“Amo tutto della Traviata. Violetta è l’immagine perfetta della donna di oggi e di sempre. Passando una giornata con lei assaggi tutti i sapori della femminilità”.
A Parlare è il maestro Franco Zeffirelli, fedele devoto del maestro Giuseppe Verdi e della sua immensa Opera.
Ancora oggi a 96 anni compiuti, il grande regista fiorentino non ha smesso di sognare e affrontare nuove sfide. Una mente eternamente fresca e giovane, dentro un corpo molto anziano, non cambia la prospettiva di Franco Zeffirelli, che tornerà in scena il prossimo 21 giugno, con una nuova versione de La Traviata, all’Arena di Verona.
Sembra impossibile immaginare di avere ancora la forza e l’entusiasmo di proiettarsi sempre oltre, seguendo l’insegnamento principale del Verdi; “guardare al passato, per avere il futuro”.
E così eccolo il maestro Zeffirelli, fresco del premio Musiwa “Amo Firenze” a celebrare il ritrovato matrimonio artistico tra il capolavoro di Verdi e quel teatro all’aperto cui è sempre stato legato.
Franco Zeffirelli e l’importanza dell’Opera nella vita di un artista
Un nuovo allestimento la cui idealizzazione risale al 2008, per un lavoro che ha richiesto una lunga e faticosa gestazione, ma che Franco Zeffirelli ha sempre cercato di reinventare. Non potrebbe essere da meno poiché la prima rappresentazione de La Traviata, per la regia di Zeffirelli, risale al 58 a Dallas.
In quell’occasione, egli ebbe l’onere e l’onore di guidare una celeberrima Violetta; ovvero Maria Callas. Da lì ben otto rappresentazioni, tra cui un’altra importantissima, sotto la direzione musicale di Von Karajan, con il medesimo intento di lasciare alle future generazioni la summa di tutte le riflessioni e le suggestioni del linguaggio verdiano.
Realismo e melodramma alla ricerca dell’innovazione
Così, dopo Carmen, Aida, Turandot, Madama Butterfly, Il Trovatore e Don Giovanni, Franco Zeffirelli torna all’Arena di Verona con una Traviata sontuosa; innovativa e tradizionale, capace di riprodurre l’ambientazione, la storia e i personaggi che sono diventati l’emblema del melodramma italiano.
L’opera di Verdi rappresenta da sempre un luogo di sperimentazione e ricerca, dove mettere a frutto il proprio genio creativo e regalare al pubblico del mondo qualcosa di sublime e affine allo spirito risorgimentale e al realismo drammaturgico di una società in cammino verso il futuro.
Fausto Bisantis