Lo ha annunciato la famiglia con una nota: ”Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari oggi a Roma si è spento il giornalista Franco Di Mare. Seguirà comunicazione per le esequie”. Due giorni fa Di Mare aveva sposato Giulia Berdini, la sua compagna alla quale era legato da otto anni. Era malato di mesotelioma, un cancro particolarmente aggressivo che, aveva spiegato il giornalista, è legato alla presenza di amianto nell’aria, da lui respirato quando era inviato di guerra per la Rai.
Il 28 aprile a Che tempo che fa Franco Di Mare aveva dichiarato che la malattia era “legata alla presenza di amianto nell’aria e si contrare tramite la respirazione di particelle di amianto, senza rendersene conto“. Un’esposizione all’amianto che il giornalista faceva risalire al tempo in cui era inviato sul campo, quello della guerra in Kosovo alla fine degli anni ’90. Una storia che aveva scritto nel libro “Le parole per dirlo”, uscito quest’anno:
«Ho un tumore molto cattivo, il mesotelioma: si prende respirando le particelle di amianto. Mi rimane poco da vivere ma non è ancora finita. Da inviato di guerra ho respirato amianto: sono sereno e non mollo, ma da questo non si guarisce».
Lo scontro con la Rai
Sempre nella sua intervista da Fazio del 28 aprile, Franco Di Mare aveva attaccato la Rai, rea di non volergli concedere lo stato di servizio -il documento che elenca cronologicamente le mansioni svolte, i movimenti e i trasferimenti di un dipendente durante la sua carriera- con cui il giornalista avrebbe voluto dimostrare l’associazione tra la sua malattia e il lavoro svolto come inviato. Aveva per questo dichiarato:
«Capisco che ci siano ragioni sindacali e legali, io chiedevo lo stato di servizio, l’elenco dei posti dove sono stato per sapere cosa si potrebbe fare. Non riesco a capire l’assenza sul piano umano, persone a cui davo del tu che si sono negate al telefono. Trovo un solo aggettivo: è ripugnante».
Il cordoglio della Rai
La Rai, nel pomeriggio, ha salutato con una nota il suo più che trentennale dipendente (Di Maro entrò in Rai nel ’91). Dal comunicato si legge:
«La scomparsa di Franco Di Mare è per la Rai, per la quale si è sempre speso con passione e professionalità, motivo di profondo dolore, al quale si unisce la riconoscenza per quanto fatto nel corso della sua lunga carriera che lo ha spesso visto in prima linea per raccontare coraggiosamente i conflitti nel mondo. Una passione che lo ha accompagnato anche nei programmi condotti successivamente, nei ruoli dirigenziali ricoperti e nell’esperienza del programma di inchiesta ‘Frontiere’ da lui condotto fino al 2023. Ai suoi familiari va il sincero cordoglio della presidente Marinella Soldi, a nome anche del Cda, dell’amministratore delegato Roberto Sergio, del direttore generale Gianpaolo Rossi e dell’azienda tutta».
La carriera di Franco Di Mare
Franco Di Mare si laureò in Scienze Politiche all’Università Federico II di Napoli. Dopo aver collaborato con diversi giornali tra cui Radiocoor e L’Unità -per il quale si occupava prevalentemente di cronaca giudiziaria e di politica estera- nel ’91 entrò in Rai, in cui ha vissuto gran parte della sua carriera giornalistica.
All’inizio entrò nella redazione esteri del TG2, dove nel 1995 assunse la qualifica di inviato speciale occupandosi della Guerra dei Balcani. Qui potrebbe aver contratto la malattia. Nel 2002 passò al TG1 e nel 2003 divenne conduttore televisivo su Rai 1, al timone di Unomattina Estate, di Uno Mattina week end e poi, dal 2004, di Uno Mattina.
Dal 2005 al 2009 condusse Sabato e domenica, programma d’informazione e attualità, leader di ascolti nella fascia mattutina -in onda su Rai 1- nel weekend dalle 6,30 alle 9,30. Il 20 luglio 2019 divenne il nuovo vicedirettore di Rai 1, con delega ad approfondimenti ed inchieste e dal 14 gennaio 2020 direttore generale dei programmi del giorno della Rai. Il 15 maggio 2020 assunse la direzione di Rai 3. Il 19 giugno dello stesso anno, a 40 anni dalla Strage di Ustica, condusse su Rai 3 lo speciale Volo Italia 870.