Lo sport ci ha abituato spesso a favole commoventi, ma quella che ha visto protagonisti i fratelli Jonathan e Alistair Brownlee è particolarmente speciale.
Chi sono i fratelli Brownlee
Chi ha seguito le recenti Olimpiadi di Rio dovrebbe avere visto all’opera questi due atleti britannici. Campioni assoluti del triathlon, la disciplina che alterna nuoto, ciclismo e corsa, i due hanno vinto tutto il vincibile. Per anni si sono alternati su i gradini più alti dei podi europei, mondiali e olimpici. La loro ultima impresa è l’accoppiata oro-argento a Rio, dove hanno tagliato il traguardo tenendosi per mano. Sintomo questo di un legame profondo che si è rinnovato pochi giorni fa alle World Series in Messico.
L’ultima gara
Domenica 18 settembre, ultima gara di World Series a Cozumel, Jonathan si sta giocando il titolo. A pochi metri dal traguardo Jonny è primo, ormai sicuro della vittoria della gara e della competizione. All’improvviso un fortissimo colpo di calore lo stronca. Dopo un chilometro e mezzo di nuoto, 40 in bicicletta e 10 di corsa, sembra costretto a rinunciare alla gara.
Quando gli addetti alla gara lo stanno per portare via, compare il fratello maggiore Alistair. Dietro di lui il sudafricano Henri Schoeman. Alistair agisce d’istinto e interrompe la corsa per raggiungere e sostenere il fratello, rinunciando così al primo posto che, da campione olimpico in carica, non avrebbe di certo perso.
Così, mentre Schoeman va a vincere la gara, Alistair sospinge il fratello semi-cosciente fino alla linea d’arrivo. Con un’ultima spinta Jonny crolla letteralmente oltre il traguardo, stremato ma con un secondo posto che non sarebbe stato possibile senza l’aiuto del proprio amatissimo fratellone.
Peccato che il gran cuore di Alistair non abbia permesso al più piccolo dei Brownlee di ottenere la vittoria finale della competizione. Il titolo viene infatti assegnato allo spagnolo Mario Mola (con 4819 punti contro 4815) arrivato quinto a Cozumel.
Un legame oltre lo sport
Eventi come questo non sono nuovi nel mondo sportivo. Alcuni di voi ricorderanno l’episodio che vide protagonisti i gemelli italiani Bernard e Martin Dematteis. A inizio luglio, agli europei di corsa in montagna, Bernard è primo e con un netto vantaggio, ma, ormai prossimo al traguardo, si ferma e aspetta il fratello Martin. I due gemelli cuneesi percorrono mano nella mano l’ultimo tratto e Bernard, infine, cede il passo al fratello, lasciandolo vincere. Un semplice storia d’affetto che ha radici ben più profonde: Martin infatti aveva da poco perso un figlio e ha avuto così la possibilità di dedicargli una storica vittoria.
Ciò che unisce i gesti dei fratelli Brownlee e dei gemelli Dematteis è l’assoluta spontaneità con cui vengono compiuti. Le dichiarazioni post gara degli atleti coinvolti sono incredibilmente simili: i gesti compiuti da Alistair e Bernard per i rispettivi fratelli non sono considerati come altruistici, ma come dovuti. Le loro storie non sarebbe potute andare diversamente.
Perché quando condividi per una vita la stessa passione, quando corri tutti i giorni accanto alla stessa persona, assaporando insieme la fatica e il divertimento, le delusioni e i successi, il legame che crei è assolutamente fuori dal comune. Un legame di sangue rafforzato e reso indissolubile dallo sport.
E, alla fine della gara, non importa il colore della medaglia o il valore del premio, ciò che conta è avere condiviso un momento irripetibile e intenso con la persona che più ti sta vicina.