Il mondo di Frank Zappa in tour con il suo ologramma

Frank Zappa

Frank Zappa torna sul palco per un tour in Europa

Non è una trovata pubblicitaria in grande stile, né un esperimento scientifico di qualche erede del Dott. Frankenstein.

Uno dei più grandi ed eclettici compositori della musica contemporanea sarà riportato magicamente in vita, grazie alle nuove tecnologie. Si tratta di un progetto a ologrammi, realizzato proprio dal figlio Ahmet e la sua Zappa Family Trust, con il quale il musicista di Baltimora, riapparirà al grande pubblico, accompagnato da una band di sei elementi.

Tutti i musicisti coinvolti provengono, in periodi diversi, dalle varie formazioni che hanno accompagnato Frank Zappa, nel suo universo musicale.

Un viaggio all’interno delle contaminazioni e delle sperimentazioni che hanno fatto di Frank Zappa un artista unico, non facilmente etichettabile né come rockstar, né come musicista colto; geniale esploratore degli stili e dei repertori, rielaborati con una cura meticolosa, istrionica e rivoluzionaria.

Da Ray White a Mike Keneally, da Scott Thunes a Robert Martin, Ed Mann e Joe Travers: i vecchi compagni del genio Zappa sono stati chiamati a rivivere, grazie alla realtà aumentata, l’esperienza unica e provocatoria di un tour post-mortem. A questi si aggiungono altri nomi speciali e compagni storici del calibro di Steve Vai, Napoleon Murphy Brock, Ian Underwood, Vinnie Colaiuta e tanti altri.

The Bizzare World of Frank Zappa è partito ad aprile da Portland, per approdare il 5  maggio scorso, alla Playhouse di Edimburgo; accolto con grande entusiasmo da un pubblico multiforme per generazioni e identità musicali. Anche a Londra l’ologramma rock di Zappa zappiano ha riempito il Palladium, registrando il tutto esaurito.




Da Tupac a Roy Orbison; la resurrezione digitale delle star

Correva l’anno 2012, quando l’ologramma di Tupac Shakur sconvolse il pubblico patinato del Coachella. Da allora le tecnologie di resurrezione digitale è diventata la via maestra per ridare nuova vita ad alcune delle grandi stelle della musica che non sono più tra noi; alcuni scomparsi troppo presto.

E’ ormai possibile quindi rivedere Elvis Presley, Roy Orbison o Ronnie James Dio, ma anche la divina Maria Callas e le sorprese non sono ancora finite: pochi giorni fa è stato annunciato il ritorno in ologramma di un’altra indimenticata icona del pop; Withney Houston.

Molti hanno sollevato dubbi sulla riuscita dell’impresa; in primis il figlio maggiore di Frank, Dweezil anch’egli chitarrista e depositario ufficiale dell’eredità artistica del padre.

Ciò era dato dal fatto che il rischio che la resurrezione digitale di Frank Zappa avrebbe potuto non essere all’altezza di rappresentare la straordinaria genialità di un personaggio così complesso.

Ciononostante il lavoro portato avanti da Ahmet e dalla sua Eyellusion, specializzata nel realizzare ologrammi per live session, ha già avuto un riscontro importante con il tour di Ronnie James Dio, metaforicamente denominato, Dio ritorna.

“Come futurista e entusiasta degli ologrammi, afferma Ahmet Zappa, Frank ha superato un confine dopo l’altro nella sua carriera e, onorando il suo indomabile spirito, noi lo stiamo facendo di nuovo. Questi concerti celebrano la musica, l’immaginario surreale e l’humor che sono sinonimi di Frank. Spingiamo oltre il limite di quello che chiunque altro ha fatto nel portare gli ologrammi in scena dal vivo. Circostanze, oggetti, posti e temi delle canzoni e dell’immaginazione di Frank vengono portati per la prima volta sul palco. Noi siamo antropomorfizzando la musica di Frank utilizzando diverse tecnologie visuali, stili artistici, elementi del suo immaginario dai dischi e dai personaggi delle sue canzoni, per realizzare un’esperienza musicale dal vivo estremamente bizzarra.”




Un Frank Zappa eternamente giovane e provocatorio, quello che sale sul bizzarro e post-moderno palco, con il corpo e lo stile del 1974, quando il musicista trasformò lo spazio atto alle prove in un sound stage, immortalando prove e performance, chiuse per 44 anni in quell’archivio enorme che il compositore conservava con la stessa pazienza e perseveranza con cui si chiudeva, almeno sei mesi l’anno, nel suo studio casalingo, a scrivere quelle partiture talmente articolate e bizzarre, che anche uno sperimentatore seriale come Pierre Boulez ebbe a definire, divertenti quanto complesse.

Ci sarebbe da chiedersi come mai non è stata annunciata neanche una data in Italia: se non fosse per il grande intuito che Zappa ebbe sui linguaggi e sulla trasformazione della società, almeno per il fatto, come per tanti della storia, il nostro Frank nasce Francesco e le sue origini sono siciliane.

Fausto Bisantis

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