Siete pronti per ritrovarvi intorno a un tavolo sommerso da gustose pietanze, mentre vostro zio Pino, classe 1950, licenza media, ex dipendente statale, ora pensionato, casa di proprietà dal 1972 e appartamento al mare, vi insegna la vita? Siete pronti a deglutire i cannelloni, mentre lo zio Pino vi spiega la gastronomia, l’economia, la politica e la storia? Se ancora non lo siete, dovete arrivare preparati. Nonostante vostra madre vi implori di fare finta di nulla e di non parlare di politica, avete una responsabilità nei confronti dei vostri cuginetti, che guardando adoranti lo zio Pino e pensano “Ma lo zio Pino sa veramente tutto!”. Ecco qui un pacchetto di frasi populiste preconfezionate e totalmente scollegate che salteranno quasi sicuramente fuori alla vostra tavola natalizia.
1. “Hanno cacciato via Salvini perché dava fastidio”
No, l’8 agosto è stata la Lega a uscire autonomamente dalla maggioranza, chiedendo il ritorno alle urne. Dopo le elezioni europee di maggio, Salvini ha caricato a pallettoni l’elettorato, minacciando ogni giorno il divorzio dal governo e pensando che, facendolo cadere e tornando alle urne, si sarebbe assicurato la maggioranza assoluta per governare senza alleati tra i piedi. Ma aveva calcolato male, visto che il nostro impianto democratico ha dei meccanismi che potremmo definire garantisticamente ironici. Il 9 agosto, la Lega ha presentato al Senato una mozione di sfiducia nei confronti del governo e, il 20 agosto, il presidente Conte è arrivato in Senato con l’artiglieria pesante. Ha strigliato Salvini in un acceso dibattito parlamentare e, in un improvviso ritrovamento del carisma politico, gli ha fatto presente alcune incoerenze. Alla fine del dibattito, incredibilmente, la Lega ha ritirato la mozione di sfiducia. “Forse qualcosa si può ancora salvare, facciamo finta che non sia successo niente” hanno pensato. E invece Conte ha lasciato il Senato ed è andato a rassegnare le dimissioni da Mattarella.
2. “Tolgono i bambini alle famiglie e poi stanno ancora al governo”
Stanno al governo chi? Il legame tra il sistema degli affidi della Val d’Enza e del Comune di Bibbiano e il sindaco del PD Carletti è stato strumentalmente cavalcato in primis dal Movimento 5 Stelle, che ha parlato del Pd come il “partito di Bibbiano”. Salvo poi, decidere di governarci insieme, ma questa è un’altra storia. Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, è accusato di avere concesso dei locali del Comune all’associazione che si occupava dei colloqui con i minori oggetto di affidamento, ma non ha avuto parte attiva nelle presunte pratiche scorrette di affidamento. E’ stato arrestato, messo ai domiciliari e costretto all’obbligo di dimora, per poi vedersi revocate tutte queste misure.
Ad ogni modo, su 100 fascicoli relativi agli affidi della Val D’Enza, in 15 i giudici hanno accolto la richiesta di allontanamento dei minori dalle famiglie. Solo sette delle famiglie coinvolte hanno fatto ricorso e tutti i i ricorsi sono stati respinti dalla Corte d’Appello. Il sistema affidi, quindi, nel suo complesso è sano, nonostante sia stato calunniato per mesi.
3. “Se nel Mediterraneo muoiono, perché gli immigrati non vengono in aereo?”
Ottima osservazione, zio Pino. Infatti anche tu prenderesti i tuoi figli piccoli e li caricheresti su una nave per affrontare 167 km di mare (distanza tra Tunisi e Lampedusa) in modo totalmente improvvisato, pagando tutto quello che hai, se avessi a disposizione l’aereo. Ometti di considerare che, però, per prendere un aereo, serve un aeroporto. In Libia, ad esempio, l’aeroporto di Tripoli ha riaperto dopo mesi di bombardamenti solo il 12 dicembre. Per accedere a un paese dell’area Schengen, poi, serve un visto e la concessione di questo documento, in alcuni paesi del mondo, è altamente discrezionale, soprattutto se a chiederlo sono persone che vogliono abbandonare lo Stato per disperazione.
Se una persona con un bel posto di lavoro si presenta al consolato italiano dicendo ‘Ho comprato un pacchetto turistico per me e per tutta la famiglia per farci una vacanza in Italia’, la concessione è praticamente cosa fatta. Se, invece, a presentarsi è una persona che dichiara di non avere lavoro, o di averne uno insufficiente, e dice di voler andare in Italia in vacanza ospite da amici, al consolato gli diranno che intende abusare del visto per turismo per poi restare illegalmente in Italia alla scadenza, e glielo negheranno.
4. “Il Papa fa finta di essere un buono: deve smetterla di fare politica”
Un giorno Papa Francesco lancia messaggi dirompenti su alcune tematiche, mentre il giorno dopo conferma le posizioni della Chiesa su altre questioni. Sta facendo qualcosa, come la rimozione del segreto pontificio, anche se conserva rigidità su tanti altri temi, come l’omosessualità. Ma perché dovrebbe far finta di essere un buono? Non deve ingraziarsi gli elettori, visto che è già stato eletto e il suo è un mandato a vita. E’ sovrano assoluto di un piccolo stato teocratico, non dimentichiamolo. Anzi, all’interno della Chiesa cattolica sono in molti a criticarlo, proprio per le sue dichiarazioni verso i più umili. E’ un’operazione di marketing? Può essere. Ma allora perché non aprirsi veramente? Con questo suo posizionamento di apertura su certi temi e di completa chiusura su altri, anzi, si sta complicando la vita. I farisei più ferventi non lo apprezzano e coloro che sono già lontani dalle posizioni della Chiesa non hanno motivo per avvicinarsi.
5. “Ah, adesso pure le sardine”
I giornali sono pieni di analisi riguardo al movimento delle Sardine ed è ancora tutto in essere per dare un giudizio a 360° sul fenomeno. Sono un movimento di piazza e, come tale, hanno punti di forza e debolezze intrinseche. Se concorrono a fare sentire alcuni elettori delusi dalla politica meno soli, dall’altra il rischio è che si trasformino in populismo duro e puro e che facciano un po’ la fine del Movimento Cinque Stelle. E’ necessario indagare il successo iniziale di questi movimenti e capire perché le persone abbiano una grande sfiducia nei partiti tradizionali, aderendo invece a queste formazioni senza un vero e proprio programma. Stanno manifestando ed è un loro diritto sancito dalla Costituzione. Diventeranno una forza politica che entrerà in Parlamento? Non si sa.
6. “Lo stato premia i delinquenti: se uno entra a casa tua e gli spari, poi vai tu in prigione”.
No, non funziona così. Tu vai in prigione se la tua non è difesa ma attacco sproporzionato contro colui che ti sta aggredendo. Il nostro codice penale prevede che se c’è un’aggressione ingiusta e se la reazione è proporzionata all’offesa, la difesa sia legittima. No, non posso inseguire il ladro per la strada e sparargli, dopo che se n’è andato da casa mia, perché in questo modo non mi sto difendendo, visto che il pericolo di essere aggredito è cessato. Anzi, sto mettendo a rischio l’incolumità dei passanti. Il problema è uno solo: la gente, grazie agli slogan salviniani sulla “difesa che è sempre legittima”, crede di poter sparare a destra e a manca e rischia davvero di passare il resto della vita a pagarsi il processo. La riforma di marzo 2019, infatti, dal punto di vista applicativo è praticamente aria fritta e non cambia nulla rispetto a prima.
7. “Dovremmo tornare alla lira”
Certamente, come no. Si calcola che oggi il ritorno alla lira avverrebbe con una svalutazione della nuova (o vecchia) moneta del 20-30%. Consumatori e imprese vedrebbero un aumento dei prezzi dei beni importati, mentre ci sarebbero alcuni vantaggi per l’export, ma solo transitori e limitati. L’Italia ne uscirebbe ulteriormente impoverita, isolata e non più credibile sui mercati esteri. La perdita di credibilità agli occhi degli investitori stranieri segnerebbe infatti l’inizio della fine. Chi ti dà i soldi se già sei povero e poi decidi di andartene a risolvere i tuoi problemi economici da solo?
8. “Dobbiamo smettere di dare i soldi all’Europa. Dovremmo fare come gli inglesi”.
L’Italia si piazza al decimo posto nella classifica dei Paesi contribuenti dell’Ue, secondo il numero dei suoi cittadini (pagamento totale diviso per il numero di abitanti). Paghiamo abbastanza, è vero. Ma riceviamo anche. Ci sono alcuni vantaggi dati dall’appartenenza politica all’UE, come la stabilità politica e la sicurezza, la libera circolazione e il mercato. Ci sono alcuni risvolti nella vita pratica di ogni cittadino, come la possibilità di vivere e lavorare in qualsiasi paese dell’Unione, o l’assicurazione sanitaria anche a chi è in viaggio, i controlli sulla qualità delle acque, della balneazione e le politiche alimentari, biglietti aerei e tariffe telefoniche meno care. Sapete ad esempio che se il vostro volo viene cancellato o ritardato di più di tre ore, avete diritto a un rimborso che oscilla tra i 250 e 400 euro a testa sulle tratte Ue? Questo in base al regolamento UE 261/2004. Se è vero che la nostra contribuzione verso le istituzioni dell’Ue è abbastanza alta, è vero anche che molto ci viene restituito sotto forma di fondi e appalti alle aziende italiane per lavorare all’estero.
9. “E comunque dovrebbero iniziare a pagare meno i conduttori e i calciatori”
Troppo rispetto a cosa? Troppo rispetto a chi? Si tratta di professionisti che vengono pagati dalle aziende (che siano la Juventus o la Rai) perché il loro compito è quello di offrire un intrattenimento di un certo livello. Perché non vieni chiamato tu, zio Pino, a condurre Sanremo? Semplicemente perché non garantiresti alla Rai un numero sufficiente di ascolti. Sufficiente a chi? Sufficiente alle aziende per convincerli a comprare gli spazi pubblicitari che pagano l’intera manifestazione. “Potrebbero pagarli di meno”. Vero, ma ogni professionista tratta con l’azienda che lo vuole ingaggiare e trova un accordo sulla cifra. “Perché non devolvono il loro stipendio in beneficenza?” Perché ognuno fa quello che vuole, con i soldi che si guadagna, come tutti noi.
10. “E’ anche colpa delle donne, che non vogliono più fare figli e pensano solo alla carriera”
Certamente, infatti è obbligo morale sancito dalla Costituzione fare figli (No, non lo è, ndr). E, soprattutto, nelle precarie condizioni economiche che caratterizzano il nostro Paese è una grande idea improvvisare una gravidanza dietro l’altra, sapendo che, in quanto madre e donna italiana nel 2020, incorrerai in una serie di difficoltà che vanno da un capo che ti intima di licenziarti a un asilo che ha delle rette spaventosamente alte, a cui devi obbligatoriamente rivolgerti lavorando. Sì, perché per studiare e lavorare hai lasciato il paesino della tua famiglia e non puoi contare sul loro appoggio. Proprio per questo motivo, quindi, dopo aver studiato, lavorato e raggiunto una certa indipendenza, ora il declino dell’Italia è colpa tua, che decidi di non fare sei figli, anche per non imputarne la crescita alla Provvidenza e ai sussidi dello stato.
BONUS: “Ah quando c’era lui…”
Se, fino a ora, avete mantenuto un certo contegno e la vostra dialettica non ha zoppicato, qui siete autorizzati a saltare sul tavolo e a brandire la forchetta. Se il lui di cui lo zio parla è Benito Mussolini, ovviamente. Vi potranno dire che ha inventato le pensioni: e voi risponderete “governo Crispi”. Vi potrà dire che ha inventato l’INPS: e voi direte “Zio, gli ha solo cambiato il nome”. Allora vi dirà che ha bonificato l’Italia e voi risponderete: “Zio, un obiettivo mai raggiunto con previsioni di spese folli almeno fino agli anni Sessanta“. Se dovesse continuare con la storia dei treni in orario, del bilancio, del grande statista, allora significa che il pranzo di famiglia ha assunto dei contorni spiccatamente filofascisti. E’ d’obbligo quindi rimandarvi a un precedente e più esaustivo articolo sulle bufale del Ventennio.
A questo punto dovrebbe essere arrivato il pandoro con la crema al mascarpone. Guardate vostro zio Pino e riconciliatevi. Probabilmente lui continuerà a pensare che siate dei fannulloni intellettuali di sinistra. E voi a pensare che lui sia un privilegiato, cresciuto durante il boom economico e che farà pagare alla vostra generazione i benefici di cui ha goduto. E che, magari, dopo pranzo, finirà pure per vincere la tombola.
Buon Natale.
Elisa Ghidini
Resta da capire solo perché dovremmo credere alle tue spiegazioni e non a quelle di zio Pino, di cui sinceramente mi fido di più.