Franco Arminio, il poeta nato in provincia di Avellino,è stato definito uno dei poeti più importanti di questo paese. Proprio Arminio, si autodefinisce paesologo. Alla fine di ogni suo incontro con il pubblico, invita tutti a visitare un paese Italiano,anche senza motivo, anche senza scopo, andare e basta.
“I paesi per prima cosa bisogna guardarli, andare a trovarli con un moto di passione. Attraversarli e guardarli”
Salvare i paesi,questo è il suo tema più importante.
I paesi si trasformano
Franco Arminio ha sostenuto: “Non ho mai creduto alla morte dei paesi. I paesi si trasformano. Soprattutto, non bisogna pensare al paese come città mancata”.
L’hanno capito l’economista e politico Fabrizio Barca, il ministro per il sud Peppe Provenzano ascoltano questo signore dell’Alta Irpinia che predica la poesia come forma di conoscenza. Lo aveva capito per primo Gianni Celati che nel lontano 1992 pubblicò Arminio nella raccolta Narratori delle riserve (Feltrinelli), e scrisse che il suo “era un modo del tutto inedito di guardare le cose al sud”.
Trasformare le ferite in opportunità
Le parole di Arminio sono speranza, sono forza,sono vitalità. Rinascere dalle ferite è il suo insegnamento.
“Andare nei paesi è stata una scoperta, un processo che adesso è diventato consapevole. Un tempo andavo nei posti per vedere, non per essere visto. Adesso sono un famoso sconosciuto, ma rimango abituato al vento contrario che di solito mi accoglie nei paesi. Scrivo per riparare il vaso rotto, trasformare le ferite in opportunità”. “Il paese da cui vengo e dove vivo, Bisaccia, è tra Campania e Puglia, e la mia scrittura è tra prosa e poesia”.
L’impatto sulla gente
Grazie alla sua scrittura, Arminio ha conquistato un grande pubblico. I suoi incontri sono un po’ ovunque ma raramente in libreria
“Le librerie no, non mi piacciono, non c’è mai l’atmosfera giusta” – per rendersene conto. Arminio spiega che lui vende direttamente i suoi libri, che a sua volta compra dalla casa editrice, o alle presentazioni o tramite il baratto: “Mi mandano olio, salumi, regali di ogni tipo, e io spedisco il libro”.
Ha scritto circa una ventina di libri, le sue raccolte di poesie hanno avuto un’accoglienza invidiabile: Cedi la strada agli alberi ha superato le ventimila copie; L’infinito senza farci caso, uscito da poco per Bompiani, ha già venduto novemila copie. Se si escludono i libri di Guido Catalano o altri “poeti” nati per così dire su internet, nessuno in Italia ha raggiunto un pubblico di lettori così ampio scrivendo in versi.
Da “Cedi la strada agli alberi”
La prima volta non fu quando ci spogliammo
ma qualche giorno prima,
mentre parlavi sotto un albero.
Sentivo zone lontane del mio corpo
che tornavano a casa.
Mariafrancesca Perna