occidentale: quasi il 40% dei migranti erano cittadini dell’Algeria e del Marocco.




I dati di Frontex confermano quindi che il numero di persone che arrivano in Europa dalla Libia è notevolmente diminuito nel 2017, ma i problemi migratori del continente non sono finiti: la Libia rimane politicamente instabile e sta dimostrando di non essere in grado di lavorare in modo coerente con l’Europa per arginare il flusso di migranti attraverso i suoi confini.

John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l`Europa, ha dichiarato qualche settimana fa:

“Centinaia di migliaia di rifugiati e migranti intrappolati in Libia sono in balia delle autorità locali, delle milizie, dei gruppi armati e dei trafficanti spesso in combutta per ottenere vantaggi economici. Decine di migliaia di persone sono imprigionate a tempo indeterminato in centri di detenzione sovraffollati e sottoposte a violenze ed abusi sistematici. I governi europei non solo sono pienamente a conoscenza di questi abusi, ma sostengono attivamente le autorità libiche nell`impedire le partenze e trattenere le persone in Libia. Dunque, sono complici di tali crimini”.





Se il calo degli sbarchi equivale alla mancanza di rispetto verso i diritti umani, forse è il caso di pensare ad alternative più efficaci e meno disumane per controllare i flussi migratori.

 

Fadua Al Fagoush

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