Fridays For Future, con le scuole chiuse e la necessaria quarantena, sembra aver subito una battuta d’arresto.
Niente più ragazzi a protestare in piazza il venerdì (bisogna stare a casa), e quasi inevitabilmente salterà il preannunciato sciopero globale previsto per il 24 aprile.
Insomma, c’è più che abbastanza per demoralizzare chiunque.
Di conseguenza, potrebbe sorgere il dubbio che il coronavirus sia tanto potente da arrestare anche il movimento ambientalista nato per iniziativa di Greta Thunberg.
Ma le cose stanno esattamente così?
Secondo un adagio popolare, “la necessità aguzza l’ingegno”. Ed è proprio quello che sta avvenendo nei gruppi locali – Fridays For Future ne ha uno in quasi tutte le città italiane – e anche a livello di coordinamento nazionale.
Davvero tante sono le iniziative e le proposte che stanno girando in rete in questi giorni, tutte a sfondo ambientalista, ma anche con un occhio di riguardo alla delicata situazione che sta attraversando il nostro Paese per via del coronavirus.
Prima di tutto la scienza
Sui siti e sulle pagine Facebook e Instagram di Fridays For Future viene esplicitamente riportato che il movimento – che si tatti di crisi climatica o di coronavirus – si affida all’autorità della scienza.
Cosa vuol dire?
Che, quando abbiamo a che fare con problemi che riguardano salute e sopravvivenza, le opinioni personali vanno spazzate sotto il tappeto. Il solo approccio che ci può garantire di affrontare e superare le emergenze è quello razionale e scientifico.
Pertanto Fridays For Future si unisce alla battaglia per contenere i danni provocati dal coronavirus invitando i followers a restare a casa.
Niente più venerdì di protesta, allora?
Già in alcune città, e in breve seguiranno a ruota le altre, è partita l’iniziativa del digital strike. In linea di massima, uno sciopero che viene fatto il venerdì non più in piazza, ma sui social, mandando una foto o un cartello realizzato in casa a sostegno della lotta per la salvaguardia del clima.
Ma saranno tante le declinazioni di questa modalità, e ogni settimana diverse.
Per esempio, nel caso del flash mob organizzato per venerdì 20 marzo, i ragazzi protestano dal balcone sulle note di Stayng alive.
Il messaggio è chiaro: “We are just trying to stay alive”, ossia “stiamo solo cercando di sopravvivere”, dal coronavirus e anche dagli effetti dell’emergenza climatica.
Aumentare la consapevolezza
Il coronavirus sembra essere una “prova generale” (e in piccolo) di quanto dovremo affrontare se non riusciremo in tempi brevi a scongiurare l’emergenza climatica, come è rimarcato nell’articolo pubblicato sul sito nazionale di Fridays For Future.Tuttavia moltissime persone, giovani o meno giovani, non hanno ancora maturato un’adeguata consapevolezza rispetto alla gravità del problema.
Sia per questa ragione, sia per dare una “valvola di sfogo” alla segregazione forzata che tutti stiamo vivendo, è partita l’iniziativa Quarantena For Future: un sorprendente “contenitore” di proposte: documentari, film, libri, musica, serie, speech, podcast, tool interattivi e articoli a tema crisi climatica.
Cameretta Tour 2020
Mercoledì 18 marzo è nato l’appuntamento live su Instagram Cameretta Tour 2020.
Artisti, scienziati, letterati e tanto altro ancora, ogni giorno alle 19.00 intervengono in diretta per parlare di temi inerenti la crisi climatica.
Come per Quarantena For Future, l’obbiettivo è offrire stimoli e riflessioni su un problema che non mette solo a rischio la salute di alcuni, ma addirittura la sopravvivenza del pianeta Terra.
Informarsi giocando
A volte si crede di sapere, poi basta una domanda per rendersi conto che si sa, certo, ma con alcune imprecisioni di fondo.
I quiz proposti su Instagram, a risposta multipla o del tipo “vero o falso” stanno già spopolando.
Le domande sono sempre a tema climatico e naturalmente non si vincono premi. C’è solo il gusto della sfida, che tanto piace ai giovani (ma anche ai diversamente giovani) e forse lo spunto per approfondire, nel caso di risposta errata, un argomento che si credeva di conoscere più che bene.
Uniti per uno scopo si può fare molto
Il proverbio “L’unione fa la forza” – come spesso accade con la saggezza popolare nascosta negli adagi – sta dimostrando in questi giorni il suo fondo di verità. O addirittura una verità intera: di fronte a un nemico comune (coronavirus) gli italiani stanno reagendo per lo più in modo compatto. E le poche eccezioni si prendono tirate di orecchie dalle autorità a suon di multe e denunce.
Cosa significa?
Che possiamo, non solo come italiani, ma come genere umano, affrontare e vincere le sfide.
Quella che ci ha lanciato un virus, ma anche quella che ancor prima ci ha segnalato il nostro pianeta, di gran lunga più urgente, chiedendoci di salvarlo e, con lui, di salvare noi stessi.
Claudia Maschio