”Nietzsche è un Wagner del pensiero. La susseguenza dei suoi pensieri è assolutamente barbara, uguale alla musica wagneriana. Tutto anela alla distruzione tanto in Wagner quanto in lui.” (Dino Campana)
Una personalità folle, geniale, fuori controllo. Ma Friedrich Nietzsche ci mostra come tutte le sue stranezze possano concorrere a fare un filosofo dai metodi e una prosa del tutto originali. Per nostra fortuna, segnava tutto quanto. Cominciò a narrare la propria vita ‘’a se stesso’’ fin dalla giovane età, quando aveva solo dodici anni. Sulla di lui abbiamo un mucchio di aneddoti divertenti: la storia dell’amore non ricambiato per Lou Salomè, la foto che lui le costrinse a fare insieme. L’amore per Torino, per gli animali e la fuga dalla città dopo aver visto maltrattarne uno. Le sue follie, le ossessioni momentanee e le crisi depressive. Insomma, tutti elementi che ci fanno percepire un Friedrich Nietzsche uomo, ancor prima che filosofo, molto più che tanti altri grandi della storia.
Un amore non ricambiato
Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una grande donna. Tra fine Ottocento e inizio Novecento dietro a un buon numero di scrittori, filosofi e psicanalisti sembra ci sia stata una sola grande donna: Lou Von Salomé. Tra le sue vittime c’è anche Nietzsche.
A presentare i due è Paul Ree, caro amico del filosofo tedesco. L’aveva conosciuta a Roma e se n’era innamorato, chiedendole addirittura di sposarlo. Lou Salomè risponde che l’attrazione per Paul Ree è solamente intellettuale e per questo gli propone piuttosto un sodalizio culturale, che lui accetta ben volentieri. Di lei Paul Ree parla nella maggior parte delle lettere che indirizza a Nietzsche: e così lo invita a Roma a conoscerla.
E anche lui, naturalmente, se ne innamora subito. E le chiede di sposarlo. Ma ancora una volta Lou Salomè rifiuta, e propone a Nietzsche di unirsi alla comune intellettuale già formata da lei e Paul Ree. Tra di loro si chiamano ‘’la trinità’’: ma è una trinità destinata a durar poco, perché Nietzsche si ritirerà a Rapallo, troppo ferito dal distacco della sua femme fatal. Sarà proprio qui che comincerà a scrivere lo Zarathustra, ormai in preda a una crisi depressiva. Ma come dichiara, è a lei che deve il suo grande salto filosofico.
Soltanto dopo averla frequentata, sono stato maturo per il mio Zarathustra.
Le malattie e l’aneddoto del cavallo
Nietzsche accusa fin dall’infanzia malesseri psichici depressivi. A soli sette anni scrive, in uno dei suoi tanti diari, di aver ‘’perduto l’infanzia’’. Di lui ci dà un quadro psichiatrico molto profondo lo psicologo e filosofo Jaspers, che gli dedica un’intera opera. Alla luce dei suoi studi possiamo affermare che soffrisse di una malattia maniaco-depressiva, e che fosse una persona ossessiva, burrascosa, spesso inibita.
Mi faccio coraggio quanto posso, ma una melanconia senza pari si impossessa ogni giorno di me. Specialmente la sera. A che serve? La vita è un esperimento, ma si ha un bel dire e un bel fare. Lo si paga sempre a troppo caro prezzo.
Non tutti sanno che Nietzsche visse a Torino alcuni anni e che amava moltissimo la città. A farlo fuggire da un luogo dove stava così bene fu un episodio molto curioso, che segnò il definitivo collasso mentale di Nietzsche.
È il 3 gennaio del 1889. Nietzsche, uscendo di casa, vede un cocchiere frustare violentemente e prendere a calci il suo cavallo. Sconvolto dall’immotivata ferocia del gesto, corre a fermare l’uomo. E una volta arrivatogli vicino inizia ad abbracciare e baciare il cavallo, le lacrime agli occhi. Nietzsche viene costretto a tornare nella sua camera, ancora sconvolto mentre urlava di essere “Dioniso” o “Gesù Crocifisso”.
Friedrich Nietzsche, vittima della sorella nazista
Per anni, Nietzsche è stato – erroneamente – considerato il filosofo del nazismo. La sua teoria del Superuomo era molto apprezzata da Hitler, che in effetti l’aveva interpretata come tale. Ma dove ha origine questo fraintendimento del suo pensiero?
Niente di meno che Elizabeth Foster Nietzsche, sorella del filosofo. Elizabeth Nietzsche era infatti tra i nazisti più convinti e tra le prime strenue sostenitrici di Adolf Hitler. Addirittura progettava di creare un ‘’insediamento ariano’’ nel Nuovo Mondo, e si era recata in Sudamerica per creare la cosiddetta ‘’Nueva Germania’’.
Quando nel 1900 Friedrich Nietzsche morì aveva soli 44 anni. Della sua eredità filosofica e letteraria si fece carico la sorella Elizabeth. Fu allora che vendette le idee del fratello a Hitler, dando una sua personale interpretazione dei concetti filosofici da Friedrich delineati. Fin dai primissimi anni Trenta sostenne economicamente il Partito Nazionalsocialista Tedesco dei Lavoratori; e contraccambiava profondendo sul regime il notevole prestigio dell’eredità morale di Nietzsche. Purtroppo, infangandola.
Noemi Eva Maria Filoni